Condividi

Von der Leyen: “Vaccini e brevetti, pronti a discuterne”

Nel discorso sull’Unione, la presidente della commissione Ue riconosce che “l’Italia aveva ragione a chiedere un piano europeo sul Covid”. E tende la mano a Biden sulla deroga dei brevetti – Italia e Francia sono d’accordo, la Germania no

Von der Leyen: “Vaccini e brevetti, pronti a discuterne”

“L’Italia aveva ragione”. Il riconoscimento, anche se a distanza di tempo, arriva da Ursula von der Leyen nel suo discorso sull’Unione. La presidente della commissione Ue o ha pronunciato nella mattina di giovedì e ha riconosciuto che la richiesta dell’Italia di un’intervento di livello europeo sull’emergenza Covid fosse non solo fondato ma necessario. E’ stata la premessa, aggiunge, per la campagna vaccinale che la Ue ha poi avviato e che ora sta dando i primi successi con 30 persone vaccinate al secondo nella Ue. Ma soprattutto von der Leyen ha colto al balzo la scelta del presidente Usa Biden di sospendere i brevetti sui vaccini. E risponde: “Siamo pronti a discuterne”. La deroga sui brevetti dei vaccini sarà discussa al summit informale dei leader Ue di Oporto, nel fine settimana.

LEGGI ANCHE: Brevetti vaccini: Biden li libera e Big Pharma cade in Borsa

Ma ecco, direttamente riportate dall’agenzia Ansa, le parole di Ursula von der Leyen:

“Mi ricordo bene l’inizio della pandemia e l’appello dell’Italia all’Europa. Gli italiani chiesero la solidarietà ed il coordinamento dell’Europa. L’Italia aveva ragione, l’Europa doveva intervenire. E questo è quello che abbiamo fatto”. Così la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, nel discorso sullo Stato dell’Unione 2021.

“La nostra campagna di vaccinazione è un successo. Quello che conta sono le ferme e crescenti consegne di vaccini agli europei e al mondo. Ad oggi 200 milioni di vaccini sono stati distribuiti nell’Ue. Sono abbastanza per vaccinare almeno la metà della popolazione adulta europea almeno una volta. Nè Cina o Russia, si avvicinano minimamente”. Così la presidente della Commissione europea nel suo discorso.

“Con Draghi a Roma” il 21 maggio “ospiteremo il vertice sulla Salute. Dobbiamo muoverci da soluzioni ad hoc sulla pandemia ad un sistema che funzioni per tutto” il mondo. “Vogliamo discutere di cooperazione internazionali. Il nostro rinascimento sulla Salute inizia a Roma”, ha detto Von der Leyen.

“A pochi chilometri da Firenze c’è un paesino, Barbiana, dove don Lorenzo Milani sul muro della scuola scrisse in inglese ‘I care’. Lui disse agli studenti che quelle erano le due parole più importanti da imparare. ‘I care’ significa assumere responsabilità. Gli europei hanno dimostrato con le loro azioni cosa significa. Questo deve essere il motto dell’Europa. ‘We care'”, ha sottolineato Von der Leyen.

“L’Ue è pronta a discutere qualsiasi proposta che affronti la crisi” del Covid “in modo efficace e pragmatico. Questo è il motivo per cui siamo pronti a discutere di come la proposta degli Stati Uniti per una deroga alla protezione della proprietà intellettuale” dei brevetti “per i vaccini Covid potrebbe aiutare a raggiungere tale obiettivo”, ha aggiunto la presidente della Commissione Ue.

La presidente europea, a questo proposito ha ricordato che la Ue  è attualmente “il principale esportatore di vaccini nel mondo” e ha invitato gli altri paesi produttori a revocare le loro restrizioni per esportare. Una revoca temporanea dei brevetti è richiesta soprattutto da India e Sud Africa, ma alcuni paesi, tra cui la Francia, sono fermamente contrari. “Al momento chiediamo a tutti i produttori di vaccini di autorizzare l’esportazione e di evitare tutte le restrizioni che potrebbero interrompere le catene di approvvigionamento”, ha insistito von der Leyen. “Sono state esportate più di 200 milioni di dosi prodotte in Europa, tanti quanti sono i vaccini che l’Ue ha fornito ai propri cittadini”, ha sottolineato.

Per quanto riguarda le posizioni dei singoli Paesi, Italia e Francia sosterranno la possibilità di sospendere le licenze per la produzione di vaccini e chiederanno all’Ue di assumere una posizione comune da presentare all’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto), l’organismo titolato a intervenire in materia.

La Germania, però, non è d’accordo. Secondo la cancelliera Angela Merkel, “il fattore limitante è la capacità di produzione, non i brevetti: stiamo lavorando per migliorare la capacità in Germania, in Ue e nel resto del mondo”.

Molti credono però che la frenata di Berlino punti, in primo luogo, a difendere il brevetto della Biontech, la Big Pharma con sede a Magonza che collabora con Pfizer.

Draghi e Macron, quindi, proveranno oggi a convincere la Cancelliera (che partecipa al summit in video conferenza) sulla necessità di concordare subito un profilo comune da avanzare anche al Vertice mondiale sulla Salute che si terrà a Roma il prossimo 21 maggio (l’Italia è presidente di turno del G20).

Commenta