Condividi

Area euro, Pmi manifatturiero cala oltre le attese

In linea con l’andamento tedesco, l’indice che misura il settore manifatturiero dell’eurozona si è contratto a 45,9 punti – E’ il quarto mese di indebolimento consecutivo – Diminuisce l’occupazione nel settore privato – Il Pil dei 17 Paesi potrebbe segnare una flessione dello 0,5% nel secondo semestre, dato il contagio della crisi anche alle zone periferiche

L’attività delle imprese dell’area euro sprofonda ai minimi da tre anni. L’indice Pmi che misura l’andamento del settore manifatturiero a maggio è diminuito oltre attese a 45,9 punti dai 46,7 punti di aprile. Si conferma così in terreno recessivo per il quarto mese consecutivo e segna il minimo da 35 mesi. A rivelarlo i dati diffusi dalla società di ricerche Markit Economics. Il peggioramento ha coinvolto anche i servizi. 

Nel settore privato i nuovi ordini si sono ridotti per il decimo mese consecutivo, in maniera più significativa nel settore manifatturiero rispetto al terziario. Anzi dai servizi arriva l’unica speranza per il futuro: le aspettative del Markit nel settore terziario sono rimaste positive, anche se risultano essere ad un livello ben al di sotto della tendenza registrata prima del periodo di crisi. Il tasso di ottimismo è salito leggermente rispetto ai minimi su tre mesi registrati ad aprile, ma rimane ancora il secondo più debole da gennaio.

A maggio inoltre l’occupazione nel settore privato dei 17 Paesi dell’unione monetaria è diminuita per il quinto mese consecutivo. Il tasso di riduzione del numero di occupati ha registrato una flessione modesta rispetto al dato di aprile, che aveva segnato un record da 26 mesi. “I profitti delle aziende”, si legge nel comunicato, “sono sotto una maggiore pressione” per la riduzione della domanda “e hanno quindi continuato a concentrarsi sulle attività di riduzione del personale. Il tasso dei tagli occupazionali, nonostante fosse leggermente più debole di aprile, raggiunge i livelli più alti dagli inizi del 2010”.

Secondo Chris Williamson, capo economista di Markit, i dati di maggio suggeriscono che la crisi nell’eurozona si sia aggravata e corrispondono a una contrazione in termini di Pil dello 0,5 per cento, nel secondo trimestre rispetto ai primi tre mesi dell’anno. “Una sempre più crescente contrazione nei paesi periferici si è diffusa anche in Francia e Germania. La Francia”, rivela il comunicato, “ha indicato il più forte peggioramento delle condizioni operative in tre anni, e persino la Germania rischia di vedere il Pil in lieve calo nel secondo trimestre se la situazione continuasse a peggiorare a giugno”. 

 

Commenta