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Bce, Draghi: “L’espansione rallenta, serve ancora il Qe”

“Ma la crescita resta solida e diffusa”, rassicura il numero uno dell’Eurotower dopo che il Consiglio direttivo ha lasciato i tassi invariati – “Il protezionismo ha un effetto profondo sulla fiducia, che a sua volta pesa sulle previsioni di crescita” – “Il rendimento del T-Bond oltre il 3% rappresenta uno sviluppo naturale dell’economia Usa”

Bce, Draghi: “L’espansione rallenta, serve ancora il Qe”

“Dopo alcuni trimestri di crescita più alta del previsto, i dati da inizio anno evidenziano un rallentamento, anche se l’espansione resta solida”. Lo ha detto oggi il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio Direttivo che ha confermato i tassi d’interesse dell’Eurozona al minimo storico. Un livello destinato a rimanere immutato “ancora a lungo – ha ribadito il banchiere centrale – e comunque ben oltre il Quantitative easing, che continuerà al ritmo attuale di 30 miliardi di euro al mese fino a settembre 2018 e anche oltre se necessario”.

In ogni caso, “la forza sottostante dell’economia – ha aggiunto Draghi – continua a convincerci che nel medio termine l’inflazione andrà verso il nostro obiettivo, che è inferiore ma vicino al 2%. Tuttavia, un ampio grado di stimoli rimane necessario perché le pressioni sull’inflazione possono continuare a crescere”.

PESANO FATTORI TEMPORANEI

Il rallentamento dell’espansione, ha spiegato il numero uno della Bce, riflette in parte un ridimensionamento della crescita rispetto agli elevati livelli osservati alla fine dello scorso anno, ma è legato anche a “fattori temporanei e specifici per singoli Paesi: temperature basse, la Pasqua, una serie di scioperi. Ma tra i fattori di rischio che condizionano le previsioni sulla crescita c’è anche il protezionismo”.

AUMENTA IL RISCHIO PROTEZIONISMO

In particolare, per quanto riguarda il possibile aumento dei dazi da parte degli Usa anche nei confronti dell’Ue, “dobbiamo ancora vedere cosa creerà la nuova retorica sul protezionismo: con un aumento delle tariffe ci potrebbe essere un effetto immediato sul commercio, ma non sappiamo quale potrebbe essere l’entità delle rappresaglie. Sappiamo però che queste misure hanno un effetto profondo sul livello di fiducia dei mercati, che a sua volta pesa sulle previsioni di crescita”.

T-BOND OLTRE IL 3%? È UNO SVILUPPO NATURALE DELL’ECONOMIA USA

A proposito del rialzo dei rendimenti sui T-Bond oltre il 3%, secondo Draghi “era atteso, alla luce delle condizioni dell’economia americana e delle misure espansive ancora in vigore. Si tratta perciò di uno sviluppo naturale della situazione economica americana”.

SERVONO PIÙ SFORZI DAI PAESI CON ALTO DEBITO

Infine, il Presidente della Bce ha ribadito che “resta necessaria anche un’accelerazione delle riforme strutturali nei Paesi dell’Area euro. In tema di politiche fiscali, nei Paesi in cui il debito è elevato occorre intensificare gli sforzi per una correzione dei conti pubblici che ripristini margini di azione sul bilancio. Il Consiglio direttivo ribadisce anche la richiesta di completare l’unione bancaria”.

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