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Usa: guerra ai paradisi fiscali e minimun tax per tutti

Tutte le Borse aperte a Pasquetta hanno chiuso in rialzo, con nuovi record per Dow Jones e S&P – Alphabet assolta: non dovrà pagare 9 miliardi a Oracle – Grandi manovre sul petrolio – Yellen: “Una minimum tax per tutti i Paesi”

Usa: guerra ai paradisi fiscali e minimun tax per tutti

Tutti i listini azionari aperti a Pasquetta hanno chiuso in terreno positivo, ma stamane affiorano qua e là inviti alla prudenza. È in rally l’Hang Seng di Hong Kong (+2%), con i grandi nomi della Internet Economy a mettersi in luce: Tencent Holdings guadagna il 7%, Alibaba Health Information il 5%.

In calo di circa l’1% la Borsa di Tokyo, mentre perde lo 0,7% l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen: Bloomberg riporta che la Banca centrale di Pechino ha invitato le banche sorvegliate a contenere l’aumento dei prestiti immobiliari, saliti in modo anomalo nei primi due mesi del 2021.

NUOVO RECORD DEL DOW E S&P, NASDAQ +1,7%

I future sulle Borse europee segnalano forti guadagni: Francoforte +1,2%, Eurostoxx +1%. La spinta al Toro è arrivata ieri dagli Stati Uniti, dove i mercati continuano a macinare record: il Nasdaq è salito dell’1,7%. Dow Jones (+1,2%) e S&P 500 hanno toccato nuovo massimi storici.

ALPHABET ASSOLTA: NON DOVRÀ PAGARE 9 MILIARDI A ORACLE

Tra i protagonisti della seduta anche Alphabet, in rialzo del 4% anche per effetto del verdetto della Corte Suprema che la scagiona dalle accuse di aver copiato da uno sviluppatore indipendente (poi comprato da Oracle) un pezzo di software inserito in Android. Alphabet rischiava di dover pagare fino a nove miliardi di dollari di risarcimento danni.

Sul mercato obbligazionario si è arrestato il flusso di vendite che si era registrato nelle ultime sedute e il rendimento dei Treasury si è assestato stamane a 1,6860%.

GRANDI MANOVRE SUL PETROLIO

In frenata anche il dollaro, a 1,810 sull’euro. Il petrolio stamane recupera posizioni dopo lo scivolone di ieri: Brent a 62,91 dollari al barile. Ieri il greggio è scivolato (-4%), sulle aspettative di una rimozione a breve delle sanzioni che tengono a freno le esportazioni dell’Iran: i colloqui sul nucleare tra i paesi firmatari dell’accordo del 2015, poi stracciato dagli Stati Uniti, ripartono oggi a Vienna.

E GLI AMERICANI TORNANO AL CINEMA

Tra i vari segnali di ritorno alla normalità spicca la riapertura del 90% delle sale cinematografiche. Warner Bros ha puntato per il weekend di Pasqua sul colossal “Godzilla contro King Kong”, incassando 32 milioni di dollari tra sabato e domenica, 48,5 milioni in cinque sedute. Per il 2021 Warner ha deciso di proiettare i film sia nelle sale che, in contemporanea, via streaming.

A sostenere il rally ci sono però segnali “storici” più robusti in arrivo dall’economia e dalla politica americana.

QUASI UN MILIONE DI NUOVI POSTI IN USA

Il mercato del lavoro ha creato 916 mila nuovi posti, per due terzi legati ad attività (vedi bar e ristoranti) già congelate dalla pandemia. Ieri l’indice Usa dei servizi, l’indicatore che anticipa l’attività del terziario, è salito a 60,4 punti a marzo, sopra le stime del consensus e confermando l’ottimo stato di salute del comparto.

Domani toccherà al Beige Book confermare la solidità della ripresa economica. Dall’outlook del Fondo Monetario emerge che la crescita del Pil americano (+6,5% a fine 2021) supererà quella della Cina (solo +6%) per la prima volta dal 2005.

STIMOLI PER 1.700 MILIARDI PER LE FAMIGLIE

“La ripresa Usa sarà una buona notizia per gli operai cinesi, i marinai dei rimorchiatori olandesi e per gli agricoltori europei – attacca un articolo del Washington Post – Grazie agli stimoli governativi, le famiglie hanno accumulato 1.700 miliardi di dollari che vanno ad aggiungersi ai 18 mila miliardi a loro disposizione, soldi che finiranno in auto e pc costruiti in Cina, trasportati sui mari dai cargo in partenza da Rotterdam. Oppure aiuteranno gli agricoltori tedeschi, visto che istituti come la Landwirtschaftliche Rentenbank hanno raccolto per loro capitali a meno dell’1% in Usa”. 

YELLEN: UNA MINIMUM TAX PER TUTTI I PAESI

Alla vigilia del G20 che si terrà a Roma (ordine del giorno concentrato sulla lotta alla pandemia), Janet Yellen ha lanciato una proposta rivoluzionaria: una minimum tax da applicare in tutti i Paesi “alle multinazionali per sostenere innovazione, crescita e benessere”. Yellen, ministro del Tesoro e grande stratega della politica economica Usa, ha lanciato questa proposta al Chicago Council lunedì sera, ribadendo che il piano di investimenti da 2.200 miliardi di dollari che caratterizzerà la presidenza Biden andrà finanziato soprattutto con le tasse.

Gli Stati Uniti promettono così guerra ai paradisi fiscali e chiedono la collaborazione di tutti i partner. “Abbiamo visto di recente – ha detto – che andare avanti da soli non porta da nessuna parte. America First non può essere America sola”. L’obiettivo è di condividere con i partner le entrate fiscali eliminando l’area di elusione. Molte cose restano però da capire. In particolare una: se il fisco Usa intende incassare un’aliquota del 21% sui profitti esteri delle multinazionali, cosa resterà per i Paesi dove vengono realizzati i profitti?

L’Outlook del Fondo Monetario si occupa anche dei Paesi in difficoltà. Sui 120 Paesi debitori che quest’anno dovranno restituire 1.100 miliardi ai loro creditori, ben 72 rischiano di non far fronte all’impegno. “Almeno 100 milioni di persone – ha detto il presidente della World Bank David Malpass – sono precipitati quest’anno in un’estrema povertà”.

Il Fondo Monetario propone l’emissione di 650 miliardi di diritti speciali di prelievo per far fronte all’emergenza debito.

DOMANI IL G20, GIOVEDÌ SI RIUNISCE LA BCE

L’agenda della settimana prevede la pubblicazione oggi dei dati sulla disoccupazione di febbraio nell’Eurozona. Domani si terrà la conferenza stampa a margine della riunione dei ministri finanziari e dei governatori del G20. Giovedì è in programma l’ultima riunione della Bce sulla politica monetaria e nello stesso giorno verranno resi noti i dati sulle richieste dei sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti. Venerdì sarà diffuso il dato tedesco sulla produzione industriale di febbraio e l’Istat renderà noti i dati sul commercio al dettaglio.

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