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Borse 2 giugno in ribasso sia in Europa che negli Usa per l’incertezza globale e quella sui dazi. Oro e petrolio in ascesa, dollaro più debole

Le generale incertezza geopolitica e in particolare quella sui dazi innervosisce i mercati finanziari mentre oro e petrolio salgono. A Piazza Affari titoli energetici in netto rialzo ma forte flessione di Iveco e Stellantis. Report shock di Morgan Stanley sulla caduta del dollaro

Borse 2 giugno in ribasso sia in Europa che negli Usa per l’incertezza globale e quella sui dazi. Oro e petrolio in ascesa, dollaro più debole

Il Toro resta guardingo nella prima seduta del mese di giugno, fiaccato dalle imposte doganali statunitensi e dalle crescenti tensioni geopolitiche. L’Unione Europea inoltre si trova a fare i conti anche con il nuovo presidente polacco, nazionalista e filorusso, Karol Nawrocki, che ha vinto le elezioni, mentre i venti di guerra non si placano a Est dopo il recente attacco ucraino alle basi strategiche russe. I colloqui in Turchia, tra Mosca e Kiev, si sono conclusi oggi “non negativamente” dice Ankara e le parti valuteranno nelle prossime settimane i documenti che si sono reciprocamente scambiati. All’incontro seguirà un massiccio scambio di prigionieri (malati e giovani), ma nessuna tregua incondizionata. Oltremanica intanto la Gran Bretagna intensifica il suo riarmo.

Piazza Affari perde lo 0,26% e arretra a  39.984 punti base, in una giornata un po’ sottotono per la Festa della Repubblica. Il quadro è comunque simile nel resto del Continente: Francoforte -0,33%, Parigi -0,19%, Amsterdam -0,5%. Si distingue positivamente Madrid +0,34%, mentre fuori dal blocco della moneta unica Londra è praticamente piatta.

Le indicazioni provenienti da Wall Street non sono state molto incoraggianti e la borsa di New York, dopo un avvio debole, appare attualmente poco mossa (DJ -0,52%, S&P 500 -0,21%, Nasdaq +0,08%).

La guerra commerciale voluta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump resta il tema dominante di questi mesi e a peggiorare l’umore ha contribuito sicuramente il fatto che dal 4 giugno i dazi Usa su acciaio e alluminio raddoppieranno al 50%. I rapporti tra la Casa Bianca e Pechino inoltre scricchiolano come il gesso sulla lavagna, dopo che Washington ha accusato i cinesi di disattendere gli accordi raggiunti in Svizzera, mentre funzionari di entrambe le parti lavorano a un colloquio telefonico tra Xi Jinping e Trump che potrebbe arrivare “molto presto” (secondo alcune fonti stampa).

Manifattura in leggera ripresa in Europa

La manifattura appare in leggera ripresa in Europa, sulla base dell’indice PMI, che sale in maggio a 49,4 (da 49 di aprile), livello massimo da agosto 2022. Si resta in contrazione (sotto il confine di 50), ma la frenata appare meno brusca. A dare una spintina contribuisce la Francia (49,8), mentre deludono Germania (48,3) e Italia (49,2).

Negli Stati Uniti invece il PMI manifatturiero a maggio cresce a 52 punti, da 50,2 di aprile. Il dato è però inferiore alle previsioni che indicavano una crescita a 52,3 punti. L’ISM a stelle e strisce si conferma in contrazione e scende a 48,5 da 48,7 di aprile, in linea con le attese.

Sono dati che potranno essere presi in considerazione nelle prossime riunioni delle banche centrali. In particolare la Bce si riunisce giovedì e il mercato si aspetta un’altra sforbiciata ai tassi, l’ottava, per un livello che dovrebbe scendere al 2%, praticamente neutrale quindi tenendo conto dell’inflazione.

Per la Fed invece, secondo alcuni banchieri del board, un taglio non arriverà prima della seconda metà dell’anno.

Dollaro in ribasso; oro e petrolio con il turbo

In questo contesto verrebbe da pensare che l’euro arretra e il dollaro si rafforza, invece succede il contrario. A pesare sul biglietto verde è soprattutto l’incertezza creata dalle politiche della Casa Bianca. L’euro cambia in questo momento oltre 1,14 (+0,73%).

Un futuro così nebuloso non può invece che aiutare l’oro, che dopo qualche tentennamento nelle scorse settimane, oggi ha ricominciato a correre. In questo momento lo spot gold guadagna il 2,65% per un prezzo di 3376,53 dollari l’oncia.    

Gli acquisti premiano oggi anche il petrolio, con gli investitori che continuano a monitorare i colloqui sul nucleare iraniano e le ultime notizie provenienti dal fronte della guerra tra Ucraina e Russia. A dare una spinta contribuisce il fatto che sabato scorso i paesi dell’Opec+ hanno deciso di aumentare la produzione per il mese di luglio di 411.000 barili al giorno, placando così i timori di un aumento maggiore. Il future Brent di agosto tratta in rialzo del 3,31% a 64,86 dollari al barile.

Piazza Affari, fra Tenaris e Stellantis

Gli effetti del rialzo del greggio si fanno sentire oggi in Piazza Affari che vede Tenaris +4,98% regina del listino, seguita da Saipem +2,29% ed Eni +1,53%.

Archiviano una seduta in denaro anche le utility: Italgas +2,87% nel primo giorno dell’aumento di capitale da un miliardo di euro; Hera +0,82%, Terna +1,12%, Snam +0,87%.

Nella giornata segnata dalle debolezza si è mossa in controtendenza anche Telecom Italia +0,66%.

Le banche sono poco mosse. Svettano leggermente sulle altre Unicredit +0,21% e Montepaschi +0,21%. Per quanto riguarda Siena si parla di una possibile revisione dell’Ops su Mediobanca (-0,96%). 

Le blue chip peggiori del giorno sono Stellantis -4,96% e Iveco -3,9%. Sul titolo dell’azienda di veicoli commerciali, pesano i realizzi dopo che Morgan Stanley ha abbassato la raccomandazione a ’underweight’ da ’equal weight’, con target price a 15,6 da 16 euro, citando la forte performance da inizio anno.

Va giù Leonardo -1,03%, che in seduta ha anche toccato nuovi massimi storici a 56,18 euro, dopo l’annuncio del premier britannico Keir Starmer del nuovo piano da 15 miliardi di sterline per potenziare la flotta di sottomarini nucleari e rafforzare la capacità militare. 

Male Campari -2,58% ed Stm -1,9%. Le vendite si sono abbattute anche sui titoli del lusso come Cucinelli -1,89%.

Fuori dal paniere principale brilla la Juventus +6,42%, che si prepara al Mondiale per Club e al mercato estivo. Damian Comolli e Giorgio Chiellini guidano la nuova dirigenza, puntando su giovani talenti come Yildiz e Thuram e su una strategia chiara per il futuro. Il montepremi del torneo potrebbe dare slancio alle casse del club. Sul fronte tecnico, resta aperta la scelta dell’allenatore, con Tudor favorito in attesa di conferma dopo il torneo.

Spread poco mosso

La chiusura è stabile per il secondario. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di uguale durata è a 99 punti base e i rendimenti sono rispettivamente al 3,51% e 2,53%.

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