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Unione bancaria, la Germania apre: sarà la svolta?

Per la prima volta il ministro delle Finanze tedesco, Scholtz, apre alla garanzia sui depositi bancari, che permetterebbe di completare l’Unione bancaria: non è chiaro se merkel condivida ma in Germania qualcosa si sta muovendo sulla scia della crisi della Deutsche Bank

Unione bancaria, la Germania apre: sarà la svolta?

Dopo la lunga carica, il Toro ha bisogno di rifiatare. Ovvero, fuor di metafora, gli operatori provano a incassare i profitti del rally innescato dalla prospettiva dell’imminente pace commerciale e dal calo dei tassi. Rallentano così i listini azionari in Asia, ma prosegue un po’ ovunque la correzione al ribasso delle obbligazioni e degli altri beni rifugio, a fronte della maggior propensione al rischio.

SCHOLZ ALL’FT: COMPLETARE L’UNIONE BANCARIA

Ma la notizia della giornata riguarda l’Europa. In un intervento sul Financial Times il ministro delle Finanze tedesco Olav Scholz apre per la prima volta alla prospettiva di una garanzia comune sui depositi bancari, il tassello più importante necessario per completare l’Unione Bancaria. “La necessità di completare l’unione Bancaria – scrive – è innegabile. Dopo anni di discussioni è giunta l’ora di mettere la parola fine” anche perché con la Brexit l’Europa perderà la sua piazza finanziaria principale, la City of London, cui si dovrà rispondere con una maggiore integrazione nel sistema finanziario europeo. Una svolta epocale, anche se non è chiaro se quanto e come l’idea di Scholz sia condivisa da Angela Merkel e dal resto del governo. Ma la novità segnala comunque che qualcosa, (complici le difficoltà di Deutsche Bank) si sta finalmente muovendo: meglio tardi che mai.

Listini deboli stamane in Asia: il Nikkei di Tokyo è in rialzo dello 0,1%, l’Hang Seng di Hong Kong è sulla parità, il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen perde lo 0,3%, il Kospi di Seul guadagna lo 0,2%.

Il rendimento del bond giapponese a dieci anni sale di sei punti base a -0,08%, livello che non si vedeva da sei mesi. Il Treasury Note a dieci anni è arrivato a 1,85% ed il Bund a -0,32%.

L’oro ha registrato ieri una delle flessioni giornaliere più ampie delle ultime settimane, -1,7% a 1.485 dollari l’oncia.

Settima seduta consecutiva di ribasso del cambio dollaro yuan, sceso sotto la soglia psicologica di quota 7.

DAZI: TRUMP VUOLE FIRMARE IN OHIO, XI ALZA IL PREZZO

Ultime schermaglie tra i Grandi prima della probabile firma degli accordi commerciali. Pechino chiede la cancellazione dei dazi (125 miliardi di dollari) imposti da Washington ad inizio settembre. È il prezzo chiesto per aderire alla richiesta di Donald Trump di firmare gli accordi in Usa, Ohio o in Iowa. Il presidente Xi, consapevole del peso elettorale della richiesta, avrebbe alzato il prezzo.

Wall Street ha assistito quasi immobile alle grandi manovre: Dow Jones +0,11%, S&P 500 -0,12%. Nasdaq +0,02%.

TONFO DI UBER A WALL STREET, FRENA IL PETROLIO

Da rilevare il balzo di Adobe +4,25% dopo i conti brillanti del produttor di Photoshop. Assai più pesante il tonfo di Uber (-9,85%) dopo le perdite del trimestre.

Petrolio Brent a 62,7 dollari il barile, in calo dello 0,5%, dopo tre sedute consecutive di rialzo.

L’euro ha guadagnato lo 0,5% su dollaro, a 1,107. Poco mossa la sterlina, alla vigilia delle comunicazioni della banca centrale della Gran Bretagna. Oggi Boris Johnson, dopo essere stato da Elisabetta II, dovrebbe tornare a Downing Street e tenere il discorso di avvio della campagna elettorale. 

BRILLA ARCELOR DOPO LO STRAPPO SULL’ILVA

La musica non è cambiata ieri nel Vecchi Continente. Le borse europee avanzano, a ritmo ridotto ma costante, per il quarto giorno di fila nell’attesa della sospirata pace sui dazi. Non esiste un solo filo conduttore per spiegare il rialzo salvo la sensazione che sul fronte dei commerci, il peggio sembra alle spalle. Ma è probabile che oggi i listini aprano all’insegna della cautela. Intanto lo strappo sull’Ilva non ha danneggiato Arcelor Mittal che, dopo la rottura, ha messo a segno un rialzo del 6% in due giorni (ieri +2,2%). 

LVMH SFORA IL MURO DEI 200 MILIARDI DI EURO

Piazza Affari ha chiuso in rialzo dello 0,23%, a 23.364 punti.

Nel terzo trimestre il Pil è aumentato dello 0,1% su base congiunturale, confermando la dinamica dei tre trimestri precedenti. L’incremento tendenziale nel terzo trimestre è stato pari a +0,3% e la crescita acquisita per il 2019 si è attestata a +0,2%.

Il listino migliore è quello di Parigi (+0,4%) in scia alla marcia di Lvmh (+0,7%). Il colosso del lusso ha festeggiato ieri il traguardo di 200 miliardi di euro di capitalizzazione, al secondo posto in Europa dietro Royal Dutch Shell (+0,85%).

Arretrano Madrid (-0,14%) e Zurigo (-0,57%). Sale Londra (+0,26%).

