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Apple frena le Borse. Spagna più ricca dell’Italia

Allarme sui chip ed Apple scivola in Borsa – Tonfo anche di Philip Morris – Petrolio frena ma resta ai massimi – Fmi: il reddito degli spagnoli supera quello degli italiani – Snam vince in Grecia – Crollo record di Ovs (-32%)

Apple frena le Borse. Spagna più ricca dell’Italia

Le prime crepe cominciano a incrinare i pilastri su cui poggia la tenuta dell’economia globale: il principale fornitore di Apple (-2,8%), il colosso Taiwan Semiconductor (-5,7%), ha lanciato un profit warning, segnalando la discesa delle vendite di smartphone.

La flessione dei consumi combinata con l’ascesa del costo del denaro è all’origine del tonfo di Philip Morris (-15,6%) e della casa madre Altria (-6%). Va giù anche il gigante Procter &Gamble (-3,3%), sull’onda del calo delle richieste della grande distribuzione.

A compensare le perdite, sul fronte dei mercati, ci sono i guadagni dei titoli petroliferi e il rimbalzo del comparto finanziario, sostenuto dal trend al rialzo dei tassi. Ma cresce la sensazione che l’economia sia destinata a frenare, senza che la Fed, spaventata dal ritorno dell’inflazione, mostri di voler rallentare l’ascesa dei tassi.

L’ALLARME SUI CHIP PESA SULL’ASIA: SAMSUNG -2,2%

L’allarme sui chip ha condizionato l’ultima seduta della settimana dei listini asiatici. Deboli Hong Kong (-0,3%) e Tokyo (-0,1%). A Seoul Samsung arretra del 2,2% nel timore di un calo delle vendite di Galaxy. La Borsa di Taiwan, quella a più alta presenza di produttori di semiconduttori e di società dell’elettronica, è la peggiore stamattina in Asia: indice Taiex di Taipei -1,2%. Scendono i mercati azionari della Cina. Hong Kong -0,4%. Indice Csi 300 di Shanghai e Shenzhen -1%.

Chiusura in ribasso ieri anche per i mercati Usa: Dow Jones -0,34%, S&P 500 -0,57%. Il Nasdaq arretra dello 0,78%. Continua la marcia dei rendimenti dei bond, con il decennale sopra il 2,9%. La crisi però non tocca i finanziari: American Express, il titolo migliore, avanza dell’8%.

BRENT SOTTO I 74 DOLLARI. OGGI IL VERTICE IN ARABIA

Il Brent arretra stamane dai massimi triennali segnati ieri oltre la soglia dei 74 dollari, ai massimi dal 2014. L’ultimo prezzo oscilla attorno a 73,65 dollari il barile. Il mercato si è fatto più prudente in attesa della riunione odierna a Jeddah del Joint Technical Committee meet a cui partecipano sia Paesi Opec che non-Opec che potrebbe porre le basi per nuovi target di produzione. Ogni raccomandazione sarà poi ratificata alla riunione di giugno.

A Piazza Affari Saipem ha chiuso sulla parità azzerando i guadagni della seduta. Tenaris +0,6%, Eni +1%.

FMI: LA SPAGNA PIÙ RICCA DELL’ITALIA

Anche in Europa affiorano segnali di frenata della congiuntura. Un’indicazione più precisa arriverà oggi con i dati sulla fiducia dei consumatori. Intanto la lettura del rapporto di primavera del Fondo Monetario rivela che, a parità di potere d’acquisto, la Spagna ha superato l’Italia. Il reddito degli spagnoli sarà più alto nel 2023 del 7% rispetto al Bel Paese che nel 2011 era in vantaggio di 10 punti. Se non s’invertirà il trend, quell’anno ci passeranno avanti Slovacchia e Repubblica Ceca.

I futures segnalano una partenza in moderato salita per le Borse continentali. A Milano l’indice ha chiuso ieri a quota 23.792 punti (+0,14%). I volumi si sono assestati a 2,56 miliardi di euro. Piatte le altre Borse. La peggiore è Francoforte (-0,19%). In mezzo Londra (+0,14%) e Madrid (+0,11%).

Parigi (+0,21%) è stata la Borsa migliore. L’assemblea di Vivendi (+3,24%) ha approvato la nomina a presidente di Yannick Bolloré in sostituzione del padre Vincent.

SI RIDUCE LO SPREAD, IN ARRIVO 3,75 MILIARDI DI CTZ

Chiude in calo il secondario italiano dopo il rally dei giorni scorsi, ma scende anche lo spread con il Bund tedesco, vista la performance peggiore dei titoli d’oltre Reno risaliti allo a 0,60%. In chiusura la forbice è scesa a 117 punti. Il rendimento del decennale si assesta all’1,78%.

