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Annuario del lavoro 2022: rinnovati tutti i contratti con aumenti retributivi a volte generosi

Contratti ok ma unità sindacale in crisi: è il bilancio del 2022 che emerge dall’Annuario del Lavoro edito, per quindicesima volta, dal Diario del lavoro, fondato e diretto da Massimo Mascini

Annuario del lavoro 2022: rinnovati tutti i contratti con aumenti retributivi a volte generosi

E’ uscita in questi giorni la quindicesima edizione dell’Annuario del lavoro realizzato dal Diario del lavoro fondato e direttoa da Massimo Mascini. “Il 2022 – si legge nella presentazione – è stato un anno complicato, con la prospettiva di un 2023 ancora più difficile”. Prima la pandemia, poi la guerra, l’inflazione alle stelle e infine la crisi politica che ha portato, dopo la vittoria delle destre alle elezioni del 25 settembre, alla formazione del Governo presieduta da Giorgia Meloni, il primo della storia d’Italia guidato da una donna.

L’ANNUARIO DEL LAVORO: CONTRATTI OK MA UNITA’ SINDACALE IN FORTE CADUTA

Malgrado le turbolenze che hanno contraddistinto l’anno che si sta per chiudere, “le relazioni industriali – si legge nella presentazione – hanno però retto. Tutti i contratti in scadenza sono stati rinnovati presto e bene, concedendo aumenti retributivi a volte generosi”. “I sindacati – prosegue l’Annuario – sono stati protagonisti molto attivi dei cambiamenti che hanno interessato il nostro Paese e il mondo del lavoro. C’è però da registrare una forte caduta dell’unità sindacale e un conseguente indebolimento della forza della rappresentanza del lavoro”.

L’ANNUARIO DEL LAVORO: I CAPITOLI DI QUEST’ANNO E OLTRE 50 INTERVENTI

L’Annuario del lavoro 2022, 358 pagine al prezzo di 70 euro, consta di oltre 50 interventi monografici preceduti dalla Prefazione di Massimo Mascini.

Questi i capitoli di quest’anno: Il diario degli avvenimenti; la contrattazione collettiva; la legislazione; Gli attori delle relazioni industriali (i sindacati e le associazioni imprenditoriali); analisi e approfondimenti; i ritratti del lavoro e un ricordo di Lorenzo Bordogna.

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