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Agricoltura: la cimice asiatica continua a colpire il Nord

Danni per oltre 740 milioni di euro: sono 48mila le aziende danneggiate dall’insetto killer – Chiesto lo stato dii calamità naturale – Sui territori si gioca una partita anche ambientale.

Agricoltura: la cimice asiatica continua a colpire il Nord

C’è di tutto nella crisi in agricoltura a causa della cimice asiatica: ambiente, danni per milioni di euro, lentezze della politica. L’insetto killer ha messo in ginocchio le coltivazioni e i frutteti di tutte le Regioni del Nord, che si sono mobilitate per non affrontare una primavera horribilis. In massa hanno chiesto la dichiarazione dello Stato di calamità, che ancora però non si vede. Nelle campagne l’emergenza ambientale è evidente, ma lo sono ancora di più le perdite economiche per migliaia di aziende agricole. Oltre 740 milioni di euro il danno complessivo calcolato. Dai 180 milioni del Piemonte agli oltre 160 del Veneto, dai 32 della Lombardia ai 270 dell’Emilia Romagna, ai 40 del Friuli, fino ai 16 della Liguria.

Coldiretti va all’attacco (è il caso di dire) della specie arrivata dall’Asia, che ha colpito 48mila aziende. La diffusione della cimice è certamente favorita dai cambiamenti climatici e vi è la necessità di contrastarla in ogni modo. Quattrocento agricoltori, a margine di Fiera agricola di Verona, hanno chiesto misure adeguate per frenare il fenomeno. Gli 80 milioni di euro già stanziati dal governo sono ritenuti poca cosa rispetto al progressivo deterioramento delle colture. La richiesta al governo è di almeno 300 milioni di euro per i prossimi tre anni. Un saldo pesante per ridare fiducia alle aziende agricole e al sistema commerciale. Una battaglia con evidenti riflessi sulla tenuta socioeconomica dei territori. Chi se ne fa carico? Sono tempi di ricerca di consenso per le prossime elezioni regionali. Gli agricoltori, intanto, chiedono di avere a disposizione sul mercato insetti nemici della cimice. Un chiaro intreccio con le questioni ambientali e l’uso di antiparassitari che dovranno avere una sintesi soddisfacente.

A livello nazionale – spiega Coldiretti – si attende il via libera del ministero dell’Ambiente che deve emanare le linee guida per la “vespa samurai”: la nemica naturale della cimice. Pere, mele, pesche, kiwi, albicocche, mais e ortaggi sono i prodotti più colpiti. La pianta viene aggredita dalla cimice con buchi e fori rendendola praticamente inutilizzabile. L’intero ecosistema è compromesso e le analisi di laboratorio hanno stabilito un periodo non breve per bonificare campi e frutteti. Si apre uno scenario sovranazionale per sperare in aiuti dell’Ue nel suo impegno ecologista. D’altronde, un buon coordinamento della politica agricola europeo non dovrebbe perdere tempo. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, mette le mani avanti: “Considerata la gravità della situazione è indispensabile un confronto con le istituzioni europee coinvolgendo l’Ue sia per quanto riguarda gli aiuti alle imprese danneggiate che i controlli alle frontiere per contrastare l’arrivo di altri insetti dannosi”. In mezzo, la proposta di bloccare l’import di frutta e ortaggi trattati all’estero con antiparassitari vietati in Italia. Una partita da giocare su più tavoli, con lo sguardo oltre l’emergenza che per ora ha fatto male solo all’agricoltura italiana.

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