UN BITCOIN TARGATO BCE? PERCHÉ NO?

Anche l’Unione Europea, come la Cina, potrebbe prendere in considerazione il varo di una valuta digitale pubblica, secondo quanto rivelato da una bozza di un documento messo a punto dalla presidenza finlandese visionato da Reuters che invita l’Eurozona, a seguito del progetto di Facebook, molto criticato dai regolatori, ad introdurre una valuta privata e a sviluppare un approccio comune alle criptovalute, incluso l’eventuale divieto di progetti ritenuti troppo rischiosi.

SALGONO I RENDIMENTI DEI BUND. BTP OLTRE L’1%

S’interrompe la corsa ai beni rifugio, si riduce lo spread sotto i 131 punti: Il rendimento del Bund decennale tedesco è risalito a -0,31%, su livelli visti l’ultima volta in luglio. A fine ottobre la percentuale dei bond governativi della zona euro a rendimento negativo risultava però in calo al 62% dal 69% di fine settembre. Su base mensile, si tratta della prima flessione da aprile a questa parte.

A deprimere i rendimenti del Bund è stata l’analoga discesa dei Treasury Usa dopo l’inatteso miglioramento dell’indice Ism non manifatturiero statunitense. il rendimento dei Treasuries decennali è salito a 1,87%, massimo da metà settembre, e quello del titolo di Stato tedesco a 20 anni è tornato brevemente positivo per la prima volta da luglio.

Il rendimento del Btp decennale è risalito per la prima volta oltre l’1% (1,017%).

INTESA, UTILI RECORD. BANCHE AI MASSIMI DA MAGGIO

A sostenere il rialzo sono state ieri le banche: l’indice Ftse delle banche italiane (+1,5%, 9.200 punti) tocca i nuovi massimi da inizio maggio grazie alle trimestrali positive di FinecoBank (+1,7%) su prezzi che non vedeva dal 2016 (71% negli ultimi 12 mesi) e di Intesa Sanpaolo +1,7% (utile netto pari a 1,044 miliardi, Npe ratio a 7,6%, in calo del 13% rispetto a inizio anno), pubblicate nel primo pomeriggio.

Fa ancor meglio Unicredit (+1,65%). Monte Paschi (+4,4%) prende il volo alla vigilia dei conti. 

Il guadagno del comparto da inizio anno si amplia al +21,0%, quasi in linea con il +22% registrato dall’indice Eurostoxx50.

Nell’ultimo mese è iniziata una brillante rincorsa delle banche italiane ai settori più virtuosi: l’indice di riferimento ha infatti guadagnato il 13,5% contro il +6,5% accumulato dall’Eurostoxx50.

AZIMUT SUPERSTAR, BUFFETT DIFENDE MINALI

Azimut +3,45% dopo la diffusione dei dati trimestrali. La società ha chiuso i primi nove mesi con un utile netto consolidato pari a 247 milioni di euro, +120% su base annua. 

Tra le assicurazioni, Cattolica lascia sul campo lo 0,6%: il socio Warren Buffet si dice deluso dal cambio al vertice della settimana scorsa. L’oracolo di Omaha ne parla in una mail inviata direttamente al direttore generale Carlo Ferraresi, manager a cui sono state girate le deleghe dell’ex ceo di Cattolica Alberto Minali.

SAIPEM GUIDA LA CARICA DELL’ENERGIA

Altro tema forte della seduta, i petroliferi.

Saipem (+3%) potrebbe chiudere a breve una importante riorganizzazione societaria, con lo scorporo della attività nella perforazione. Nella lista dei potenziali partner ci potrebbero essere Helmerich and Payne, Patterson-Uti e Pioneer Energy services, tutte società statunitensi del settore drilling. Contatti sarebbero stati presi anche con Transocean.

Eni+1,60%. L’Angola ha formato un consorzio formato da cinque compagnie petrolifere internazionali tra cui Eni e Chevron per sviluppare gas naturale liquefatto (Gnl) per il suo impianto di Soyo. Il progetto del consorzio avrà un costo iniziale di 2 miliardi di dollari

Tenaris +1%. Goldman Sachs ha tagliato il target price a 20,6 dollari. 

FCA, MOODY’S MIGLIORA L’OUTLOOK

Ancora in rialzo Fca (+0,6%): Moody’s ha migliorato l’outlook sul rating del gruppo automobilistico a ‘positivo’ da ‘stabile’, confermando la valutazione Ba1, a seguito dell’annuncio del piano di integrazione con Peugeot.
Ferrari (-2,7%) corregge dopo il rally seguito ai conti.

MOTORINI IN DOPPIA CIFRA, PIAGGIO ACCELERA

Sesa +0,5%. La partecipata da Tip ha perfezionato l’acquisizione del 100% del capitale di Pico, società attiva nell’offerta di soluzioni software Digital Media, storico partner di Adobe, con ricavi di vendita al 31 dicembre 2018 di circa 20 milioni di euro.

Piaggio +3,47% nel giorno d’apertura del salone del motociclo. Il mercato delle due ruote è tornato a salire a doppia cifra in ottobre, sia in Italia che in Spagna. In Italia, la crescita dei veicoli superiori a 50 di cilindrata è stata pari all’11%, in Spagna al 12%. Il presidente di Piaggio Roberto Colaninno ha detto: “abbiamo fatto molto di più di quanto pensavamo: in termini di risultati, di tecnologia e di prodotti. Abbiamo fatto ancora di più anche come presenza globale partendo sempre da Pontedera e quindi dall’Italia”.

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