Germania, per il nuovo governo buona la seconda. Friedrich Merz è stato nominato cancelliere con 325 voti. Proprio stamani, tra i conservatori, la frase ricorrente era stata: “Anche al conclave spesso la fumata bianca non arriva al primo voto”. Accordo, dunque, al secondo voto del Parlamento tedesco sull’elezione di Merz alla cancelleria federale dopo la clamorosa bocciatura arrivata come una doccia fredda poco dopo le 10 del mattino.
“Signora Presidente, accetto le elezioni“, ha detto Merz prendendo la parola in aula subito dopo l’annuncio ufficiale del risultato. Una frase semplice, quasi rituale, ma che arriva dopo un passaggio parlamentare mai visto nella storia della Germania federale.
Germania, Merz cancelliere: per il nuovo governo buona la seconda
È infatti servito un secondo scrutinio, al termine di una lunga e tesa giornata al Bundestag, per consegnare al leader della Cdu la maggioranza necessaria. Con 325 voti a favore, 289 contrari, un’astensione e tre assenti, Merz ha superato la soglia della cosiddetta “maggioranza del cancelliere”, fissata a 316 voti. Potrà dunque assumere ufficialmente l’incarico già da domani, con in agenda le prime visite ufficiali in Francia e Polonia.
La seconda votazione gli ha permesso di archiviare l’incidente del mattino come un inciampo iniziale. Resta però evidente che la sua leadership parte sotto attenta osservazione, anche all’interno della sua stessa area politica.
Per rimediare alla debacle del mattino, non si è voluto attendere ulteriormente: la strategia è stata quella di forzare i tempi, puntando subito a una nuova votazione in giornata. Il capogruppo dell’Unione Cdu-Csu Jens Spahn, aveva annunciato il ritorno alle urne alle 15:15, spiegando che era stata raggiunta un’intesa con i gruppi parlamentari dei Verdi e della Linke. Spahn aveva ribadito che “tutta Europa, forse tutto il mondo, sta guardando a questa elezione“, sottolineando la compattezza dei gruppi di Unione e Spd a sostegno di Merz. “Viviamo una polarizzazione crescente. È importante che vi sia un governo stabile”, aveva dichiarato a sua volta Lars Klingbeil, leader della Spd e indicato come prossimo vicecancelliere.
Mai, dal 1949 a oggi, un cancelliere designato era stato bocciato al primo turno di votazione. La Costituzione tedesca prevede che nelle prime due votazioni sia necessaria la maggioranza assoluta: 316 voti su 630. La delusione del mattino ha messo in luce crepe profonde nella maggioranza, con 18 franchi tiratori (erano 328 i numeri della colazione) che hanno votato contro o si sono astenuti, sfiduciando Merz in un momento chiave.
Le incognite di una maggioranza debole e l’avanzata di AfD
Con l’elezione al secondo scrutinio, Friedrich Merz diventa il decimo cancelliere della Repubblica Federale di Germania. Succede a Olaf Scholz, che rimarrà in carica per l’ordinaria amministrazione fino al giuramento del nuovo governo.
Ma se la giornata si chiude con un esito positivo, le ombre restano tutte. La coalizione che sostiene Merz ha mostrato sin da subito segnali di fragilità strutturale. Cdu-Csu e Spd dovranno ora dimostrare non soltanto di avere i numeri, ma anche una coesione politica duratura.
I prossimi passaggi – dalla nomina dei ministri alla definizione del programma – saranno determinanti per valutare se l’esecutivo sarà in grado di affrontare le difficoltà interne e le sfide economiche. La Germania si trova in un periodo di stagnazione prolungata, con un rallentamento industriale persistente, mentre in Europa si moltiplicano le tensioni geopolitiche.
Su questo quadro già complesso, incombe l’ascesa dell’estrema destra dell’AfD, che alle elezioni del 23 febbraio si è classificata al secondo posto. Nonostante l’organizzazione sia stata classificata come estremista dall’intelligence tedesca, il partito rivendica un ruolo centrale nel futuro politico del Paese: “Siamo pronti ad assumerci la responsabilità di governo. Merz dovrebbe dimettersi immediatamente e si dovrebbe aprire la strada a nuove elezioni”, ha dichiarato Alice Weidel, co-leader della formazione.
Intanto, il nuovo governo Merz si prepara a entrare in carica già da domani, con gli impegni istituzionali già programmati. Prima visita domani dal presidente francese Emmanuel Macron che nel corso della giornata aveva ribadito il proprio sostegno politico, dichiarando pubblicamente: “Lo aspetto domani”.
Ultimo aggiornamento ore 16,45