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Idroelettrico nel business delle società elettriche europee. Lettera delle 10 big alla Ue per una strategia al 2050

L’energia idroelettrica entra nelle strategie delle dieci company più grandi d’Europa. Una prima lettera è all’esame della Commissione Ue

Idroelettrico nel business delle società elettriche europee. Lettera delle 10 big alla Ue per una strategia al 2050

Per averla ci vuole l’acqua, ma le turbine per produrre l’idroelettrica hanno bisogno di invasi capienti e tecnologie. Le dieci compagnie energetiche europee più ​grandi hanno firmato un accordo per rilanciare l’idroelettrico in tutta Europa. Un’alleanza strategica tra Enel, Edf, Epd, Engie, Fortum, Iberdrola, Statkraft, Uniper, Vattenfall e Verbund richiamata in una lettera alla quale ha dato il proprio assenso la  la commissaria Ue per l’Energia, Kadri Simson. La necessità di riposizionare l’idroelettrico nel futuro sistema europeo si avvertiva da tempo. La fonte è pulita, non dannosa per il clima  e vista con interesse dagli ambientalisti. La collaborazione tra le company entra nel puzzle energetico dell’Ue che in questo 2023 si compone e ricompone in virtù di strategie politiche ed aziendali. Il dato di partenza per un successo su larga scala sono i 110 Gigawatt di potenza gestita dalle società. La commissaria Simson nel dare sostegno all’iniziativa, ha detto che che “l’energia idroelettrica è una fonte cruciale per l’elettricità rinnovabile Ue ” e lei è pronta a discutere le sfide e la via da seguire per il settore.

Idroelettrico sicuro e disponibile anche in Italia

L’Italia è ben messa con oltre il 40 % di energia prodotta. Ma i 4.331 impianti oggi esistenti possono ancora crescere, cosa che vogliono anche gli altri Paesi. Se l’idroelettrico deve continuare ad essere un pilastro della nuova frontiera energetica occorrono investimenti e fiducia nelle infrastrutture. Purtroppo nel nostro Paese dopo il disastro della diga del Vajont del 1963, la fonte con gli invasi entrò in un cono d’ombra prolungato. Solo da qualche anno sono riprese le partnership con gli Enti Locali. Le società, come usa fare in tutti settori delle rinnovabili, fissano i traguardi al 2050. La lettera all’Ue somiglia molto ad un manifesto programmatico.​ “L’energia idroelettrica facilita l’integrazione nel sistema di grandi quantità di energia rinnovabile da fonti intermittenti, fornendo flessibilità al sistema, compreso lo stoccaggio”, si legge. ” In futuro le centrali idroelettriche rinnovate, ripotenziate e nuove, così come l’energia idroelettrica con pompaggio, continueranno a garantire un sistema pronto ad accogliere una quota sempre maggiore di generazione rinnovabile “.​ Quanto ai prezzi ​sono le stesse aziende a dire che sono accessibili,​ oltre ad essere “​energia dispacciabile e sicura” . La richiesta ai vertici Ue è di “creare un quadro economico, politico e legale adeguato, affidabile e sostenibile per gli investimenti”. Su questo versante,l’Unione una strategia vera e propria tipo quella sull’idrogeno, non l’ha ancora strutturata. Per questo oggi viene richiesta con determinazione, affinché sia “in linea con le altre strategie sulle rinnovabili già pubblicate”. Connesso al macro disegno per i prossimi 20 anni, come dicevamo, c’è la richiesta di aiuti per introdurre tecnologie nel piano industriale Net-Zero. Ci sono e vanno acquistate senza cadere negli stessi errori per le terre rare monopolizzate da pochi Paesi. Certamente siamo all’inizio di una nuova partita. Ma dieci aziende leader devono sapere anche come si vince.

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