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Acciaio, export e UE: pesa il rallentamento della Cina

Nel 2015 il consumo globale di acciaio crescerà soltanto di +0,5%, con le imprese cinesi a far ridurre prezzi e ricavi dei competitor globali. Per i partner UE, soprattuto tedeschi, pesano norme ambientali più severe e costi dell’energia.

Acciaio, export e UE: pesa il rallentamento della Cina

La World Steel Association (WSA) prevede che il consumo globale di acciaio crescerà soltanto dello 0,5% nel 2015, dopo il modesto tasso di crescita (0,6%) già registrato lo scorso anno. La ragione principale viene dal rallentamento economico della Cina, il maggior produttore e consumatore mondiale di acciaio, il cui consumo dovrebbe continuare a ridursi nel biennio 2015-16. Allo stesso tempo, le imprese siderurgiche cinesi aumentano le esportazioni sul mercato mondiale, contribuendo a far ridurre i prezzi e i ricavi di molte imprese del settore. L’eccesso di capacità produttiva costituisce così sempre di più un problema per molti produttori e commercianti di acciaio. Nonostante la diminuzione dei prezzi del minerale di ferro, questa continua pressione sui prezzi dell’acciaio influisce negativamente sulla redditività e i margini di profitto delle imprese siderurgiche, che si trovano ad operare in un mercato altamente competitivo. Allo stesso tempo, l’industria siderurgica europea deve confrontarsi con le norme ambientali sempre più severe imposte dall’UE, mentre gli impianti del Nord America subiscono le conseguenze della forte contrazione degli investimenti nel settore energetico, causata dalla riduzione del prezzo del petrolio.

 

Come riportato da Atradius, il settore siderurgico tedesco (i cui principali sotto-settori sono la lavorazione dei metalli e il commercio all’ingrosso di metalli e minerali, ferro e acciaio) dipende fortemente dallo sviluppo economico generale della Germania, in particolare dalla performance del settore edile e di quei settori fortemente orientati all’export come ingegneria meccanica e automobilistico. Nel 2014 la produzione tedesca di acciaio grezzo ha raggiunto 42,9 milioni di tonnellate, un dato pressoché analogo ai livelli del’anno precedente. Secondo l’Associazione tedesca delle imprese siderurgiche, la produzione di acciaio è cresciuta dell’1,5% tra gennaio e giugno, mentre anche gli ordini sono cresciuti nel corso del trimestre di quest’anno. Tuttavia, il flusso di ordini dipende essenzialmente dalla domanda dei mercati esteri, mentre il reddito e la domanda interni hanno fatto registrare una flessione rispettivamente del 3,8% e del 5,3%. Nel 2015 il consumo di acciaio dovrebbe registrare un aumento del 2,1%. Nonostante il buon andamento di ordini e volumi di produzione, i produttori e commercianti tedeschi di acciaio devono confrontarsi con alcune sfide di carattere strutturale; infatti, nel 2014 i prezzi dell’acciaio hanno subito una flessione del 10% e hanno continuato a ridursi anche quest’anno a causa soprattutto del persistente eccesso di capacità produttiva (in particolare, in Cina) e della concorrenza crescente da parte dei mercati esteri, con un impatto negativo sui fatturati delle imprese. In molti casi i produttori non hanno potuto trasferire l’aumento dei costi di produzione sui clienti. I margini di profitto sono sempre sotto pressione, mentre gli utili netti hanno subito una forte diminuzione causata dall’entrata di Cina e India nel mercato siderurgico europeo (con le esportazioni cinesi di acciaio cresciute del 28% nel primo semestre di quest’anno). Inoltre, il settore siderurgico tedesco risente fortemente dell’aumento dei costi energetici: ecco allora che, a seguito della rinuncia all’energia nucleare, si prevede l’aumento dei costi per il settore oscillare tra 1 e 1,5 miliardi di euro all’anno.

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