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Allarme francese sull’euro, boom dei petroliferi a Piazza Affari e Musk in retromarcia da Twitter

Un euro troppo debole minaccia di vanificare gli sforzi della Bce per contrastare l’inflazione: è l’allarme lanciato dal governatore della Banca di Francia, Villeroy

Allarme francese sull’euro, boom dei petroliferi a Piazza Affari e Musk in retromarcia da Twitter

Microsoft ha in programma di raddoppiare la cifra destinata agli stipendi dei dipendenti, anche con il ricorso a sistemi di stock option. È un modo per fidelizzare lo staff ma, soprattutto, dare una risposta all’inflazione, che è ormai il problema numero uno degli americani. Le Borse, nonostante i primi segnali di frenata dell’economia (vedi la discesa a sorpresa delle attività di New York) sembrano rassegnate a subire la stretta della Fed, nella speranza che Jay Powell, dopo non aver previsto l’avanzata dei prezzi, non esageri ora in senso opposto. Di qui il modesto ribasso con cui Wall Street ha celebrato (per modo di dire) un triste risultato: chi ha comprato azioni all’inizio del 2020, in pieno boom, ha bruciato ieri tutti i rialzi. Non si respira aria migliore in Europa, inchiodata attorno all’embargo del gas (l’ascesa del rublo è per ora l’unico successo di Putin). I segnali più promettenti arrivano dal Drago, pur ferito ed acciaccato dalle strategie anti-Covid:

Un summit a Pechino sulla digital economy

Le borse dell’Asia Pacifico salgono grazia alla spinta dei tech. L’Hang Seng di Hong Kong guadagna il 2,2% e l’Hang Seng Tech il 4%. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è in rialzo dello 0,8%.

Il risveglio della tecnologia ha, come sempre in Cina, un risvolto politico. C’è l’aspettativa di un cambio di atteggiamento da parte della politica e dei soggetti di regolazione, da mesi, se non oramai da anni, impegnati in interventi di rigido controllo e restrizione del perimetro delle attività. Lo stesso Xi JingPing, cautamente rimproverato dal premier Li Kequiang, sembra preoccupato per le conseguenze della svolta dirigista sull’economia.

I media cinesi hanno riferito di un convegno a porte chiuse sulla digital economy in corso a Pechino: all’evento partecipano molti personaggi importanti del mondo delle aziende del settore, tra cui il fondatore di Baidu, Robin Li.

JP Morgan, che un paio di mesi fa aveva definito “non investibili” i tech cinesi, ha cambiato idea. Ieri sono stati ripristinati i consigli sugli acquisti.

In rialzo Tokyo e Seul, in calo la rupia

In rialzo anche il Nikkei di Tokyo (+0,3%), il Kospi di Seul (+1%) e l’indiano BSE Sensex (+0,7%). In Asia Pacifico tornano su lo won della Corea e lo yuan della Cina, in calo la rupia, sia quella dell’India che dell’Indonesia. Si svaluta leggermente lo yen.

Stamane il future del Nasdaq sale dello 0,5%, ieri l’indice dei tech di Wall Street ha chiuso in ribasso dell’1,2%. S&P500 in calo dello 0,4%, di pochissimo sopra la soglia psicologica dei quattromila punti.

Twitter ha perso l’8% dopo che Elon Musk ha ammesso di voler comprare la società a un prezzo più basso di quello proposto. Nel suo intervento video a una conferenza a Miami, il miliardario che ha promesso di spendere 44 miliardi di dollari per Twitter ha stimato che gli account falsi sulla piattaforma potrebbero essere addirittura il 20%, quattro volte quelli stimati dalla società.

Il Treasury Note a dieci anni tratta a 2,93%, +3 punti base.

Bitcoin fermo a 30 mila dollari, petrolio poco mosso

Bitcoin intorno a quota trentamila dollari. Ieri sera Luna Foundation Guard, il fondo controllato dal creatore di Terra, Do Kwon, ha informato di aver liquidato quasi tutta la sua riserva di bitcoin, pari a circa 3 miliardi di dollari, nel tentativo, non riuscito, di stabilizzare la criptovaluta TerraUSD.

Il petrolio è poco mosso, il WTI e il Brent, appaiati intorno a 114 dollari il barile, segnano un lieve calo.

Oro invariato a 1.820 dollari.

La Ue taglia le stime di crescita al 2,75 (dal 4%). Italia al 2,4% (dal 4,1)

La frenata dell’economia a tutte le latitudini si fa sentire su tutti i listini. Sbanda la Cina, colpita delle restrizioni sul Covid -19, si dimezza la crescita dell’Empire Manufacturing, indice delle attività di New York. E l’Europa non fa eccezione: la Commissione Ue ha tagliato le stime per il Pil e ritoccato all’insù quelle sull’inflazione. La crescita del blocco sarà del +2,7% nel 2022 e del 2,3% nel 2023, contro +4% e +2,7% della stima precedente. L’inflazione invece è vista crescere al +6,1% quest’anno, contro +2,6% nel 2021 (stima di febbraio 3,5%); nel 2023 calerà al 2,7% (stima di febbraio 1,7%).

Per l’Italia, la previsione è passata dal 4,1 al 2,4 per quest’anno e dal 2,3 all’1,9 per il prossimo.

