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Vaccini: stop quarantena per chi ha tre dosi e Super Pass nei trasporti

Disco verde dal governo per la riduzione e in alcuni casi l’azzeramento della quarantena come in Spagna, Usa e Israele – Scartata l’ipotesi del super green pass per tutti i lavoratori ma esteso per i trasporti pubblici e altre attività – Alcune Regioni rischiano il giallo: ecco quali sono

Vaccini: stop quarantena per chi ha tre dosi e Super Pass nei trasporti

Si scioglie il nodo sulla quarantena. Dopo l’orientamento del Cts sulla riduzione dei tempi per i vaccinati con tre dosi arriva la decisione del Consiglio dei Ministri: stop alla quarantena per i vaccinati con booster o con due dosi da meno di quattro mesi, se asintomatici, ma uso di mascherina Ffp2 per 10 giorni e un tampone al quinto giorno in caso di sintomi. Per chi invece ha eseguito l’ultima vaccinazione da più di quattro mesi la quarantena si riduce da 7 a 5 giorni, con tampone negativo. Si parla, ovviamente, per chi ha avuto un contatto stretto con una persona risultata poi positiva e non di contagiati sintomatici. Nessuno sconto invece per i non vaccinati che sono venuti contatto con un positivo: la quarantena rimane di 10 giorni più tampone negativo o 14 giorni senza.

Invece, scartata l’ipotesi della certificazione verde rafforzata per tutti i lavoratori, fortemente voluta dalla maggioranza e dalle Regioni. A porre il veto la Lega. Mentre è stato esteso l’utilizzo del super green pass (dal 10 gennaio fino al 31 marzo). anche per treni, aerei, navi, trasporti pubblici e locali così come per alberghi e strutture ricettive, feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose, sagre e fiere, impianti sciistici, piscine, centri benessere e servizi di ristorazione anche all’aperto, centri congressi, sport di squadra, centri culturali, centri sociali e ricreativi per le attività all’aperto. Infine si è anche parlato della necessità di intervenire per calmierare i prezzi delle mascherine Ffp2 diventate obbligatorie per i trasporti pubblici, cinema, teatri ed eventi.

È vero che la variante Omicron sta dilagando velocemente anche nel nostro Paese, ma secondo i dati sembra avere tempi di incubazione più brevi. Con l’aumento dei positivi, aumenta di conseguenza il numero di persone che vanno in quarantena per aver avuto contatti con loro (attualmente sono 2,5 milioni gli italiani in isolamento). Il timore è che nelle prossime settimane milioni di italiani finiscano in isolamento, con pesanti ricadute a livello economico in molti settori produttivi. Per questo motivo i governatori hanno richiesto di azzerare o almeno ridurre i giorni di isolamento per chi ha avuto contatti, ma anche di eliminare il tampone di controllo alla fine del periodo di isolamento e di intervenire per calmierare i prezzi delle mascherine Ffp2 diventate obbligatorie per i trasporti pubblici, cinema, teatri ed eventi.

Un Paese che si ferma senza ristori, un tracciamento saltato insieme alle code chilometriche nelle farmacie e negli hub predisposti per fare i tamponi è lo spettro con il quale si è trovato a fare i conti l’esecutivo che però non ha risolto il problema dell’intasamento dei tamponi, dato che ogni persona in quarantena dovrà comunque avere un test negativo per uscirne.

QUARANTENA: REGOLE PER I POSITIVI AL COVID

Le nuove misure riguardano i vaccinati venuti a contatto con una persona risultata positiva al Covid, se asintomatici: niente più quarantena ma si passa all’auto-sorveglianza (comunicare al medico eventuali sintomi) ed è comunque necessario al quinto giorno un tampone con esito negativo. Mentre in caso di positività rimangono le “vecchie regole”. 

Se il tampone attesta la positività al virus, si dovrà rimanere isolati in casa per altri 10 giorni. L’iter successivo dipenderà dalla presenza o meno di sintomi. Se positivi ma asintomatici, si potrà uscire dall’isolamento dopo 10 giorni e con un tampone molecolare negativo. Mentre se positivi con sintomi, si potrà uscire dalla quarantena dopo 10 giorni dalla comparsa dei sintomi e il test molecolare che attesta la negatività del soggetto dovrà essere effettuato dopo almeno 3 giorni senza sintomi.

