Un esercito di quasi 245 mila lavoratori stagionali pronti ad accogliere negli alberghi i turisti che affolleranno mare, laghi, montagna, città d’arte: Praticamente più della metà dei lavoratori dipendenti da aziende turistico ricettive: oltre 430 mila, un numero che nel 2024 fa segnare un incremento di circa il 5% rispetto all’anno precedente. È la fotografia di Federalberghi, il cui presidente Bernabò Bocca sottolinea il “quadro estremamente positivo dell’occupazione nel nostro settore, che aumenta rispetto agli anni precedenti, recupera completamente quanto perso negli anni della pandemia e si consolida”.
Lasciando il focus sul lavoro stagionale, l’incremento degli occupati stagionali rispetto al 2019 è stato di ben il 24%, (elaborazione Federalberghi su dati Inps 2024), e del 2,2% rispetto al 2023.
Stagionali nel turismo: giovani, donne e un terzo stranieri
Due terzi dei 243.800 lavoratori stagionali (questo il numero esatto nella punta massima di luglio) sono italiani. Il restante terzo è straniero, a riprova del grande contributo fornito da questa categoria di lavoratori a un settore strategico come quello del turismo. Il profilo del lavoratore stagionale è giovane e prevalentemente femminile: infatti la metà dei lavoratori stagionali del settore turistico-ricettivo ha meno di quaranta anni e si conferma il contributo maggioritario del lavoro delle donne (54,1%).
Quanto guadagna un lavoratore stagionale
Ma quanto guadagna uno stagionale? La retribuzione media giornaliera è stata di 85 euro (+2,4% rispetto all’anno precedente). Le giornate lavorate per i lavoratori stagionali sono state in media 149 (+2,1% rispetto al 2023). Rispetto al periodo pre-pandemico, le giornate lavorate sono aumentate del 4,9% e la retribuzione giornaliera del 14,9%.
Sono le montagne della Valle d’Aosta e del Trentino-Alto Adige e le spiagge dell’Emilia-Romagna e della Sardegna ad assorbire maggiormente i lavoratori stagionali: nei periodi di massima occupazione in Trentino si arriva a oltre il 77% di stagionali sul totale dei dipendenti e a contarne oltre 38 mila ( 38.715, per la precisione) e in Valle d’Aosta la percentuale supera il 75%. Addirittura il 76% in Sardegna, e il 71% in Emilia-Romagna con 31.414 stagionali nel momento di “pienone”, il secondo valore in termini assoluti dopo il Trentino. E via via Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria con una percentuale di stagionali sempre abbondantemente superiore al 60% del totale impiegato.