Villeroy (Bce): euro troppo debole, allarme inflazione

L’euro dollaro si mantiene attorno a 1,041, sempre in prossimità dei minimi di periodo. Ma la debolezza della moneta unica sui mercati valutari potrebbe minacciare gli sforzi della Bce per riportare l’inflazione verso il suo obiettivo, ha dichiarato Francois Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia e membro del board di Francoforte. “Permettetemi di sottolinearlo – ha detto – seguiremo con attenzione gli sviluppi del tasso di cambio effettivo: un euro troppo debole sarebbe contrario al nostro obiettivo di stabilità dei prezzi”, ha aggiunto. Il banchiere ha aggiunto che il vertice della Banca Centrale Europea di giugno sarà “decisivo”, e sarà seguito da “un’estate attiva”.

Rublo sempre più forte, le sanzioni non arrivano

Si apprezza invece il rublo, che si muove oltre quota 64 per dollaro e tocca i massimi da cinque anni contro l’euro, sostenuto dalle continue restrizioni al commercio di valuta. In sede Ue, in attesa di un blocco per il petrolio ed il gas russo sempre più contrastato, è stata trovata una soluzione per pagare Gazprom senza disattendere le regole di Bruxelles.

Sì del Parlamento, anche la Svezia entrerà nella Nato

La Svezia ha preso la decisione formale di richiedere l’adesione alla Nato, seguendo l’esempio della Finlandia, in una manovra che ridisegnerà la mappa geopolitica dell’Europa settentrionale. “Nel parlamento svedese c’è un’ampia maggioranza a favore dell’adesione alla Nato”, ha dichiarato la prima ministra Magdalena Andersson dopo un dibattito sulla politica di sicurezza in parlamento. “La cosa migliore per la Svezia e per la popolazione svedese è entrare nella Nato”.

Spread a 190, il rendimento del Btp chiude a 2,85%

Il secondario italiano recupera terreno rispetto alla prima parte della seduta ma rimane più indietro rispetto alla carta tedesca, lasciando il differenziale tra decennale e Bund sopra i 190 punti base.

Il tasso del Btp decennale si attesta al 2,85% dopo un massimo di seduta toccato intorno a metà giornata di 2,94%.

Piatta Milano, Emirates fa shopping a Londra in Vodafone

Giornata con poca storia sui listini europei. Tra i settori nel finale spiccano al rialzo Materie di Base (+1,6%), Utility (+1,4%) ed Energia (+1,1%). Scendono Costruzioni (-1%) e Tech (-1,3%).

Chiude piatta Milano (-0,06%); in rosso pallido Parigi (-0,23%) e Francoforte (-0,45%). Poco sopra la parità Londra (+0,65%) e Madrid (+0,17%).

A Londra corre Vodafone (+1,63%) dopo che la compagnia Emirates rlc dell’Uae ha acquistato una partecipazione del 9,8%.

Da McDonald’s a Renault, aziende in fuga da Mosca

La notizia più simbolica del giorno è l’addio di McDonald’s alla Russia dopo 32 anni dal suo sbarco nella terra di Lenin.

Anche Renault ha ceduto le azioni della consociata russa (45 mila dipendenti). Autovaz continuerà ad assemblare l’intera gamma delle auto Lada nei suoi stabilimenti e offrirà i servizi di manutenzione per le autovetture Renault in Russia.

La francese Valneva è crollata del 20,34% dopo aver reso noto che potrebbe essere necessario rivedere la propria guidance finanziaria dopo che la Commissione Europea ha comunicato l’intenzione di porre fine all’accordo di acquisto anticipato per il vaccino contro il Covid-19.

Petrolio superstar: il boom del diesel fa volare Saras

La forte domanda di prodotti raffinati si riflette negli eccellenti risultati di Saras (+9,9%, che va ad aggiungersi ad un rialzo superiore al 50% nel 2022): l’ebitda adjusted è stato di 156,6 milioni, l’utile reported 76,6 milioni (contro -23,8 milioni del primo trimestre 2021).

Vola Saipem, in rally Tenaris e Maire Tecnimont

Tonico anche il resto del comparto oil. Tenaris +4,27%, bene anche Maire Tecnimont (+4,38%). Ma in testa alla graduatoria c’è Saipem (+8,12%) in vista del prossimo aumento di capitale da 2 miliardi di euro.

I risultati rilanciano Interpump, piace Snam/Terna, Erg Ok

In grande risalto Interpump dopo i risultati. Il leader delle pompe idrauliche è stato premiato dal “Buy” di Equita e di Banca Akros dopo risultati trimestrali sopra le attese e in risposta alla recente performance negativa del titolo.

Il ritorno delle voci di una possibile fusione accende l’interesse speculativo su Snam (2,94%) e su Terna (+2,4%): sono tornate a circolare rumour di una fusione tra le due società.

Brillante Erg (+2,7%): Kepler Chevreux ha alzato il target a 35.7 euro (da 34.4).

Banche deboli, nuovo tonfo di Nexi

Banche in ordine sparso: Unicredit -0,3%, Intesa Sanpaolo -1,5%. Nuovo tonfo di Nexi (-4%), ai minimi da tre anni nonostante il trimestre positivo.

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