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L’oro vale sempre oro, un mistero che dura da 6 mila anni: ecco perchè

Il Direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, esplora, in un agile pamphlet edito da “il Mulino” (“Oro”, pagg. 131, euro 12) e pieno di curiosità, le ragioni per cui, anche nell’era del denaro di carta e del denaro virtuale, l’oro resta il bene-rifugio per eccellenza, perno delle economie e dei sistemi monetari.

L’oro vale sempre oro, un mistero che dura da 6 mila anni: ecco perchè

Nell’era del denaro di carta e addirittura del Bitcoin, l’oro non dovrebbe essere un relitto barbarico, come sosteneva già un secolo fa il grande economista John Maynard Keynes? Sì, forse dovrebbe, ma non lo è e proprio questo è il grande mistero dell’oro, che non è più uno strumento di pagamento ma solo un oggetto da collezione o da investimento (tipicamente anticiclico) e che però riveste ancora un’enorme importanza, addirittura sproporzionata rispetto al suo valore intrinseco. E’ proprio attorno a questo enigma, l’enigma dell’oro, al suo formarsi nel corso dei secoli fin dalla preistoria e al suo mantenersi ancor oggi che ruota l’interessante e piacevolissimo pamphlet di Salvatore Rossi, Direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, intitolato non per caso “Oro” e pubblicato da “il Mulino” (pagg. 131, euro 12).

In poche pagine Rossi ci racconta un sacco di cose: perchè l’oro è cosi importante, come è cambiato il suo destino quando si è incrociato con il denaro, come è cambiata la sua funzione quando sul mercato sono arrivate le banconote e quando è sparita la convertibilità con il dollaro e con le altre monete, perchè le banche centrali lo conservano ancora in abbondanza nei loro forzieri segreti, dove si forma ogni giorno il prezzo dell’oro e perchè quasi tutti lo considerano ancor oggi un bene rifugio.

Ma anche la ricostruzione storica che Rossi fa del tentativo della Banca d’Italia di salvaguardare durante l’ultima guerra le sue riserve auree nei sotterranei di Palazzo Koch, frustrati dai dubbi e dai cedimenti del Governatore di allora, della razzia dei nazisti e del successivo recupero italiano fino al modo e al perchè  le banche centrali conservano oggi le loro riserve in oro con scarse possibilità di smobilizzarle.

L'”Oro” è un libro pieno di dati ma si legge in un lampo perchè non è mai banale, è pieno di curiosità ma anche di passione civile e ha il merito – non frequente – di essere scritto in modo sobrio e soprattutto comprensibile non solo agli specialisti ma a tutti. Leggerlo non è solo utile ma gradevole.

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