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Borsa, banche e petroliferi in rosso: Trump zavorra i listini

Le nuove tensioni sulla trattativa tra Usa e Cina frenano le Borse europee – Soffrono i bancari con Bper e Banco Bpm, mentre Eni, Saipem e Tenaris pagano il forte calo dei prezzi del petrolio – Bene Enel e Ferrari – Spread in rialzo – Assegnati 6,5 miliardi di Bot, giù i rendimenti

Borsa, banche e petroliferi in rosso: Trump zavorra i listini

Le borse europee subiscono una battuta d’arresto dopo i massimi delle ultime tre settimane, sulla scia di dati deboli dalla Cina sull’attività produttiva e degli ultimi segnali di frizione tra Washington e Pechino sul fronte commerciale. Piazza Affari cede lo 0,68% , leggermente peggio di Parigi -0,6%, frenata da Dassault System che ha acquisito il controllo dell’americana Medidata per 5,8 miliari di dollari. Francoforte -0,5% trae vantaggio dal balzo di Axel Springer +12,3% dopo il private KKR, già  detentore della maggioranza,  si è offerta di comprare le quote di minoranza a 63 euro per azione, con un sovvrapprezzo del 40% rispetto al prezzo di mercato. Londra -0,66%. L’indice paneuropeo STOXX 600 è in calo di mezzo punto sotto la pressione del settore tech, sensibile ai dazi, in flessione dello 0,76%. Scambia in negativo Stmicroelectronics in calo dell’1,7%.

Buone notizie in arrivo dalle aste dei titoli di Stato. Il Tesoro ha assegnato Bot annuali scadenza 12 giugno 2020 per 6,5 miliardi di euro a fronte di richieste per 9,993 miliardi. Il rendimento è sceso allo 0,069% dallo 0,122% del collocamento di metà maggio. In mattinata il Tesoro ha anche avviato il collocamento del nuovo Btp a 20 anni, con scadenza primo marzo 2040, con prime indicazioni di rendimento in area 16 punti base sul Btp 2038, poi riviste a 14 punti base sul Btp 2038, e con ordini che ammontano a 16 miliardi. Il nuovo bond potrebbe avere una cedola nominale ben al di sopra del 3%.

I Btp hanno mostrato un lieve recupero rispetto all’avvio di seduta che ha visto lo spread balzare a 263 punti base dai 255 della scorsa chiusura, per attestarsi dopo l’asta a 262 punti base. Analogo trend anche per il tasso del decennale di riferimento che, partito a 2,39% (da 2,32% della scorsa chiusura), si attesta alla stessa ora a 2,38%.

Mario Draghi, intervenuto stamattina ad un evento a Francoforte, non ha parlato di politica monetaria. Ma in compenso, nelle ultime ore, alcuni membri del consiglio di governo della BCE si sono espressi disponibili a nuove misure di stimolo, tra cui un intervento sul costo del denaro, nel caso ce ne sia bisogno. Dopo Olli Rehn e Peter Kazmir, stamattina è stato il turno del presidente della banca centrale francese, François Villeroy.

Il petrolio WTI perde il 2,8%, a 51,8 dollari il barile. Contribuisce al ribasso, anche la notizia delle extra forniture concesse dall’Arabia Saudita ad alcuni acquirenti cinesi. Ma ci sono soprattutto le anticipazioni sul dato della scorte di petrolio degli Stati Uniti, l’API (American Petroleum Institute) si aspetta un incremento di quasi cinque milioni di barili.  
Rallentano i petroliferi: Eni -1,2%, Saipem -2,8% e  Tenaris -2,5% che ha annunciato il ritiro dalla Borsa di Buenos Aires..

Secca nuova smentita di Atlantia -0,4%a proposito di un presunto interesse per Alitalia. Rallenta anche Tim -0,6% che, secondo il Sole 24 Ore, potrebbe rilevare il 50% di Open Fiber in mano ad una valutazione (carta contro carta) di 2,5 milioni di euro, molto inferiore a quanto stimato da Enel +0,6% che controlla il resto del capiate. Il colosso elettrico sta rinnovando  gli accordi con l’Algeria per l’importazione di gas.

Italgas -0,8%, prevede di investire 4,5 miliardi di euro nell’arco del piano industriale al 2025 annunciato stamattina, il precedente piano ne contemplava quattro. La società destinerà 500 milioni di euro alla metanizzazione della Sardegna. Nessuna novità sul dividendo.

Rallenta Fca -1,7%: la partita tra Renault e Nissan potrebbe decidersi nelle prossime ore.

Nel resto del listino:

Sale Gima TT +5% ma scende Ima -2,3%. I consigli di amministrazione delle due società hanno approvato il piano di fusione per incorporazione di Gima TT nella controllante Ima, la quale, l’aveva portata in Borsa a fine 2017 al prezzo di 12,5 euro. Il rapporto di cambio è stato determinato nella misura di 11,4 azioni IMA ogni 100 azioni GIMA TT. I termini dell’operazione, prevedono solo un premio dell’8,5% rispetto al prezzo di ieri, pari a 7,74 euro.

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