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Apple dà la scossa al Nasdaq ma occhio a Fed e dazi

Apple annuncia un buy back da 100 miliardi e un aumento del dividendo e il titolo fa volare il Nasdaq – I mercati attendono il verdetto di stasera della Fed sui tassi e temono la guerra dei dazi – Piazza Affari tiene d’occhio lo spread Btp-Bund, su cui pesano le incognite politiche

Apple dà la scossa al Nasdaq ma occhio a Fed e dazi

Il rinvio di un mese dei dazi sull’acciaio, l’impennata del dollaro in attesa delle decisioni della Fed di stasera, le tensioni sul petrolio dopo le “prove” presentate dal premier israeliano Netaniahu sulle violazioni iraniane dell’accordo sul nucleare. Non mancano i temi da seguire in avvio di maggio, mese per tradizione difficile per le Borse. Ma la copertina spetta di diritto ai conti di Apple, capace ancora una volta di dare la scossa ai mercati.

La Mela, infatti, ha annunciato un piano di acquisti di azioni proprie per 100 miliardi di dollari, più un aumento del dividendo del 16 per cento. Luca Maestri, il Cfo di Apple, ha ribadito poi l’intenzione di accelerare la distribuzione in futuro delle riserve (45 miliardi) agli azionisti, un gesto di fiducia sulla capacità di generare anche in futuro il cash sufficiente a ribadire la leadership del colosso tech.

I numeri giustificano tanta fiducia: i ricavi sono cresciuti del 16% nel corso del trimestre, a 61,1 miliardi di dollari. Le vendite di iPhone hanno raggiunto quota 52,2 milioni di iPhone, il 3% in più nonostante il sensibile maggior costo dell’iPhone X (+14% i ricavi in Cina e Giappone, a smentita delle voci di difficoltà sui mercati chiave). Il titolo della Mela, dopo aver chiuso a 169,10 dollari, è balzato nel dopo Borsa oltre la barriera dei 175 dollari con un rialzo del 3,6% per una capitalizzazione che torna a sfiorare i 900 miliardi.

SALE SOLO IL NASDAQ. STASERA IL VERDETTO DI POWELL

Il rally di Apple non è stato però sufficiente a metter le ali a Wall Street. Solo il Nasdaq (+0,91%) ha chiuso con un rialzo significativo. In calo il Dow Jones (-0,27%), S&P 500 poco sopra la parità (+0,25%).

Tanta cautela stupisce di fronte ai risultati eccellenti delle trimestrali, ma si giustifica con l’aumento del dollaro, a sua volta sostenuto dall’attesa di una stagione di rialzi dei tassi. Stasera, secondo le previsioni, la Fed non si muoverà, ma ribadirà l’intenzione di farlo a giugno.

La valuta Usa stamane è in rialzo su tutte le controparti. L’euro è sui minimi degli ultimi quattro mesi e mezzo a 1,200 su dollaro dopo esser sceso ieri sotto la soglia psicologica di 1,999. Il cambio dollaro yen è a 109,7, anch’esso sui massimi degli ultimi quattro mesi.

ALTA LA TENSIONE SUI DAZI, MNUCHIN VOLA IN CINA

Intanto, salgono i costi delle materie prime. Il petrolio Brent è in lieve rialzo a 73,2 dollari il barile, dopo il tonfo (-2,7%) di lunedì comunque sotto pressione in attesa delle decisioni di Donald Trump sul trattato con l’Iran. Restano ai massimi acciaio (+30% da inizio anno) e alluminio condizionati dalla guerra dei dazi scatenata da Donald Trump.

Il presidente Usa ha rinviato di un mese l’aumento delle tariffe su acciaio e alluminio importati dall’Unione Europea, ma la distanza tra le parti resta alta anche se si segnalano le prime crepe a Bruxelles: la Germania sembra propensa a concessioni, nel tentativo di tutelare l’export di auto, Parigi è più rigida.

Intanto il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin si accinge a partire alla volta di Pechino per affrontare il negoziato commerciale con la Cina.

DEBOLE TOKYO. SEGNALI POSITIVI DALL’ECONOMIA

In questa cornice, le Borse asiatiche registrano stamane un generale ribasso. L’indice Nikkei di Tokyo perde lo 0,2%. Sono comunque buone le indicazioni sull’economia giapponese arrivate stanotte: l’indice sulle aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende dei servizi e della manifattura è salito il mese scorso sui massimi da settembre, a 53,1 punti, dai 51,3 di marzo. Le Borse della Cina sono in lieve calo. Hong Kong -0,6%, indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,2%. Seoul -0,3%, Singapore 0,1%, dal +0,6% di avvio seduta.

GIBSON, UN MITO DEL ROCK IN CHAPTER 11

Si consuma intanto la crisi di uno dei miti della musica rock. Gibson, il brand di Nashville che ha creato in 116 anni le chitarre suonate da Jimmy Page dei Led Zeppelin, Jimy Hendrix e BB King, ha chiesto di essere ammessa al Chapter 11. L’azienda ha in cassa liquidità sufficiente (135 milioni) per continuare l’attività in regime di amministrazione straordinaria.

A PIAZZA AFFARI SPREAD OSSERVATO SPECIALE

Piazza Affari riapre oggi i battenti dopo un eccellente aprile (+7%). Lunedì l’indice Ftse Mib ha registrato un rialzo dello 0,22%, a quota 23.9979 punti. Positivi anche gli altri mercati: Francoforte +0,25%; Parigi +0,68%; Madrid +0,56%. Fuori da Eurolandia, Londra +0,09% e Zurigo +0,5%.

Sotto esame stamane lo spread: la forbice tra Btp e Bund si è allargata un po’, a 122 punti base, dai 114 della scorsa settimana: ai mercati non piace lo stallo politico e ancor meno la prospettiva di nuove elezioni.

Gli operatori guardano ora, oltre alle decisioni della Fed, anche ai dati dell’inflazione europea in uscita domani. Il dato sull’andamento dei prezzi in Italia e in Germania ha confermato lunedì un quadro di fondo di bassa inflazione che giustifica la posizione “attendista” sulle modalità d’uscita dal Qe emersa nella riunione della Bce.

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