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Venti di guerra tra Russia e Ucraina allarmano i mercati ma Milano sale. Telecom pensa al dopo Gvt

L’inasprirsi delle tensioni tra Russia e Ucraina e l’avvicinarsi di nuove sanzioni spaventano le Borse e le banche ma Milano sale – In Giappone l’Abenomics delude – S’allarga lo spread Btp-Bund – Telecom Italia pensa al dopo Gvt in vista dell’arrivo di Bollorè: gli analisti scommettono sulla cessione di Tim Brasil ma Patuano smentisce

Venti di guerra tra Russia e Ucraina allarmano i mercati ma Milano sale. Telecom pensa al dopo Gvt

L’UCRAINA GELA I MERCATI. L’ABENOMICS DELUDE TOKYO. BANCHE SOTTO TIRO. E TELECOM STUDIA IL DOPO BRASILE

Venti di guerra in Ucraina e frenata per l’economia giapponese segnano l’avvio della giornata.A luglio i consumi dei giapponesi sono scesi del 5,9% per il quarto mese consecutivo. E’ così andata delusa la speranza che, con l’avvio del terzo trimestre, fosse ormai assorbito l’effetto dell’aumento dell’Iva. In calo anche la produzione industriale e l’occupazione: l’Abenomics, insomma, segna il passo.

La Borsa di Tokyo è in calo dello 0,7%. In discesa anche Hong Kong -0,4% e gli altri listini asiatici. Stamane Vladimir Putin ha inviato un messaggio di congratulazioni alle truppe della “nuova Russia”, in azione nell’est dell’Ucraina. L’aggravarsi della crisi ha condizionato la seduta di Wall Street: Dow Jones -0,25%, S&P .0,17%, Nasdaq -0,26%.

Le tensioni hanno fatto passare in secondo piano il nuovo segnale di forza dell’economia a stelle e strisce:  l pil degli Usa nel secondo trimestre si è rivelato migliore delle attese. Il prodotto interno loro, infatti, è stato rivisto a +4,2% rispetto al +4% della prima lettura. Il dato porta comunue nuova acqua al mulino dei falchi che premono per accelerare il rialzo dei tassi.

Intanto si raffredda ancor di più la congiuntura europea: ristagna l’occupazione tedesca, rallentano consumi e fiducia in Italia. Oggi i dati sull’inflazione dell’eurozona assumono un valore particolare: un trend in forte caduta potrebbe convincere la Bce ad accelerare i tempo delle manovre espansive, come non vogliono i falchi tedeschi. Le Borse frenano, sull’onda dell’Ucraina: Francoforte ha lasciato sul terreno l’1,12%, Parigi lo 0,66% e Londra lo 0,36%. I settori in maggiore calo sono i titoli delle materie prime (Stoxx -2,2%), Auto -1,4%, Banche -1,2%.

A PIAZZA AFFARI LA MAGLIA NERA

Intanto si raffredda ancor di più la congiuntura europea: ristagna l’occupazione tedesca, rallentano consumi e fiducia in Italia. Oggi i dati sull’inflazione dell’eurozona assumono un valore particolare: un trend in forte caduta potrebbe convincere la Bce ad accelerare i tempo delle manovre espansive, come non vogliono i falchi tedeschi. Ieri sono stati redi noti i i dati sui prezzi in Spagna (+0,5% in calo rispetto alle previsioni) ed in Germania: +0,8%, invariati, ma assai al di sotto del target ella Bce.Peggio di tutte ha fatto la Borsa italiana.Piazza Affari ha chiuso la seduta in calo del 2,03% a 20.341 punti.

BTP, NUOVO RECORD. MA S’ALLARGA LO SPREAD

La combinazione tra le tensioni geopolitiche e l’opposizione alle misure espansive della Bce ha provocato un aumento della forbice nei tassi dell’eurozona. Il rendimento del Bund decennale tedesco è precipitato ad un nuovo minimo: 0,868%.

Lo spread tra Btp e Bund è tornato a salire a 157 punti base e il rendimento del decennale domestico si è assestato al 2,46%. Le aste di fine mese si sono concluse con un nuovo successo per il Tesoro: il nuovo decennale con scadenza dicembre 2024  è stato piazzato per 4 miliardi di euro al nuovo minimo storico del 2,39%.

In asta sono stati collocati anche 2,5 miliardi di Btp quinquennali all’1,1% e 1,5 miliardi di Ccteu 2019 al tasso dell’1,16% .Per ora, come fa notare il presidente dell’Aiaf  Paolo Balice: “Il calo sembra  più legato alla situazione internazionale sui tassi che a particolari meriti dell’Italia”.

Un buon successo alla vigilia del Consiglio dei Ministri dedicato allo Sblocca Italia preceduto da una dissacrante copertina di The Economist: una barchetta di carta che fa acqua, il leader europei in piedi (Renzi con il gelato) e Mario Draghi, da solo, che getta fuori l’acqua con il secchio.  

TELECOM, DOPO LA SCONFITTA ARRIVA BOLLORE’

Chiude in terreno positivo Telecom Italia +1,33% a 0,874 euro. Il rimbalzo è scattato subito dopo la notizia che Vivendi aveva scelto di trattare in esclusiva con Telefonica su Gvt piuttosto che acogliere l’offerta italiana. La proposta finale di Cesar Alierta (7,45 miliardi di euro, con una buona fetta in contanti e la possibilità per Vivendi di rilevare la quota ancora detenuta da Telefonica in Italia) è stata giudicata “particolarmente interessante”.

