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Afghanistan, Biden: “L’alternativa al ritiro era l’escalation della guerra”

In un discorso alla nazione, il Presidente Usa si assume la responsabilità del ritiro delle truppe, spiegando che il mancato rispetto degli accordi con i talebani stipulati da Trump avrebbe provocato un inasprimento del conflitto in Afghanistan – “Basta guerre per rifare nazioni. Saremo concentrati su ciò che conta davvero per l’America”

Afghanistan, Biden: “L’alternativa al ritiro era l’escalation della guerra”

Le alternative erano due: ritirarsi dall’Afghanistan o fronteggiare un’escalation della guerra contro i talebani. Una via di mezzo non esisteva, perché il mancato rispetto degli accordi con i talebani stipulati da Donald Trump (che aveva promesso il ritiro entro il primo maggio, costringendo il governo afgano a liberare 5mila combattenti) avrebbe riacceso il conflitto. Lo sostiene il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che martedì ha parlato alla nazione per giustificare la decisione di porre fine all’occupazione militare più lunga (20 anni) nella storia degli Usa.

“Ho sempre assicurato che, essendo il quarto presidente in questa guerra, non l’avrei passata a un quinto” e “ho mantenuto la promessa fatta agli americani di non mandare un’altra generazione sul fronte afghano”, ha detto il numero uno della Casa Bianca, che poi ha definito l’evacuazioneun successo straordinario, il più grande ponte aereo che una nazione abbia mai organizzato per portare in salvo i propri cittadini e quelli di altri paesi, un’operazione in cui 13 eroi americani hanno perso la vita, e tanti altri militari, diplomatici, hanno rischiato la loro per aiutare altri”.

Per quanto riguarda le circostanze in cui il ritiro è avvenuto, Biden ha sottolineato che, al suo arrivo alla presidenza, “i talebani erano già tornati al massimo delle loro forze dal 2001”, perciò “in qualunque momento avessimo fissato l’evacuazione, o se avessimo cominciato il rimpatrio a giugno o a luglio, si sarebbe scatenata la stessa ressa, lo stesso panico verso l’aeroporto”.

Poi, un proposito per il futuro: “Dobbiamo imparare dai nostri errori – ha ammonito il Presidente americano – D’ora in avanti saremo concentrati su ciò che conta davvero per l’interesse nazionale e il futuro dell’America. È finita l’era delle grandi guerre per rifare nazioni”.

Intanto, i talebani festeggiano in strada e sul web: “Ora Kabul è solo nostra”, scrivono. Martedì, proprio mentre gli ultimi soldati americani lasciavano l’Afghanistan, nel Paese è rientrato Amin-ul-Haq, ex capo della sicurezza di Osama bin Laden, che è stato accolto da una folla in festa nel rifugio di Tora Bora. E la stessa Al Qaeda si congratula con i talebani per la “vittoria” contro gli americani.

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