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Antitrust apre inchiesta su Abi e i costi di pagamento delle bollette

Secondo l’Autorità, nel 2014 il passaggio dal Rid al Seda per la domiciliazione bancaria, avrebbe comportato una restrizione della concorrenza con la conseguenza di “un significativo aumento delle commissioni complessivamente pagate” dalle imprese – Le aziende avrebbero lamentato rincari fra il 30 e l’80% che potrebbero essere stati scaricati sui consumatori

Antitrust apre inchiesta su Abi e i costi di pagamento delle bollette

L’Antitrust ha avviato un’indagine sul Seda, il servizio aggiuntivo sulle domiciliazioni bancarie che tutti gli istituti aderenti all’Abi offrono dal 2013 per il pagamento di bollette, tasse, tariffe. Il relativo accordo interbancario, si legge nel Bollettino settimanale dell’Autorità, “potrebbe costituire un’intesa restrittiva della concorrenza”, con il possibile “aumento dei prezzi complessivi a carico delle imprese rispetto al vecchio modello Rid”. Il rincaro, inoltre, “potrebbe essere trasferito a valle a carico dei consumatori”. 

Secondo l’Antitrust, in base alle informazioni fornite dai principali utenti del servizio Seda, ovvero le grandi imprese fatturatrici dei servizi, “risulta che, ad una prima stima, il passaggio dal Rid al Seda abbia comportato un significativo aumento delle commissioni complessivamente pagate. In particolare, alcune imprese e associazioni di imprese hanno evidenziato aumenti variabili per un minimo del 30% fino ad arrivare all’80%”. 

Il nuovo sistema prevede che il prezzo per il servizio sia scomposto in due: uno da pagare alla banca che domicilia le bollette e l’altro da riconoscere a quella dell’impresa che fattura. Ma l’Abi ha stabilito che a pagare sia solo chi incassa il credito. Non solo: l’Associazione bancaria italiana ha imposto che la commissione da pagare non sia contrattata fra l’azienda e la banca del cliente, ma debba essere “pari alla commissione massima definita in maniera unilaterale” dalla banca stessa e aggiornata ogni due mesi. E da pagare anche in assenza di transazioni.

Nel bollettino Antitrust che ha reso noto l’avvio dell’indagine si evidenzia da parte di Abi “la definizione di un sistema di pricing per la corresponsione delle commissioni Seda che, generando il lock-in del beneficiario del servizio che paga la corrispondente commissione, inibisce le normali spinte concorrenziali, non consentendo a chi deve pagare la commissione per il servizio di scegliere [la controparte] a cui pagarla sulla base del (minore) livello delle commissioni applicate”, conclude l’Autorità.

Da parte sua l’Abi, “che già prima del lancio di Seda (ottobre 2013) aveva avviato un’interlocuzione con la Banca d’Italia e con l’Antitrust per spiegare le novità del modello, conferma la massima disponibilità nel fornire i necessari chiarimenti e nell’esplorare ogni possibile spazio di miglioramento”. Questa la replica del direttore generale dell’Associazione, Giovanni Sabatini

Il servizio Seda “è stato sviluppato dalle banche su richiesta delle imprese – prosegue Sabatini – per riproporre, nell’ambito dell’Area Unica dei Pagamenti in Euro (Sepa), le funzionalità presenti nel precedente servizio nazionale di addebito diretto (Rid). Il servizio è stato promosso nell’ambito del Comitato nazionale di migrazione alla Sepa co-presieduto dalla Banca d’Italia e dall’Abi, cui hanno partecipato rappresentanti delle imprese, dei consumatori e della Pubblica Amministrazione. Superando il meccanismo basato sulle commissioni interbancarie definite a livello di settore, Seda prevede un modello contrattuale e di tariffazione che tiene conto delle tipicità del servizio e della pluralità di soggetti coinvolti nella sua erogazione: le imprese creditrici, tutte le loro banche, i clienti pagatori e tutte le loro banche”.

La conclusione del procedimento dell’Antitrust è fissata entro il 31 marzo 2017.

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