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Brevetti vaccini: Biden li libera e Big Pharma cade in Borsa

La svolta di Biden sulla sospensione dei brevetti sui vaccini colpisce le azioni dei colossi del Big Pharma, che perdono subito terreno a Wall Street – Materie prime ancora sugli scudi – Trimestrali boom di Stellantis e Intesa

Brevetti vaccini: Biden li libera e Big Pharma cade in Borsa

Ripartono al galoppo i listini giapponesi dopo la lunga vacanza. Lo stesso però non capita alle Borse cinesi, su cui pesa la rottura tra Pechino e l’Australia: la Cina ha sospeso a data da destinarsi l’accordo sui commerci tra i due paesi dopo la decisione del governo di Canberra di cancellare la partecipazione dello stato di Victoria (Melbourne) all’iniziativa Belt&Road della Cina. Il conflitto diplomatico rischia di riflettersi sui prezzi delle materie prime, già in forte tensione. Ma la novità geopolitica più importante è la decisione americana di concedere libero accesso ai brevetti sui vaccini detenuti dalle Big Pharma. “L’amministrazione crede fortemente nelle protezioni della proprietà intellettuale – ha detto la ministra del Commercio estero Usa , Katherine Tai – ma questa è una crisi sanitaria globale e le circostanze straordinarie della pandemia richiedono misure straordinarie”. Le azioni di Biontech, Novavax e Moderna hanno perso tra il 5 ed il 7%, Pfizer ha limitato i danni all’1%. Ecco il quadro ad inizio giornata.

AUSTRALIA E CINA AI FERRI CORTI. FRENANO LE BORSE

Il dollaro australiano scende, così come le borse di Sidney e di Shanghai. L’indice CSI 300 cinese è in calo dello 0,9%. L’S&P ASX 200 di Sidney perde lo 0,7%. Il cross dollaro statunitense/dollaro australiano è in rialzo dello 0,3% a 1,29.

MA TOKYO SALE DELL’1,8% ED IL DOW È RECORD

Hong Kong è in rialzo dello 0,2%. Modesti guadagni per il Kospi di Seul e per il BSE Sensex di Mumbai. Al galoppo, dopo cinque di vacanza, la borsa di Tokyo: +1,8%.

I future di Wall Street sono intorno alla parità. Ieri il Dow Jones (+0,29%) ha segnato un nuovo record, sotto la spinta di Goldman Sachs e Caterpillar. Piatto l’indice S&P 500 (+0,07%). Nasdaq -0,37%.

BEZOS VENDE TITOLI AMAZON PER 2,5 MILIARDI

Jeff Bezos ha venduto azioni Amazon per 2,5 miliardi di dollari, la sua prima grossa vendita di titoli del 2021: l’anno scorso il fondatore e socio di riferimento della società aveva venduto azioni per circa dieci miliardi di dollari.

COMMODITY ALLE STELLE, SALE ANCHE IL CAFFÉ (+6%)

Anche se il petrolio e il rame hanno rallentato, prosegue la corsa delle materie prime, grazie al rally dei minerali ferrosi, del gas naturale ed anche del caffè (+6%), l’indice Bloomberg delle commodity tocca un nuovo massimo dal 2015.

L’incremento delle commodity fa salire l’attesa di carovita: la differenza tra i bond legati all’inflazione e gli altri è salita al 2,84%, ma il Treasury decennale resta per ora fermo a 1,584%.

OGGI VOTA LA SCOZIA. BANK OF ENGLAND DECIDE IL TAPERING

Da seguire oggi la riunione del board della Bank of England, che potrebbe decidere di rallentare se non sospendere gli acquisti sul mercato. La sterlina stamane è debole a 1,3910 sul dollaro.

LANE (BCE): INFLAZIONE SOTTO CONTROLLO PER DUE ANNI

La paura scatenata dalle dichiarazioni di Janet Yellen è ormai acqua passata. I listini europei, dopo la disordinata ritirata di martedì per il timore di un cambio di rotta della politica accomodante Usa, hanno ripreso a correre fin dal mattino. A rincuorare il Toro è peraltro sceso in campo Philip Lane, il capo economista della Bce prediletto a suo tempo da Mario Draghi, che guida il fronte delle colombe a Francoforte: l’economista irlandese ha detto ieri di non ritenere che l’inflazione possa andare oltre i livelli di guardia nei prossimi 18-24 mesi nonostante la fuga in avanti dei prezzi delle materie prime o il fatto che alcune multinazionali, avvantaggiate dalla ripresa della domanda, stiano riscoprendo il loro potere di controllo dei prezzi. Lane ha sottolineato che la Bce prevede un’inflazione media annua di poco superiore all’1% per il 2022. Per ora, inoltre, i servizi, ancora frenati dal contagio, restano in sofferenza: 47,3 ad aprile in Italia, sotto i 50 punti anche la Germania a 49,9.

REGLING (MES): NON HA PIU’ SENSO IL VINCOLO DI MAASTRICHT

Perfino Klaus Regling, il custode tedesco del Meccanismo Europeo di Stabilità, si è del resto ieri espresso per la revisione di almeno uno dei parametri di Maastricht. “Il limite del 3% del deficit – dice – rimane rilevante. Ma dobbiamo pensare alle limitazioni relative all’obiettivo di un rapporto del 60% tra debito pubblico e Pil, che aveva senso nel mondo in cui il Trattato di Maastricht fu negoziato, ma non ha ragion d’essere oggi”.

PER MILANO (+2,03%) LA MIGLIOR SEDUTA DA DUE MESI

Sull’onda di questi segnali, Milano ha chiuso la miglior seduta degli ultimi due mesi, azzerando le perdite della vigilia con un rialzo del 2,03% a quota 24.463.