Se dopo questi ulteriori 10 giorni il tampone dovesse ancora dare esito positivo, si può ripetere il test dopo 7 giorni e se la positività continua (ma non ci sono sintomi dal almeno 7 giorni) si potrà interrompere il periodo di isolamento dopo 21 giorni.

Ma qualche Regione ha già cambiato le regole a livello locale, come l’Umbria e la Toscana: in caso di positività del tampone rapido, non si dovrà ricorrere alla verifica col tampone molecolare e sarà valido anche per stabilire i criteri di fine quarantena, rispettando i giorni previsti dalle disposizioni nazionali.

PRESSING SU OSPEDALI: CHI RISCHIA LA ZONA GIALLA

L’aumento dei positivi (oltre 98mila a fronte anche di oltre un milione di tamponi) e delle ospedalizzazioni indicano una sola strada: bisogna corre più forte del virus. Ci sono però buone notizie dagli ultimi dati della struttura commissariale del generale Figliuolo, nella giornata di martedì 28 dicembre è stato toccato il picco delle 619mila dosi somministrate (di cui 57mila prime dosi e 34mila nella fascia d’età 5-11 anni).

Ma intanto il pressing sugli ospedali aumenta il numero di Regioni che rischiano il cambio di colore, in quanto hanno superato tutte le soglie critiche per terapie intensive (10%) e reparti ordinari (15%): Piemonte, Lazio, Toscana, Calabria e Lombardia. Queste Regioni si potrebbero aggiungere da lunedì 3 gennaio alla Provincia di Trento, Liguria, Bolzano, Veneto, Friuli Venezia Giulia che hanno lasciato la zona bianca prima di Natale, mentre le Marche sono sempre più vicine all’arancione.

Il passaggio di colore bianco-giallo rappresenta solo una formalità per i cittadini, dato che con l’ultimo decreto il governo ha annullato l’ultima differenza tra le due zone, cioè l’obbligo di mascherina all’aperto. Mentre in zona arancione gli spostamenti sono consentiti solo nel comune di residenza, solo per motivi di salute, lavoro e comprovata necessità si può uscire ma presentando l’autocertificazione.

COSA SUCCEDE NEL RESTO DEL MONDO

Ma non solo in Italia, la peggiore come nuovi numeri di casi è la Francia con 208mila in 24 ore (contro i 180mila di martedì) e che introduce il green pass sul modello italiano. Boom di contagi anche nel Regno Unito (sfiorato il tetto dei 180mila) e Stati Uniti (poco meno di 400mila a causa della carenza di test a disposizione). Nel giorno dei record la “medaglia d’oro” la vince la Danimarca dove la nuova variante dominante ha fatto registrare il più alto tasso di infezioni al mondo: 1612 casi ogni 100mila abitanti. Maglia nera non per tutti: regge la Germania dove è in vigore il lockdown per i non vaccinati. Ma anche il Belgio dove è stato annullato il decreto che chiudeva cinema e teatri.

Ma se le cifre salgono vertiginosamente e molti Paesi decidono per nuove strette (come la Finlandia che chiude le frontiere ai no vax) in altri si decide di ridurre quarantena e isolamento. Negli Usa i positivi asintomatici resteranno isolati per 5 giorni invece di 10, mentre niente quarantena per chi ha avuto contatti con un positivo ma ha fatto la terza dose. In Israele dove sono già iniziate le somministrazioni della quarta dose niente quarantena per chi è vaccinato (tre dosi) e ha avuto un contatto con un positivo ma basta un tampone molecolare con esito negativo. In Spagna nessuna quarantena per chi ha completato il ciclo vaccinale (regola in vigore già da una settimana), mentre per le persone risultate positive al coronavirus che sono asintomatiche o hanno sviluppato sintomi lievi la quarantena scende da 10 a 7 giorni. Allentamento anche per i no vax che sono state a contatto con un positivo: da 10 giorni a 7.

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