Nuova multa per Google. Il colosso tecnologico Usa è al centro di una maxi causa in California che si è conclusa con la condanna a versare oltre 314 milioni di dollari agli utenti di smartphone Android dello Stato. Una giuria di San Jose ha stabilito che l’azienda ha violato i diritti dei proprietari di dispositivi mobili raccogliendo dati senza autorizzazione, anche quando i telefoni erano in modalità standby o inattivi. Il gigante tech ha già annunciato l’intenzione di presentare ricorso.
Il caso riguarda una class action avviata nel 2019, che coinvolge circa 14 milioni di residenti in California. Ma la questione è destinata ad allargarsi: nel 2026 è prevista una nuova class action che interesserà gli altri 49 Stati degli Stati Uniti.
Intanto, a Bruxelles, Google rischia una nuova multa per aver favorito i propri servizi nei risultati di ricerca. Il 7 luglio l’azienda presenterà le sue contromisure in un incontro con la Commissione europea e i rivali.
Google: nuova multa per dati raccolti senza consenso
L’accusa sostiene che Google abbia raccolto dati senza autorizzazione, utilizzandoli per finalità di targeting pubblicitario, una delle principali fonti di guadagno dell’azienda. L’avvocato dei querelanti, Glen Summers, ha sottolineato come la sentenza confermi la gravità delle violazioni commesse da Google, costringendo milioni di utenti a pagare di tasca propria per un servizio di raccolta dati non autorizzato e usato a vantaggio dell’azienda.
Sebbene la cifra complessiva sia elevata, il risarcimento per singolo utente è relativamente modesto: circa 22 dollari, prima di spese legali e commissioni, considerando la divisione tra i 14 milioni di utenti coinvolti. Tuttavia, su larga scala, l’impatto economico è significativo. L’estensione della causa agli altri Stati potrebbe aumentare notevolmente la portata della sanzione.
Google replica: “Misure necessarie per sicurezza e funzionamento”
Google ha risposto sostenendo che la Corte ha frainteso i servizi essenziali per la sicurezza, l’affidabilità e le prestazioni dei dispositivi Android. Secondo l’azienda, la raccolta dati è necessaria per funzioni come la sincronizzazione, i controlli di sicurezza e l’integrazione tra dispositivi.
Il nodo della controversia rimane però l’utilizzo degli stessi dati per profilazione e pubblicità mirata, che ha portato alla denuncia.
In Europa, nuove tensioni Antitrust su Google Search
Parallelamente a queste vicende negli Stati Uniti, Google si trova sotto pressione anche in Europa. Il colosso tecnologico ha proposto nuove modifiche ai risultati di ricerca nel tentativo di rispondere alle crescenti critiche dei rivali e anticipare una possibile nuova multa da parte dell’Autorità Antitrust dell’Unione europea.
Secondo un documento visionato da Reuters, Google parteciperà a un workshop con la Commissione europea e i propri concorrenti, previsto per il 7 e l’8 luglio a Bruxelles, durante il quale presenterà le proprie proposte per migliorare la trasparenza e l’equità nei risultati di ricerca.
La Commissione Europea ha accusato Google, già a marzo, di favorire i propri servizi – come Google Shopping, Google Hotels e Google Flights – a discapito della concorrenza. Questo incontro rappresenta un tentativo di mediazione prima di un possibile intervento sanzionatorio più pesante.