Nel resto d’Europa guida i rialzi guida i rialzi Amsterdam (+2,5%), seguono Francoforte (+2,2%), Parigi (+1,4%) e Madrid (+1,7%). Pure Londra si apprezza dell‘1,7%, alla vigilia delle elezioni in Scozia, prologo di un possibile strappo nel Regno Unito.

LE COMMODITY SPINGONO LA CITY

Il balzo della City è legato al boom delle materie prime: minerali, petrolio e pure le soft commodities (mais +142% in un anno). I Big del settore, da Rio Tinto a BHP Group e Anglo American segnano progressi superiori al 4%.

SPREAD A 108, BPPM DI EMISSIONI IN GRECIA

Dopo due sessioni a segno più, l’obbligazionario italiano termina debolmente la seduta, in un mercato che digerisce l’arrivo di nuova carta tra scambi che restano particolarmente volatili.

Alle 17,30 italiane, la forbice tra i tassi Btp e Bund sul tratto a 10 anni si è attestata a 108 punti dai 106 del finale della vigilia. Il tasso del decennale è a 0,85% da 0,81% della precedente chiusura.

In un’operazione di buyback, il Tesoro ha riacquistato quattro titoli – tre Btp e un Ctz – con scadenza 2021 per 4,725 mld.

La Germania, che sta preparando l’emissione questo mese di un nuovo green bond trentennale, ha contestualmente collocato 3,33 miliardi di euro nel Bobl aprile 2026.

Molto attiva la Grecia, che sfrutta la promozione del rating da parte di S&P. Atene, oltre a collocare 812 milioni in titoli di Stato a 13 settimane, ha piazzato via sindacato un nuovo titolo a 5 anni per 3 miliardi di euro su ordini oltre 20 miliardi.

STELLANTIS SUPERSTAR, RICAVI +14%

Pronta riscossa della scuderia Agnelli dopo una giornata molto difficile. Sugli scudi Stellantis (+7%), grazie anche alla trimestrale migliore delle stime. I ricavi proforma sono saliti del 14%, a 37 miliardi, e le consegne sono aumentate del 12%. La crisi dei chip ha comportato la mancata produzione di 190 mila vetture, specie in Nord America. Ma grazie all’integrazione con Peugeot, che vanta una solida presenza nell’elettrico, l’ex Fiat potrà compensare in casa i crediti ad inquinare che hanno comportato l’anno scorso 300 milioni di euro, per due terzi pagati a Tesla. Il Cfo Richard Palmer ha segnalato che le sinergie annunciate in occasione dell’operazione di fusione “si possono raggiungere nei tempi previsti. Stiamo facendo bene e siamo sulla strada giusta”.

CNH ALZA LE STIME, RECUPERA (MA NON TROPPO) FERRARI

Alla riscossa anche Cnh Industrial (+5,27%), che ha rivisto al rialzo la guidance per l’anno in corso dopo aver archiviato il primo trimestre con ricavi in crescita del 37% e un utile netto adjusted di 454 milioni di dollari dal rosso di 66 milioni di un anno prima.

Solo parziale il recupero di Ferrari (+1,55%) dopo lo scivolone della vigilia, provocato dal posticipo di un anno dei target finanziari 2022 a causa dell’impatto del Covid-19. Alcuni broker Usa hanno tagliato il prezzo target delle azioni della Rossa.

KEPLER: GLI USA PAZZI PER CAMPARI (+8% IN UN MESE)

Continua il rally di Campari, +1,23% (nell’ultimo mese +8%), sull’onda delle promozioni degli analisti: Jefferies ha portato il target price da 10,5 a 11 euro (rating hold), citando la forte partenza dell’anno messa a segno dal gruppo, mentre Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo da 11 a 11,5 euro, con rating buy. Il primo trimestre 2021 “è stato ben oltre le attese e la performance dei concorrenti”, spiegano gli analisti di Kepler Cheuvreux, che citano l’andamento sul mercato Usa e di tutti i marchi chiave tranne Aperol. “L’outlook è positivo e ci porta ad aumentare le stime di Eps del 4% nel 2021 e del 2% nel 2022-2023”.

Sale anche Buzzi Unicem: +2,76%.

INTESA BATTE LE PREVISIONI DEL 50%

Tra le banche, rialzo moderato di Intesa, che sale solo dell’1,4% dopo conti strepitosi: “Siamo in linea con l’obiettivo di un utile netto di oltre 3,5 miliardi nel 2021”, ha dichiarato l’ad Carlo Messina. Nel primo trimestre l’utile (1,516 miliardi) ha battuto del 50% le stime degli analisti.

Oggi Unicredit (+2,56%) è chiamata a rispondere ai rivali di Ca’ de Sass. In grande evidenza anche Banca Generali (+2,36%), reduce dal miglior mese di raccolta di sempre.

BENE I PETROLIFERI, SOFFRONO LE UTILITY

Con il Brent vicino ai 70 dollari al barile, esulta il comparto petrolifero: Tenaris sale del 4,48%, Eni del 2,06%, Saipem del 1,88%.

Pochissimi i titoli in terreno negativo: tra questi si segnalano solo Telecom (-0,6%) e alcune utility, tra cui Italgas (-0,44%).

CONTINUA L’EFFETTO MOURINHO SULLA ROMA

Fuori dal listino principale continua l’effetto Mourinho per la Roma (+9,23%).

Il debutto non è granché per Saeco sul segmento Star, dove perde il 5,34%.

In evidenza, infine, Jonix (+11,36%), che ha proseguito i guadagni della vigilia (+12,25%), giorno di debutto sull’Aim Italia.

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