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Usa, sussidi di disoccupazione ai minimi dal 1973

Secondo i dati del dipartimento del Lavoro quella scorsa è stata la 32esima settimana con un dato sotto quota 300.000, un’importante soglia che segnala il buono stato dell’occupazione – Continuano però a deludere gli altri indicatori dell’economia Usa: ancora lontano l’intervento della Fed sui tassi.

Usa, sussidi di disoccupazione ai minimi dal 1973

Il numero di lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ottenere i sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso la settimana scorsa al minimo in oltre quarant’anni, in linea con i recenti miglioramenti del mercato del lavoro americano.

Secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro, nella settimana conclusa il 10 ottobre, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono scese di 7.000 unità a 255.000, il minimo da novembre 1973. Si tratta inoltre della 32esima settimana con un dato sotto quota 300.000, un’importante soglia che segnala il buono stato dell’occupazione.

Gli analisti attendevano un dato a 270.000 unità, dopo le 262.000 unità della settimana precedente (dato rivisto in ribasso di 1.000 unità rispetto alla prima stima). La media delle quattro settimane, più attendibile in quanto non soggetta alle fluttuazioni del mercato, è scesa di 2.250 unità a 265.000, il minimo da dicembre 1973.

Il numero complessivo dei lavoratori che ricevono sussidi di disoccupazione per più di una settimana – relativo alla settimana terminata il 3 ottobre, l’ultima per la quale è disponibile il dato – è scesa di 50.000 unità a 2,158 milioni, il minimo da novembre 2000.

Continuano però a deludere gli altri indicatori dell’economia Usa, che sembrano dunque allontanare ulteriormente l’intervento della Fed sui tassi. L’economia Usa sta infatti continuando ad espandersi, ma “in maniera modesta” tra settembre e l’inizio di ottobre, secondo quanto emerge dal Beige Book, il rapporto sullo stato di salute della congiuntura che la Federal Reserve pubblica ogni sei settimane.

La Fed, in particolare, ha sottolineato che la produzione manifatturiera è stata “generalmente debole” a causa anche del dollaro forte mentre i segnali di crescita degli stipendi sono stati “sporadici”. Hanno anche fortemente deluso i dati sui consumi (che hanno contribuito al ko di Walmart in Borsa) e sul Pil.

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