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Vacanze nelle masserie pugliesi: sarà un’estate senza stranieri

Le principali masserie pugliesi – da Borgo Egnazia a San Michele e da Apulia Vivosa Resort a Masseria Palombara- hanno riaperto nello scorso week end ma finora le prenotazioni sono andate in fumo e per questo guardano già al 2021 – Ma anzichè piangere sullo tsunami del Coronavirus pensano a come rinnovare la loro offerta

Vacanze nelle masserie pugliesi: sarà un’estate senza stranieri

Hanno riaperto lo scorso weekend, come atto di buona volontà, ma i numeri sono terribili: tutte le prenotazioni fino a maggio sono state cancellate, vale a dire il 100% degli affari in fumo. Le masserie pugliesi, quelle dove oramai un vip non è tale se non le sceglie per sposarsi, dopo lo tsunami coronavirus che ha sconquassato l’Italia e il mondo intero, contano i danni. Che fare? Piangere, ululare alla luna, attendere sussidi e aiuti? Scontato che questi ultimi arriveranno un giorno o l’altro, dall’Europa e dall’Italia, ma di strepitare non se ne parla nemmeno. Almeno ad ascoltare quattro dei rappresentanti più noti di questo business ormai affermato dalla fine degli anni Novanta grazie a un miscuglio magico fra natura, cucina, cultura e tradizione. Angelo Lippolis, Damiano Reale, Sauro Mariani e Lorenzo Antonacci tirano una riga sull’anno terribilis 2020 e vanno avanti, a disegnare il 2021. 

Angelo Lippolis, dirige da cinque anni la “Masseria Palombara”, da quando cioè è stata destinata al turismo. La struttura, oltre quattro secoli di vita, si trova in territorio di Oria, alto Salento, 32 km da Brindisi. Angelo parte dalla sicurezza: “La distanza ci appartiene da sempre – dice – Ognuna delle nostre 20 stanze è indipendente, ogni tavolo del ristorante è distante più di due metri da quello vicino. Le due piscine sono grandi una 100 metri e l’altra 80, quindi offre più dei 7 metri previsti per ogni nuotatore”. La “Palombara” accoglie soprattutto turisti stranieri, gli americani più degli altri. Al 6 marzo il 60% delle stanze era stato prenotato; al 3 maggio era stato tutto azzerato. Con il 60% delle prenotazioni rimborsate. “Una mazzata incredibile”, si sfoga Angelo. Ora che anche i voli riprendono la domanda è quanti  clienti verranno dall’estero. “Non mi faccio illusioni, quest’anno per noi è andato – continua Angelo – Anche se il mercato sarà tutto italiano non riusciremo mai a recuperare perché noi siamo nella fascia alta del mercato mentre, probabilmente, quanti sceglieranno la Puglia saranno diretti verso offerte più basse della nostra”.

Certo, anche alla “Palombara” in agosto si farà il pieno, nessuno si tira indietro per qualche giorno di pace fra gli ulivi, anche se pagati magari un po’ di più, fino a 600 euro per una notte in alta stagione. Ma non è questo il traguardo di Angelo. “In agosto sono bravi tutti – dice – è sul resto dell’anno che dimostri di essere bravo. Ecco perché tutti i nostri investimenti sono diretti verso trasformazioni sostanziali della masseria. Per esempio: le piscine saranno riscaldate. Il sole non ci manca, e se lo offri insieme a una piscina comoda i popoli del nord ne saranno più attratti. Così come ci vuole una Spa più grande, quasi un salotto, perché il relax è quello che ci chiede il nostro cliente abituale. Insomma, se in estate la natura ci dà una mano, d’inverno la mano ce la dobbiamo dare noi”.   

Masseria pugliese

Damiano Reale, dirige “Apulia Vivosa Resort”, nell’area di Ugento, basso Salento, a meno di 60 km da Lecce. Tutt’altra storia rispetto alla “Palombara”. Intanto possono contare per il recupero di reddito sul loro campeggio, “Riva di Ugento”, che gestiscono dal 1976, che si trova nella stessa area. E anche qui problemi per la sicurezza da Covid 19 non ce ne sono. “ Il campeggio si estende su 33 ettari, con un fronte mare di 1200 metri – racconta Damiano – Gli ospiti hanno a disposizione 160 casette indipendenti e chi viene in camper o in roulotte si può fermare in una delle 1.100 piazzole. Insomma il distanziamento sociale lo abbiamo sempre praticato”. Normalmente turisti stranieri e italiani si alternano: fino a giugno i primi, da luglio in avanti i secondi. Ovviamente comparso il coronavirus sono sparite le prenotazioni: prima fra tutti quelle degli stranieri della stagione inverno-primavera, impossibilitati a entrare nel nostro Paese.