Il Tesoro ha annunciato che nelle aste di martedì prossimo, 24 aprile, verranno offerti agli investitori tra 2,75 e 3,75 miliardi di euro complessivi di Ctz e Btpei. Nel dettaglio, la terza tranche del Ctz marzo 2020 viene offerta per un importo compreso tra 1,5 e 2 miliardi; l’offerta indicizzata, sulle due scadenze maggio 2028 e settembre 2032, è compresa tra 1,25 e 1,75 miliardi.

REUTERS: VERSO UN NUOVO BTP ITALIA

Secondo Reuters, il Mef potrebbe annunciare a breve il nuovo Btp Italia, entro questa settimana, in modo da poter procedere al collocamento attorno alla metà di maggio. Nel caso nessun annuncio arrivi in questa finestra, lo scenario più probabile diverrebbe quello di una sola emissione nel 2018, da effettuarsi in autunno. A livello di scadenze, dopo i circa 18 miliardi di titoli rimborsati lo scorso novembre, la prossima è prevista ad aprile 2020 (oltre 20 miliardi).

AVANZANO CNH, GENERALI E LEONARDO

In un listino poco mosso sono pochi i titoli del paniere principale a registrare oscillazioni significative.

Leonardo-Finmeccanica (+1,78%) ha attaccato area 10 euro, consolidando la reazione delle ultime settimane chiudendo a 9,98 euro, in parità rispetto a inizio anno, dal minimo toccato a -15%. Mediobanca ribadisce l’Outperform con target fondamentale a 14 euro.

Telecom Italia +1,5%. Il tribunale civile di Milano ha fissato per oggi l’udienza sul ricorso depositato dal Cda contro la decisione del collegio sindacale della società di accogliere le richieste del fondo Elliott di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile. La decisione del giudice sarà depositata entro lunedì.

Cnh Industrial accelera nel finale e chiude in rialzo dell’1% a 10,35 euro, sui massimi da metà marzo. Da inizio 2018 -10%. Stamattina Goldman Sachs ha rafforzato il giudizio Buy, spingendo il target price a 14,40 euro da 14,30 euro. Il settore delle macchine agricole e mezzi pesanti è favorito dall’aumento dei prezzi delle materie prime, anche oggi grandi protagoniste. Stamattina l’indice Bloomberg Commodities che raggruppa le più importanti, sale dello 0,7%, è sui massimi degli ultimi tre anni e mezzo.

Generali +0,9% nel giorno dell’assemblea, su nuovi massimi da inizio 2016. Il mercato ha applaudito l’uscita dal Belgio, con un incasso di 540 milioni (150 di plusvalenza). I ricavi da cessioni di asset no core hanno raggiunto quota 1,1 miliardi di euro, oltre il target minimo di un miliardo indicato nel piano. I soci forti italiani, dopo le ultime mosse di Caltagirone e dei Benetton, arrivano a detenere oltre il 23% del capitale. A mettere un po’ di sale ci ha pensato Leonardo Del Vecchio che ha accompagnato con un “magari” l’eventualità che si ripresenti un potenziale acquirente sul Leone di Trieste dopo l’approccio di Intesa Sanpaolo a inizio dello scorso anno.

SNAM VINCE LA CAMPAGNA DI GRECIA, SOFFRE STM

Il consorzio guidato da Snam (-0,05%) si è aggiudicato il 66% di Desfa, gestore greco delle infrastrutture per il gas naturale con un’offerta di 535 milioni. Positivi i commenti degli analisti. Per Equita i multipli dell’operazione sono “ragionevoli”. Credit Suisse sottolinea come l’operazione sia in linea con la strategia della società.

Tra i titoli in ribasso spicca Stm (-3,36%), sulla scia della debolezza di tutto il settore tech. L’indice europeo perde l’1,23%.

Banche quasi piatte; Intesa +0,2%, Unicredit+0,46%.

CROLLO RECORD DI OVS (-32%). SOFFRE TREVI

Nel resto del listino primato negativo per Ovs: -32,10%, al minimo storico di 3,38 euro, con volumi di oltre quattro volte superiori alla media degli ultimi 30 giorni, sulla scia dei risultati 2017 sotto le attese. L’ad Stefano Beraldo ha detto che la mancata distribuzione di dividendo non è dovuta a problemi finanziari ma è stata pensata per creare valore.

In picchiata anche Trevi (-9%). Il gruppo ha confermato, su richiesta della Consob, che sta valutando la valorizzazione di alcuni asset nel segmento Oil&Gas, ma sinora non ha ricevuto offerte vincolanti.

In calo anche Mondo Tv (-8,11%), che ha annunciato nuovi bond convertibili con Atlas finalizzati a finanziare la crescita del gruppo anche per linee esterne.

In caduta Gima TT (-6,25%): la controllata di Ima ha pagato il tonfo di Philip Morris a Wall Street.

Vola Acotel (+11,5%) dopo l’annuncio di un accordo triennale con Vodafone Italia nell’ambito delle soluzioni Energy&Building management.

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