Condividi

Allarme spread: Btp oltre 450, Bonos al record storico sopra i 500 punti

A far salire la tensione sul mercato obbligazionario è ancora una volta la situazione greca – Non basta a rincuorare il mercato l’esito positivo del primo incontro tra il presidente francese François Hollande e il cancelliere tedesco Angela Merkel – Il differenziale italiano torna ai massimi da gennaio, quello spagnolo tocca la vetta più alta di sempre.

Allarme spread: Btp oltre 450, Bonos al record storico sopra i 500 punti

Non basta una notte a far passare il mal di Grecia. La crisi politica di Atene continua a pesare sul mercato dei titoli di Stato, soprattutto di Spagna e Italia. Stamattina lo spread Btp-Bund è tornato nuovamente a salire in apertura, arrivando a superare la soglia dei 450 punti base. Il differenziale fra i bond italiani e tedeschi, che ieri sera aveva chiuso a quota 439, ha toccato oggi un massimo di 456 punti. Si tratta del livello più alto dalla metà di gennaio. Il nuovo valore corrisponde a un tasso d’interesse sui nostri titoli decennali pari al 5,95%, ormai vicinissimo alla pericolosa soglia psicologica del 6%. 

Negli stessi minuti lo spread di Madrid ha compiuto un balzo ancora più ampio, portandosi oltre il muro dei 500 punti base, fino a un massimo di 507. In questo caso si tratta addirittura del record storico. I rendimenti sui bond spagnoli a 10 anni sono arrivati a toccare la vetta del 6,5%.

La forbice dei differenziali si allarga anche perché gli investitori acquistano in massa Bund tedeschi, considerati beni rifugio. Il tasso d’interesse sulle obbligazioni della prima economia europea scende così in mattinata all’1,434%, contro l’1,469% di ieri sera. Si tratta del nuovo minimo storico 

A far salire la tensione sul mercato obbligazionario è ancora una volta la situazione greca. L’ultimo incontro fra il presidente della repubblica Karolos Papoulias e i leader dei tre partiti maggiori (Nuova Democrazia, Syriza e Pasok) si è risolto nell’ennesimo nulla fatto: nessuna coalizione di governo, nessun esecutivo tecnico. “Purtroppo” – ha annunciato il socialista Evangelos Venizelos, numero uno del Pasok – si dovrà tornare alle urne. Il leader di Sinistra Democratica, Fotis Kouvelis, ha confermato che non ci sarà più alcuna trattativa. I greci saranno chiamati nuovamente al voto fra il 10 e il 17 giugno. 

Il timore è che il governo nato dalle prossime elezioni possa ricusare gli accordi siglati dalla Grecia con Ue e Fmi. Il Paese eviterebbe così di mettere in pratica le misure d’austerità imposte dall’Europa, ma al tempo stesso rinuncerebbe ad aiuti internazionali per 130 miliardi di dollari. Una catena di eventi che verosimilmente spingerebbe Atene fuori dall’eurozona e quindi, inevitabilmente, al default.

A rincuorare il mercato non è bastato l’esito positivo del primo incontro tra il presidente francese François Hollande e il cancelliere tedesco Angela Merkel, che hanno espresso la volontà di mantenere la Grecia all’interno della zona euro. La speculazione internazionale scommette già su quali saranno le prossime vittime di lusso. Spagna e Italia sono nel mirino. 

Commenta