Condividi

Vino: quello di Antonio Perrino vignaiolo all’antica, è pigiato a piedi ma vola nel mondo

A una decina di chilometri dal mare, tra Bordighera e Ventimiglia, proprio ai piedi delle Alpi liguri si trova l’azienda Testalonga di Antonio Perrino. Da sessant’anni produce con metodi antichi le etichette più rappresentative del territorio: il Rossese e il Vermentino. Solo 2000 bottiglie ma molto apprezzate

Vino: quello di   Antonio Perrino vignaiolo all’antica, è pigiato a piedi ma vola nel mondo

Nessun protocollo, poca tecnologia ma solo tanto sapere e una grande passione. Antonio Perrino è un produttore di particolare di vino: il suo viene ancora pigiato a piedi così come si faceva nei secoli passati. Poco più di due ettari a Dolceacqua, piccolo comune del Ponente Ligure, in provincia di Imperiae una piccola cantina (7 botti per tutta la produzione) riassumono l’azienda Testalonga. Il vino in bottiglia è frutto di 60 vendemmie, tutte portate avanti con la stessa passione e visione. Da qualche anno la nipote Erica lo accompagna nel lavoro di campagna e alla produzione di due etichette rappresentative del territorio: il Rossese e il Vermentino.

Era il 1961 quando Antonio, detto “Nino”, decise di dedicarsi all’uva e al vino. E dopo sessant’anni le cose sono rimaste pressoché invariate: cura le sue viti esclusivamente a mano, trattamenti solo in zolfo in polvere, fermentazioni spontanee senza controllo della temperatura e prima dell’imbottigliamento “parcheggia” per circa un anno i vini in vecchie botti da 500 litri.

Nino ha imparato l’arte del vino da suo padre, venuto a mancare solo 6 anni dopo il suo arrivo in azienda, mentre sua madre Mariuccia ha lavorato fino alla veneranda età di 90 anni. Ancora oggi l’uva viene raccolta a mano e pigiata con i piedi, non c’è chimica in nessuna parte della lavorazione e nessun trattamento in cantina, solo travasi. La visione di Nino non è cambiata molto negli ultimi 60 anni: il vino deve essere naturale, figlio della natura.

Dunque, l’unico ingrediente è il tempo. Il “Rossese di Dolceacqua” deve maturare circa un anno nei tonneaux di rovere. All’anno vengono prodotte oltre 2mila bottiglie, di cui il 70% finisce all’estero, come Stati Uniti, Canada, Giappone e Corea. Si tratta di un vino rosso, vinificato da uve locali previste dalla denominazione Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua DOC, caratterizzato dal giusto tenore zuccherino e alcolico e con buona acidità fissa, che ne esalta i profumi e li mantiene nel tempo.

Il Vermentino si chiama “Bianco Testalonga“, il colore diverso da quello canonico non ha permesso alcuna denominazione anche se l’uva è 100% vermentino. Questo perché viene prodotto con una vinificazione che prevede una macerazione sulle bucce per circa 5 giorni e l’affinamento nelle botti di rovere. Il risultato è un vino più torbido del classico, tendente quasi all’arancione con un profumo di mare, erbe aromatiche e note agrumate. Al palato risulta fresco, sapido, ma morbido, fruttato e anche un po’ rustico. La cantina produce circa 2500 bottiglie del vino “Bianco Testalonga”.

Commenta