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Acque reflue, stangata della Ue sull’Italia

Supermulta della Corte di Giustizia europea all’Italia per l’inadeguata gestione delle acque reflue a seguito dei gravi ritardi nelle infrastrutture e della mancata approvazione del decreto legge sui fanghi.

Acque reflue, stangata della Ue sull’Italia

Sono proprio grandi cifre quelle che l’Ue chiede all’Italia per la gestione delle acque reflue, un pezzo importante del sistema idrico nazionale. La super multa da 25 milioni di euro della Corte di Giustizia, più 164 mila al giorno per semestre fino a quando lItalia non si adeguerà alla normativa europea arriva come un macigno sul nuovo governo. La batosta è figlia di mezzo secolo di arretratezza, sprechi, blocco di investimenti. Davanti alle tante innovative scelte del  nuovo governo si potrebbe riprendere rapidamente in mano il decreto legge sui fanghi da depurazione. Un provvedimento che se fosse andato in porto avrebbe attenuato il pesante verdetto milionario. Avrebbe anche consentito alle aziende di fare nuovi investimenti e guadagnare, quanto meno, attestati di buona volontà.  

Non è andata così e le Regioni del Sud restano le più critiche. Gestire i fanghi da depurazione insieme alle acque reflue è interessante sia sotto il profilo normativo che economico. I reflui gestiti con i princìpi dell’economia circolare rispondono bene  alle norme europee, oltre che, produrre biocarburanti. I nuovi ministri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e dello Sviluppo economico hanno, dunque, una buona occasione per invertire la rotta. Se davvero vogliono restare in Europa rivedendo trattati e normative, quale opportunità migliore di abbassare o non pagare multe milionarie? Un ruolo è assegnato anche al Ministero delle Infrastrutture che dovrà esprimere pareri ad hoc. 

Utilitalia, l’Associazione che riunisce le imprese di acqua, energia e ambiente, ha fatto il primo passo: bisogna mettersi in regola. Pagare per avere impianti adeguati è meglio che continuare a ‘regalare’ soldi in sanzioni comunitarie. La strategia delle imprese italiane intende applicare all’acqua gli stessi principi che si applicano ai rifiuti. Un messaggio, forse qualcosa di più, a chi, ora al governo, ha il potere di agire sul serio.

 

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