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Verso gli Stati generali dell’export

Mentre le esportazioni crescono e si dimostrano l’unico motore dell’economia italiana, ci si avvia verso gli Stati generali dell’export. Che dovranno essere non un imbuto per le lamentele del passato, ma un punto di partenza di un percorso di crescita della nostra presenza sui mercati esteri

Mentre le esportazioni si dimostrano ancora una volta l’unico motore dell’economia italiana, proseguono i lavori preparatori degli Stati generali per l’export, la conferenza nazionale che riunirà a Roma, il 28 e 29 ottobre, tutti i protagonisti del Sistema Italia per discutere a fondo tematiche e criticità del nostro inserimento sui mercati esteri.

Il comunicato stampa (che riportiamo di seguito) dell’on. Polidori, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega per il commercio estero, dimostra ancora una volta (se mai ce ne fosse il bisogno) non solo che l’export rappresenta la voce più incisiva del Pil, ma anche che tutte le regioni italiane, anche quelle in maggior difficoltà economica, partecipano all’aumento di tale voce.

In questo senso gli Stati generali per l’export possono essere davvero un punto di riferimento per capire come si può individuare un percorso di crescita del nostro export pur in una situazione così difficile per i nostri conti pubblici. Perché questo è il problema di fondo: trovare soluzioni e strumenti a costo zero per sciogliere i nodi irrisolti del nostro commercio con l’estero e rilanciare una presenza stabile nei principali paesi ove si può riuscire a crescere nel fatturato.

Abbiamo perso il treno per molti anni, in cui – a parte il rinnovamento di Sace – non si è verificato niente di rilevante nelle norme e negli strumenti in materia di internazionalizzazione delle imprese italiane. Siamo stati fermi, ed il mondo è andato avanti a ritmi impressionanti. Ora bisogna ritornare daccapo e chiederci non solo quali sono le difficoltà del presente, ma soprattutto come si faccia a superarle. Fino a dieci anni fa, pensavamo che un sistema di sostegno all’internazionalizzazione volesse dire spendere un po’ di soldi per contributi alle nostre imprese che esportavano o investivano all’estero. Oggi non è più così, perché soldi non ce sono più, e bisogna rimpiazzarli con le idee. E’ a questo che servono gli Stati generali per l’export: che dovranno essere non un imbuto per le lamentele del passato, ma un punto di partenza di un percorso di crescita della nostra presenza sui mercati esteri. Non un cahier de doléances, ma una fabbrica d’idee. Su alcune di queste idee torneremo nei prossimi giorni.

Alleghiamo i documenti di sintesi dei sei tavoli su cui si articoleranno i lavori degli Stati generali per l’export, oltre a una scheda sulla congiuntura economica.

COMMERCIO ESTERO:POLIDORI, EXPORT VOCE PIU’ INCISIVA DEL PIL

Nel primo semestre 2011 tutte le Regioni hanno conosciuto tassi di crescita positivi

Roma, 12 settembre 2011 – “Le imprese italiane, da Nord a Sud, si confermano credibili e competitive e l’export dunque resta ad oggi la voce che contribuisce in misura più incisiva alla formazione del nostro prodotto interno lordo. E’ quanto dichiara il sottosegretario allo Sviluppo economico, Catia Polidori, commentando i dati di commercio estero delle Regioni italiane relativi al primo semestre 2011 diffusi oggi dall’Istat.

Più nel dettaglio, secondo i dati elaborati dall’osservatorio economico del ministero dello Sviluppo, tutte le Regioni hanno conosciuto tassi di crescita positivi. In particolare, sedici Regioni su venti hanno registrato incrementi relativi a doppia cifra di cui, quattro (Sicilia, Liguria, Puglia e Lazio) hanno addirittura oltrepassato la soglia del 20%. Era dal primo semestre del 1995 che non si segnava una crescita contemporanea delle esportazioni di tutte le Regioni italiane.

Dal punto di vista territoriale, la ripartizione che, in termini relativi, è cresciuta di più è il Mezzogiorno con un +17,3%, mentre in termini assoluti è il Nord Ovest, che ha visto incrementare le proprie vendite all’estero di oltre 10,1 miliardi di euro. A fare da traino all’Italia Nord Occidentale sono state la Lombardia (+6,9 miliardi di euro di aumento) e il Piemonte (+2,5 miliardi).

“Continuiamo in questa direzione concentrando ogni sforzo per sostenere le nostre imprese, soprattutto quelle più piccole, a raggiungere anche i mercati più lontani e a divenire “plurimercato”, differenziando cioe’ gli sbocchi e garantendosi cosi’ un numero maggiore di consumatori”, precisa Polidori. ” I tavoli di lavoro propedeutici agli stati generali del commercio con l’estero del 28 e 29 ottobre vanno esattamente in questa direzione: elaborare le esperienze, le proposte e le idee innovative di imprenditori, istituzioni e governo, in un grande gioco di squadra a sostegno del made in Italy”. –

13.09.2011


Allegati: Energia_Ambiente_scheda_tavolo.pdfhttp://firstonline-data.teleborsa.it/news/files/186.pdf

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