Damiano però spera nella stagione autunno-inverno. Mentre sarà facile avere gli italiani in tutta la fascia dei mesi estivi. Per avere un’idea una settimana in una delle casette per 4 persone costa 799 euro, mentre la sosta nella piazzola viene a costare 62 euro in alta stagione.  Il campeggio è stato riaperto il 27 maggio mentre l’hotel funzionerà dal 20 giugno. L’albergo “Vivosa” è entrato sul mercato nel 2009. Si trova in un parco di 23 ettari e sulla lunga spiaggia bianchissima erano situati fino allo scorso anno fino a 200 ombrelloni. “Quest’anno dobbiamo dimezzare – spiega Damiano –  Mentre la ristorazione ha raddoppiato i punti di servizio visto che lo spazio non ci manca”. L’albergo dà lavoro a 250 dipendenti e nel campeggio lavorano in 110: nessuno è stato licenziato causa corona virus. Quanto ai clienti vengono soprattutto dal nord, lombardi e veneti se sono italiani, tedeschi e svizzeri se sono stranieri. Prezzo medio di alta stagione, 224 euro a stanza. 

Masseria La Palombara

Sauro Mariani, dirige la Masseria “Borgo Egnazia”, sul territorio di Savelletri, frazione di Fasano, sempre in provincia di Brindisi, dove si trovano fra le più blasonate strutture pugliesi. È emiliano e viene dal mondo della moda, lavoro praticato soprattutto a Shangai. “Abbiamo aperto il 23 maggio per una scelta di cuore – dice – Non c’era nessun cliente. Ma andava fatto, per dare un segnale. Ora qualcosa si muove. Hanno prenotato soprattutto italiani, ma sono sicuro che una volta aperte le frontiere aeree anche gli stranieri torneranno”.  A “Borgo Egnazia” vengono soprattutto da Usa e Australia. Settembre e ottobre sarà il test per capire se lo tsunami Covid 19 sarà alle spalle. E anche per Sauro l’obiettivo è stravolgere l’offerta del menù.

“Smettiamo di guardare ai numeri – dice – sono un disastro, lo sappiamo. E allora? Non sprechiamo la crisi, come diceva il grande scienziato. Prendiamo lo smart working per esempio. Perché non farlo in mezzo agli ulivi? Ci stiamo attrezzando per offrire questo servizio ai clienti che invece di lavorare da casa possono farlo a bordo di una piscina o sotto un gazebo di fronte al mare.” E poi ci sono i campi estivi per migliorare il proprio inglese accanto ai classici corsi di cucina. “Insomma offerte diverse di fronte a tempi diversi”, conclude Sauro. Vale la pena di ricordare che il progetto di “Borgo Egnazia” è nato nel 2010 per desiderio del famiglia Melpignano, proprietaria di altre masserie, la più nota delle quali è San Domenico, la prima trasformata da casa privata in grand hotel alla fine degli anni Novanta, e alla quale si sono ispirati più tardi tutti i possessori di questo tipo di villa in campagna tipicamente pugliese. 

Masseria Borgo Egnazia

“Borgo Egnazia” vuole somigliare proprio a un villaggio contadino pugliese, con tanto di porta di entrata, corte e vicoli. Si fa per dire ovviamente, visto che trasuda ricchezza da ogni pietra. Sui vicoletti si affacciano le 63 camere (minimo 33 metri quadri),  le 92 casette (la più piccola di 42 metri quadri), le 28 ville con piscina e giardino privato (di 250 metri quadri ciascuna) e una villa padronale (500 metri quadri). Prezzo medio 750 euro a notte. Per gli appassionati ricordiamo che qui si sono sposati gli attori Justin Timberlake e Jessica Biel, nonché la figlia di un magnate del ferro indiano. 

Di tutt’altro genere è la piccola masseria “San Michele” di Lorenzo Antonacci, fra Martina Franca e Locorotondo, il cuore della valle d’Itria, uno dei posti più belli della Puglia. Costruita nel 1736, solo 6 camere, è in realtà una lussuosissima villa utilizzata soprattutto per i matrimoni. Di stranieri soprattutto. “Ne abbiamo dovuti rinviare 25 a causa del Covid 19”, spiega Lorenzo. La masseria è aperta tutto l’anno alternandosi francesi e tedeschi in gennaio e febbraio, canadesi e americani da marzo fino a giugno. Poi gli italiani. “Una cliente affezionata è la direttrice di Vuitton”,  ricorda orgoglioso Lorenzo. La domanda per “San Michele”, come per tutte le strutture di questo tipo, è la stessa: riusciranno gli italiani a sostituire gli stranieri? Certo, qui, da Lorenzo, sono solo 6 le camere da affittare, ma parliamo comunque di 290 euro a notte in questa stagione. O, se si prende tutta la struttura, cuoca e servizi compresi, 1.600. Che dire? Tanti auguri. 

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