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Tim aumenta l’utile e rinvia la decisione su KKR

Arriva lo stop dei ministri Gualtieri e Patuanelli che spingono per la Rete Unica. Il Cda prende atto e rinvia al 31 agosto la decisione sull’offerta del fondo di 1,8 miliardi per la rete in rame. Nel semestre aumentano i clienti in fibra ma per effetto del Covid scendono i ricavi da servizi. Migliorano i debiti – Azioni in rialzo in Borsa

Tim aumenta l’utile e rinvia la decisione su KKR

Stop and go. Il Cda di Tim rinvia al 31 agosto l’esame dell’offerta Kkr per la rete secondaria in rame e approva i conti semestrali accogliendo “con grande favore l’accelerazione del progetto di Rete Unica e parteciperà con entusiasmo – afferma il comunicato uscita dalla riunione del Cda martedì a tarda sera – ai lavori che il Governo intende far partire nelle prossime ore”. All’Ad Guido Gubitosi è stato affidato il mandato di proseguire i colloqui con il governo. Il gruppo si presenta alla trattativa con un utile netto di 678 milioni (+23%), debiti in calo di 1,697 miliardi nei primi sei mesi a quota 25,9 miliardi. Inoltre ha fermato, nel secondo trimestre, l’emorragia di linee fisse consumer mantenendo stabili le linee mobili. I clienti in fibra sono aumentati di 500 mila unità. Le azioni Tim sono in forte rialzo mercoledì mattina, dopo il rally di martedì (+6,28%).

Il comunicato di Tim arriva martedì a tarda sera, al termine di una giornata che non ha risparmiato colpi di scena. Sul tavolo del Cda è arrivata la lettera dei ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli che, secondo le indiscrezioni di stampa, hanno chiesto al presidente di Tim Salvatore Rossi di sospendere l’esame dell’offerta presentata dal fondo KKR Infrastructure: 1,8 miliardi per il 37,5% della futura società della rete in rame da convertire in fibra ottica. Il progetto – di cui il Cda si è limitato a “prendere atto con favore” – valuta 7,7 miliardi la vecchia rete da scorporare (4,7 per l’equità, il resto debiti). Il nome della nuova entità è FiberCop e ne entrerebbe a far parte anche Fastweb, attuale socia di Tim in FlashFiber (rispettivamente 80 e 20 per cento ciascuna). Fastweb entrerebbe nella partita conferendo la sua partecipazione nella fibra e acquisendo il 4,5% di FiberCop.

Ma, come si è detto, tutto è fermo in attesa che parta la trattativa sulla rete unica ovvero la rete nazionale in banda ultralarga che dovrebbe coinvolgere Cdp e Open Fiber. «Consapevoli dell’importante progetto all’esame del consiglio – hanno scritto i due ministri riferendosi all’offerta di KKR- le esprimiamo l’opportunità di valutare le modalità più adeguate per collocare l’operazione in questo più ampio contesto strategico».

Se ne riparla a fine mese, sempre che sia possibile entro quella data definire un vero accordo che integri le reti di Tim e di Open Fiber i cui punti di vista risultano ancora piuttosto distanti.

Tornando ai conti semestrali, i ricavi da servizi sono stati di 7,3 miliardi in calo del 7,4%. “Il trend dei ricavi, oltre a risentire degli effetti dell’emergenza COVID – spiega la nota del gruppo – riflette la razionalizzazione del portafoglio prodotti e la maggior disciplina nei processi commerciali avviata lo scorso anno”. L’Ebitda organico è stato di 3,5 miliardi di euro nel semestre (-6,9% su base annua, -6,4% nel secondo trimestre con margine al 46,1%). Alla riduzione del debito ha contribuito l’equity cash flow per 978 milioni, il resto – spiega ancora la nota – “è attribuibile alla parziale monetizzazione della partecipazione in INWIT che ha più che bilanciato il pagamento di 316 milioni di euro di dividendi sulle azioni ordinarie e di risparmio di TIM”.

Il comunicato ricorda le due operazioni-chiave dell’ultimo periodo per Tim: da un lato l’offerta vincolante per l’acquisto delle attività mobili della brasiliana Oi (con Vivo e Claro) aumentata a 16,5 miliardi; dall’altro la cessione a Ardian Infrastructure di una quota di minoranza nella holding che detiene la quota di TIM in INWIT. L’incasso, conclude il comunicato, di 1,6 miliardi di euro è previsto entro la fine del terzo trimestre.

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