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Unicredit-sindacati: accordo per 1.200 uscite e 725 assunzioni

L’intesa è relativa al piano triennale 2022-2024 e prevede anche mille stabilizzazioni – L’ad Orcel: “Rafforziamo la vicinanza al territorio” – Fabi: “Accordo di forte discontinuità”

Unicredit-sindacati: accordo per 1.200 uscite e 725 assunzioni

Unicredit e i sindacati hanno firmato un accordo relativo al nuovo piano triennale della Banca. L’intesa prevede 1.200 uscite volontarie, 725 nuove assunzioni e mille le stabilizzazioni fra il 2022 e il 2024.

Il nuovo piano, sottolinea l’istituto, “avrà come punti di riferimento all’interno del perimetro italiano la centralità del ruolo sociale di Unicredit in Italia, dove la banca ha fortissime radici e intende contribuire a creare le condizioni per favorire l’auspicato rilancio strutturale dell’economia del Paese”.

Le nuove assunzioni, prosegue UniCredit, “oltre a garantire il necessario ricambio generazionale supportando l’evoluzione del modello di banca, intendono anche costituire un importante contributo di UniCredit alla crescita e sviluppo del sistema Paese”.

La banca e i sindacati, infine, “in considerazione dell’impegno profuso da lavoratrici e lavoratori del perimetro nazionale, hanno confermato di intensificare il confronto per finalizzare a breve il premio collettivo di produttività riferito al 2021”.

“Sono molto soddisfatto per l’accordo raggiunto oggi e ringrazio le sigle sindacali per il confronto costruttivo e il loro significativo contributo al risultato ottenuto – ha commentato l’ad di Unicredit, Andrea Orcel – Quest’accordo è una dimostrazione dell’approccio che abbiamo adottato in questi negoziati, arrivando a un risultato positivo per i nostri dipendenti. Si tratta di un traguardo che ci consentirà di rafforzare ulteriormente la nostra vicinanza ai territori in modo socialmente responsabile e favorire un importante ricambio generazionale, anche in vista dei nuovi investimenti digitali che ci attendono, in linea con gli obiettivi di rilancio previsti dal piano UniCredit Unlocked”.

“L’accordo di inserisce nel quadro di un piano strategico che punta al rafforzamento della rete fisica per avvicinare la banca al territorio e alle famiglie – commenta il segretario nazionale di First Cisl Pierpaolo Merlini – Il rapporto tra entrate e uscite è tra i più favorevoli nel settore e dimostra l’importanza di buone relazioni industriali per un gruppo che sta cambiando la propria organizzazione e la propria filosofia aziendale. Il sindacato – conclude Merlini –  è pronto a fare la sua parte in questa nuova fase se le relazioni continueranno ad essere improntate alla condivisione strategica ed alla valorizzazione delle competenze delle lavoratrici e dei lavoratori “.

Il sindacato dei bancari Fabi sottolinea invece che “con 1.200 esodi e 725 ingressi viene raggiunta una percentuale di copertura delle cessazioni di servizio pari al 60%, mai raggiunta finora nel settore bancario. Quanto alla distribuzione della nuova forza lavoro, è stato stabilito che l’83% venga destinato alla rete, cioè 600 unità, mentre il restante 17% (pari a 125 dipendenti) verrà assegnato all’area digital”.

Restano poi da completare, “e sono state confermate”, altre 780 assunzioni del precedente piano industriale Team 23, prosegue il sindacato.

“È un accordo di forte discontinuità rispetto alla precedente gestione di Unicredit – ha commentato il segretario nazionale Mauro Morelli – viene confermata, soprattutto, l’importanza dell’Italia per il futuro del gruppo e, pur in un piano industriale di rilevante trasformazione in chiave digitale, viene data centralità alle lavoratrici e ai lavoratori, confermando che il fattore umano, nel settore bancario, non può essere in alcun modo superato dalle nuove tecnologie”.

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