La sconfitta di Teleom Italia è stata apprezzata da Piazza Affari in quanto ha escluso il possibile rilancio della tlc guidata da Marco Patuano e un potenziale aumento di capitale, che preoccupava gli investitori. Telecom avrebbe pagato Vivendi, proprietario di Gvt, con 1,7 miliardi di euro in contanti e con azione proprie di nuova emissione pari al 21% del capitale. Molto probabilmente Vivendi diventerà comunque il primo azionista di Telecom Italia, se accetterà di essere pagata da Telefonica con un pacchetto di azioni della società italiana pari all’8,3% del capitale.

Ma, soprattutto, ora il mercato  torna a scommettere sulla cessione di Tim Brasil. Le aspettative degli investitori sulla questione in Brasile erano di lascia o raddoppia. “Con l’esclusione di Telecom dalle trattative per l’acquisizione di Gvt, l’unica alternativa è il consolidamento nel mercato brasiliano”, ha commentato un trader. Marco Patuano, con una comunicato ufficiale di Telecom, però smentisce e dice che il gruppo non cambia linea sullo sviluppo dei programmi in Brasile. Ma bisognerà vedere che cosa ne pensa Bollorè se diventerà con Vivendi il primo azionista di Telecom al posto di Telefonica.
Mediaset ha perso l’1,1%.

UNICREDIT SOFFRE AD EST. TUTTO PRONTO PER IL TLTRO

Ieri pomeriggio alle 15,30 è scaduto il termine per presentare alla Bce le domande per partecipare alla prima operazione straordinaria di rifinanziamento della Banca centrale europea, chiamata in gergo Tltro (Targeted long term refinincing operation).

Nell’attesa dei prestiti di Francoforte le banche hanno fatto i conti con l’aumento dello spread e le tensioni in Ucraina. Ha pagato un prezzo pesante Unicredit  in ribasso del 3,3% 5,885 euro dopo tre sedute consecutive di rialzo. Attraverso la controllata Bank of Austria, la banca guidata da Federico Ghizzoni è il primo gruppo europeo nell’Est Europa ed è particolarmente esposta alle oscillazioni di mercato innescate dagli ultimi allarmi sulla situazione in Ucraina.

In realtà da tempo l’istituto ha in corso trattative per vendere le attività della controllata Ukrsotsbank (un portafoglio  crediti di 2 miliardi di euro e 380 sportelli) ma l’operazione, di questi tempi, risulta tutt’altro che facile. In calo anche Intesa -3%, Mediobanca –2,54%. Monte Paschi -3,3%. Pesanti le Popolari, dopo il balzo della vigilia. Ubi chiude in ribasso del 4,1% a 5,95 euro. Il titolo scende dopo un brillante rialzo durato cinque sedute in cui ha guadagnato  il 16%. Dall’inizio dell’anno il titolo registra una performance del 23%. Banco Popolare -4,9%, Pop.Milano -3,3%. Male le assicurazioni: Generali -1,8%, UnipolSai -2,3%.

ENI-ENEL, ENTRO NOVEMBRE LE VENDITE DEL TESORO

Tra metà settembre e la fine di novembre andrà sul mercato un altro 5% di Enel – 2,91% e di Eni – 1,73%.. L’obiettivo è un incasso di 5 miliardi di euro da usare per il taglio del debito pubblico. “La notizia è attesa da più di un anno, quando i politici hanno dato indicazioni in merito con l’obiettivo di abbattere, per altro in maniera minima, il debito pubblico con un potenziale incasso nell’ordine di 5 miliardi”, ha commentato Equita (rating buy su Enel con target price a 4,4 euro e hold sul Cane a sei Zampe con target a 18,7 euro) secondo cui la dimensione dei collocamenti non causerà in ogni caso pressioni rilevanti considerato il breve orizzonte temporale. Finmeccanica -1,7%. Fra i titoli industriali è finita in forte ribasso Buzzi -3,8%. Fiat è scesa dell’1,7%.

FRENA CUCINELLI, DE LONGHI GIU’ NONOSTANTE I BUY

Fra le società del lusso, Ferragamo  è salita dello 0,1%. Il gruppo ha archiviato i primi sei mesi dell’anno con un calo dell’utile netto del 6% a 82 milioni di euro rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, ma in aumento del 10% se si esclude l’effetto della plusvalenza per cessioni effettuate nel 2013.

Luxottica +0,1%. Perde slancio nel pomeriggio Brunello Cucinelli -0,1%, nonostante i buoni conti del semestre. Yoox -2,4 e Tod’s -2,4%. De Longhi infine ha perso l’1,13% a 16,6 euro nonostante la pioggia di buy all’indomani della pubblicazione dei risultati semestrali sopra le stime. Kepler Cheuvreux ha alzato il target price del titolo da 17a 18 euro e le stime di utile per azione 2015-2016 dell’1-2%. mentre Berenberg ha confermato il prezzo obiettivo a 20,5 euro sottolineando che il premio sui competitor a cui scambia l’azione è giustificato dalla superiore redditività e dal profilo di crescita del gruppo.

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