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Vino e calzature: l’export resiste nonostante le sfide globali

I due pilastri del Made in Italy hanno vissuto un 2023 agrodolce: per i vini ha frenato la domanda interna, nelle calzature i volumi venduti oltreconfine

Vino e calzature: l’export resiste nonostante le sfide globali

Il 2023 ha visto una forte contrazione nella produzione mondiale di vino e un rallentamento negli scambi internazionali, con l’Italia che ha accumulato riserve record, raggiungendo 51 milioni di ettolitri entro luglio.

Sul fronte dell’export, i primi nove mesi del 2023 hanno fatto segnare una sostanziale stabilità dei volumi inviati oltre frontiera a fronte di un lieve calo dei valori (-2%), con una crescita del peso degli sfusi a sfavore dell’imbottigliato. Frenano anche gli spumanti con un -3% in volume e un +2,5% in valore. La domanda interna destinata al consumo domestico evidenzia un calo delle quantità acquistate del 3,1%. I vini fermi risultano maggiormente penalizzati (-4%) rispetto alle bollicine, che si attestano sopra i volumi dello scorso anno (+1%).

Tra i maggiori produttori, l’Italia è l’unico Paese a non aver subito riduzioni dei quantitativi spediti all’estero: la Spagna ha perso il 4% circa sia in volume che in valore, mentre la Francia ha ridotto i volumi dell’8%, perdendo in valore l’1%. Peggio è andata per i partner oltreoceano: CileArgentina e Usa hanno mostrato flessioni di quasi il 30% in volume, mentre l’Australia si è fermata a -8%.

Calzaturiero: nei nove mesi del 2023 crescono export e fatturato, ma giù i volumi

Il comparto calzaturiero italiano segna una crescita contenuta nei primi nove mesi del 2023, registrando, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un incremento sia del fatturato (+3%) che dell’export in valore (+3,2%). È quanto riportato dal Centro Studi di Assocalzaturifici, che rileva però un calo dei volumi. Dopo i recuperi del biennio precedente, tornano in negativo le paia vendute all’estero (-8,7%) come pure sul mercato italiano (-3,1%), con l’indice Istat della produzione industriale in flessione del -7,4%. Pesa la battuta d’arresto del terzo trimestre, che si è chiuso con un -7,2% nelle vendite estere in valore (-12,3% in quantità) e con un -1,5% nella spesa delle famiglie italiane.

Nuove geografie per l’export

Nel report emerge come, tra i principali mercati esteri, quelli comunitari hanno riportato le performance migliori: pur cedendo il -6,1% in volume, sono cresciuti dell’8,5% in valore. Le destinazioni extra-Ue mostrano un arretramento più pesante in quantità (-13,4%), accompagnato da un segno negativo anche in valore (-1,2%).

Accanto alla tenuta della Francia (+1% circa in volume e +17,1% in valore) si conferma la forte contrazione (-32,4% nelle paia e -22,5% in valore) dei flussi diretti in Svizzera. Sono peggiorate sensibilmente nel terzo trimestre (con cali di oltre il -20%) le vendite verso Usa (-21,7% in quantità e -7,4% in valore) e Germania (-16,6% nelle paia e stabile in valore). Buone le performance in Cina (+17,2% in volume e +12,2% in valore), malgrado un ridimensionamento in valore nella terza frazione. È proseguita la ripartenza di Russia e Ucraina(+40% e +88% in valore rispettivamente su gennaio-settembre 2022), sebbene le vendite in questi due mercati restino ancora al di sotto del periodo prebellico.

Sul fronte nazionale, se il 2023 ha visto crescere i flussi turistici, con positive ricadute sullo shopping di stranieri in visita nel Belpaese, gli acquisti di calzature delle famiglie italiane hanno evidenziato un andamento poco brillante, chiudendo i primi 9 mesi con segni negativi (sia nelle paia, -3,1%, che in spesa, -1,3%).

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