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Wine Spectator: è californiano il miglior vino al mondo

Secondo la prestigiosa rivista il miglior vino di quest’anno è il Cabernet Sauvignon Napa Valley 2013 made in California – Il nostro Barbaresco Asili Riserva 2011 e il nostro Tignanello Antinori fra i primi dieci al mondo

Wine Spectator: è californiano il miglior vino al mondo

Il migliore vino al mondo per il 2016? Non è una prestigiosa riserva francese, non è un esuberante vino italiano, non è un rigoroso vino alsaziano, né un rampante vino spagnolo. Il Vecchio continente deve inchinarsi di fronte a un Cabernet Sauvignon Napa Valley 2013 della cantina Lewis, made in California.

Così ha deciso la più autorevole rivista di cultura vinicola mondiale, Wine Spectator che ha decretato la Top 100 dei migliori e più emozionanti vini di quest’anno.

Al Cabernet Sauvignon Napa Valley 2013 i giudici della rivista hanno assegnato il punteggio di 95/100, siamo quasi alla perfezione. A questo punto  è lecito chiedersi quanto può costare il migliore vino al mondo. Presto detto, e  anche qui grande sorpresa: il prezzo si aggira attorno ai  100 dollari a bottiglia. Molto ma molto meno di prestigiose e altisonanti etichette  franco-italo-allemande-spagnole. Una curiosità a tal proposito. Non sempre nella selezione dei giudici della rivista americana il vino più caro è anche quello più buono. Nella lista dei cento vini dello scorso anno, infatti, erano stati inseriti vini che costavano 10 dollari accanto a quelli ben più carestosi.

La cantina di Napa Walley appartiene  a un ex pilota di auto Randy Lewis, protagonista di un terribile  incidente ad Indianapolis che lo costrinse a ritirarsi dalle competizioni automobilistiche. Appeso il casco al chiodo Lewis si buttò nella viticoltura – era il 1992 – con la stessa voglia di vincere  che lo guidava nelle corse automobilistiche, coinvolgendo nel tempo tutta la sua famiglia. La filosofia dichiarata della sua azienda  è di puntare solo all’eccellenza  scegliendo “portinnesti di ridotto vigore e una selezione di cloni per avere  vigneti equilibrati e rendimenti modesti, ma producendo sapori massimi” . I risultati si sono visti.

E sono americani anche i vini che si sono collocati al secondo e al terzo posto. Rispettivamente lo Chardonnay Dundee Hills Evenstad Reserve 2014 del Domaine Serene prodotto nella valle dell’Oregon che ha ottenuto il punteggio di 95/100; il Beaux Frères Pinot Noir Ribbon Ridge anche questo prodotto da un’azienda dell’Oregon.  Finalmente fuori dal podio ma in quarta posizione si colloca un vino della vecchia Europa, un Bordeaux della regione francese di Barsac, lo Château Climens Barsac 2013.

L’Italia è riuscita a collocarsi con onore fra i  primi dieci vini al mondo con due etichette di alto prestigio internazionale.  Ovvero con  il Barbaresco Asili Riserva 2011 dei Produttori del Barbaresco, che si attesta in quinta posizione e il Tignanello 2013 di Antinori che ha avuto un punteggio di 94/100 che occupa il numero 8. .

Alla “Produttori del Barbaresco” la rivista riserva una definizione entusiasta: «Una delle migliori cooperative nel mondo del vino contemporaneo». La cantina sociale nacque nel  1958 da un’ intuizione di don Fiorino Marengo, allora parroco di Barbaresco, che riunì diciannove agricoltori e fondò la Produttori del Barbaresco «per la qualifica e garanzia del Barbaresco». Con i risultati che oggi sappiamo. Oggi la cantina conta 50 membri con circa 110 ettari di vigneti a Nebbiolo e controlla gran parte dei «cru» storici della zona

Il Tignanello  dei marchesi Antinori, fra i più amati vini italiani all’estero, è   un vino che rappresenta una pietra miliare nella produzione italiana:  il primo Sangiovese ad essere affinato in barrique, il primo vino rosso moderno assemblato con varietà non tradizionali, quali il Cabernet, e tra i primi vini rossi nel Chianti a non usare uve bianche. Prodotto  con una selezione di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc dopo un affinamento in barriques per 12 mesi circa, riposa in bottiglia per un ulteriore anno di affinamento.

Per la cronaca nella edizione 2015 della Top 100 di Wine Spectator   l’Italia piazzò  sempre due vini fra i primi dieci: il Brunello di Montalcino 2010 Il Poggione al n. 4 e l’Amarone della Valpolicella Classico Vaio Armaron 2008 Serego Alighieri di Masi in ottava posizione ( sembra un destino…)

Semopre per la cronaca nella storia oramai quasi trentennale di questa classifica alla quale guardano tutti gli appassionati di vino mondiale il nostro paese è riuscito per ben tre volte a collocarsi sul podio del vincitore assoluto su tutti, ed è stato nel 2006, con il Brunello di Montalcino 2001 Tenuta Nuova di Casanova di Neri, nel 2001 con l’Ornellaia 1998 di Tenuta dell’Ornellaia, e nel 2000 con il Solaia 1997. Ma va anche detto che per tre volte rimase esclusa dalla lista dei top 100. Ma è acqua passata.

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