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Vaccino anti-Covid, prime dosi entro il 2020 per IRBM Pomezia

Intervistato dal Financial Lounge, il presidente del centro di ricerca Irbm di Pomezia Piero Di Lorenzo ha confermato l’annuncio del premier Conte: ormai per il vaccino è questione di settimane o di pochissimi mesi. Il problema vero sarà quello della distribuzione

Vaccino anti-Covid, prime dosi entro il 2020 per IRBM Pomezia

Vaccino entro il 2020 o al massimo all’inizio del 2021: sì o no? Mentre alcuni medici sono scettici ma non sempre sono aggiornatissimi sugli ultimi sviluppi della ricerca e della sperimentazione del vaccino, le case farmaceutiche e i centri di ricerca farmacologica stanno confermando quanto anticipato dal premier Giuseppe Conte, e cioè che per i primi vaccini è ormai quasi fatta. Le sperimentazioni si stanno concludendo e la questione è ormai di settimane o di pochissimi mesi, anche se poi vanno considerati i tempi di distribuzione, più o meno lunghi a seconda del Paese e delle zone. Ma questo è un altro discorso, anche se la questione è ovviamente delicatissima. A confermare comunque che la ricerca sia in dirittura d’arrivo è Piero Di Lorenzo, presidente del centro di ricerca Irbm di Pomezia, che in un’intervista rilasciata al Financial Lounge sostiene l’arrivo delle dosi entro la fine dell’anno, “se non insorgono problematiche improvvise”.

Il centro del distretto farmaceutico laziale sta da tempo collaborando con l’Università di Oxford per la realizzazione di un vaccino anti-Covid 19 per AstraZeneca: stando a quanto dice Di Lorenzo, ha ragione Conte a individuare in dicembre il mese del possibile arrivo del vaccino. Salvo imprevisti dunque “è ragionevole pensare che la fase clinica di sperimentazione possa concludersi entro fine novembre o i primi di dicembre”. “Conclusa la fase 3  – ha proseguito il presidente di Irbm – la palla passa all’Ema (l’Agenzia europea del farmaco, ndr) per l’eventuale validazione”, che in tempi normali richiede fino a 12 mesi. “Ma questi non sono tempi normali”, spiega Di Lorenzo, che ricorda come la procedura di validazione sia già incominciata. 

E non ci sono solo l’Italia e l’Europa in prima linea. Anche la Cina lavora da mesi su un vaccino: Pechino ha già autorizzato “l’uso di emergenza” dei vaccini sperimentali e ha iniziato a somministrare dosi a luglio. Ieri Tian Baoguo, dirigente del Ministero della Scienza, ha detto che “su 60 mila soggetti che hanno ricevuto il vaccino sperimentale, non è stato rilevato alcun grave effetto collaterale”. Non si sa ancora se oltre a non essere nocivo il vaccino cinese sia anche efficace, ma già l’azienda farmaceutica Sinopharm si dice in grado di produrre un miliardo di dosi nel 2021

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