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Unicredit: utile di 2,3 miliardi nel secondo trimestre oltre le attese. Orcel rivede al rialzo il target 2023

Unicredit presenta un Cet1 robusto al 16,64%, tra i migliori del settore. A fine anno distribuzione agli azionisti di almeno 6,5 miliardi. Orcel: “Buyback investimento migliore di M&A”

Unicredit: utile di 2,3 miliardi nel secondo trimestre oltre le attese. Orcel rivede al rialzo il target 2023

Supera le attese e macina nuovi record Unicredit nei primi sei mesi di quest’anno, registrando il miglior primo semestre di sempre e decimo trimestre consecutivo di crescita della redditività.
L’istituto guidato da Andrea Orcel ha chiuso il primo semestre del 2023 con un utile netto contabile di 4,4 miliardi di euro con un incremento del 91,5% su semestre e un Rote al 20,8%. Grazie ai risultati ottenuti l’istututo di piazza Gae Aulenti ha migliorato la guidance per il 2023 con un utile netto atteso a oltre 7,25 miliardi e una distribuzione agli azionisti pari o superiore a 6,5 miliardi.

“Nonostante l’incertezza sugli sviluppi macroeconomici, sappiamo di essere ben equipaggiati per il futuro grazie alla nostra chiara strategia, a un mix di business ben diversificato e al continuo miglioramento dell’efficienza operativa”, dice a commento dei risultati il ceo di Unicredit, Andrea Orcel. “Continuando a sprigionare il grande potenziale insito nella nostra rete commerciale, abbiamo prodotto il migliore primo semestre di sempre” osserva il banchiere.

“Sia l’aumento della guidance sull’utile netto che sulla distribuzione agli azionisti sono basate sulle stesse cose – ha detto Orcel – In primis, il miglioramento dell’ambiente macro: tassi alti più a lungo e pass- through su depositi che va meglio del previsto (specialmente in Italia). Ma la parte più importante è il continuo impatto della trasformazione del gruppo: se prendi i costi, senza il nuovo piano sarebbero stati più alti a causa dell’inflazione. Inoltre, il calo dei costi è fatto in maniera focalizzata, cosa ci consente di investire nel business e nel digitale, quindi investimenti nelle factories, nella distribuzione e nella tecnologia. Tutto ciò poi spinge i ricavi”.

Utile del secondo trimestre cresce del 14,9%, sostenuto dai tassi

Nel secondo trimestre l’utile è stato pari a 2,3 miliardi (+14,9%) con un RoTE del 21,3% e un eps (earnings per share) pari a 1,12 euro per azione. Il valore contabile tangibile per azione è pari a 30,2 euro “in grado di generare rendimenti significativi per tutto il ciclo economico” dice una nota dell’istituto.

L’utile trimestrale ha superato le attese del consenso raccolto dalla stessa banca a 1,856 miliardi. Sempre nel secondo trimestre i ricavi netti sono ammontati a 5,9 mld (oltre le attese del consenso a 5,619 miliardi) in aumento del 24,4% su anno, sostenuti da un margine d’interesse di 3,5 miliardi, in rialzo del 41,3% anno su anno grazie soprattutto al maggior livello dei tassi d’interesse, con commissioni per 1,9 miliardi (-0,7%).
Le rettifiche su crediti, 21 milioni, sono in calo del 77,5% su trimestre e in rialzo di più del 100% anno su anno, mentre le esposizioni deteriorate nette sono state pari a 6,3 miliardi, in calo del 2,9% trimestre su trimestre e del 9,5% anno su anno.

Semestrale Unicredit: i costi calano dell’1,2%

L’istituto è riuscito anche a tagliare i costi, risultati in calo dell’1,2% su anno a 2,3 miliardi, con un rapporto costi/ricavi contenuto pari al 39%, “malgrado le pressioni inflazionistiche e senza limitare la crescita dei ricavi o degli investimenti”, ha sottolineato la banca. Sul tema dei costi il numero uno di UniCredit ha puntualizzato che “non stiamo tagliando i costi in modo indiscriminato, ma in modo chirurgico. Non stiamo attaccando business o funzioni critiche, su cui invece investiamo. Tagliamo i costi senza influenzare i ricavi, ma anzi diventiamo più agili con benefici. Quindi quest’anno diminuiremo i costi, nonostante l’inflazione, e manterremmo il calo anche nel 2024 facendo le stesse cose”.

Cet1 al 16,64%, uno dei migliori del settore bancario

Il coefficiente patrimoniale Cet1 è risultato uno dei migliori del settore al 16,64%, in rialzo di 58 punti su trimestre e di 91 punti inclusi 1,5 miliardi di dividendi maturati nel primo semestre, supportato da 6,5 miliardi di generazione organica di capitale. Le attività ponderate per il rischio (Rwa) sono diminuite a 294,8 miliardi (-1,3% trimestre su trimestre e -6,9% anno su anno). Il costo del rischio è pari a 2 punti base nel secondo trimestre e robusta qualità delle attività in portafoglio, mantenendo al contempo overlay per circa 1,8 miliardi.

Unicredit Orcel: il buyback è un investimento migliore del M&A

Unicredit ha anche segnalato il buon avanzamento del programma di riacquisto di azioni proprie 2022 per 3,34 miliardi, pari al 6,5% del capitale, che porta la distribuzione totale relativa al 2022 a 5,25 miliardi. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il banchiere ha detto che “l’M&A è un acceleratore che va considerato a giuste condizioni e termini, che ora non ci sono. La nostra valutazione è sotto quanto questi risultati dimostrano, e quindi continueremo a fare in modo aggressivo buyback, che è un investimento migliore dell’M&A che potremmo fare oggi sul mercato”..

Russia: “La strategia non cambia”

“Continueremo a ridurre esposizione con determinazione, ma non c’è alcun cambiamento – ha detto Orcel. “Il worst-case scenario, ovvero una nazionalizzazione, avrebbe un impatto sul capitale minore di 40 punti base. Con rispetto a potenziali vendite, a meno che non vogliamo regalare la banca alla Russia, dobbiamo guardare a opzioni che riconoscono valore del nostro franchise. Se non c’è questa opzione, continuare a fare una compression in modo organico e graduale”.

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