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Unicredit giù in Borsa: salta l’accordo con Santander su Pioneer, possibile Ipo

Si interrompono ufficialmente le trattative per l’aggregazione di Santander Asset Management e Pioneer Investments, che sarà quindi ora inclusa nel processo di revisione strategica annunciato da Unicredit e potrebbe sbarcare a Piazza Affari – Tengono banco le indiscrezioni su aumento di capitale e cessione del 41% di Pekao.

Salta l’accordo fra Unicredit e Santander su Pioneer, per la quale adesso si apre la possibilità dell’Ipo. Ma la notizia relativa alla società d’investimento controllata dalla Banca italiana ha già avuto un riflesso in Borsa, dove a metà mattina Unicredit arriva a perdere il 5%, a 5,13 euro (con un passaggio in asta di volatilità), segnalandosi come il peggior titolo del Ftse Mib.

Nel dettaglio, i due istituti di credito hanno deciso di “porre fine agli accordi stipulati in data 11 novembre relativi all’aggregazione di Pioneer Investments e Santander Asset Management – si legge in una nota -. Le parti hanno condotto discussioni approfondite per individuare le soluzioni praticabili per soddisfare tutti i requisiti regolamentari necessari per completare la transazione, ma, in assenza di una soluzione realizzabile entro un arco di tempo ragionevole, hanno concluso che fosse più appropriato porre fine alle trattative”.

Pioneer sarà quindi ora inclusa nel processo di revisione strategica annunciato da Unicredit “per esplorare le migliori alternative nell’interesse di tutti gli stakeholders, tra cui una potenziale Ipo. Questo – conclude il comunicato – con l’obiettivo di garantire a Pioneer le risorse adeguate per accelerare la sua crescita e continuare a sviluppare soluzioni e prodotti best-in-class da offrire ai propri clienti e partner”.

Ieri, inoltre, il Cda di Unicredit ha varato una nuova struttura organizzativa “con l’obiettivo di semplificare il gruppo, rendere più efficiente l’assetto operativo, identificare in modo più netto ruoli e competenze del senior management, rafforzare la capacità di individuazione delle responsabilità grazie a linee decisionali e di riporto più corte”. La novità principale riguarda Gianni Franco Papa che è stato promosso direttore generale “con deleghe ampie e rafforzate”.

La revisione al vertice è stata salutata positivamente dagli analisti: “Crediamo – notano gli esperti di Mediobanca – che il mercato apprezzerà la discontinuità e la velocità a cui sta procedendo” il nuovo ad Jean Pierre Mustier.

Prima dell’annuncio dello stop alla trattative con Santander, inoltre, a tenere banco sul mercato erano le indiscrezioni riportate da Bloomberg, secondo cui nel nuovo piano industriale che Mustier presenterà entro fine anno sono previsti anche un aumento di capitale da 5 miliardi e la vendita del 41% della controllata polacca Pekao, oltre alla possibile cessione di nuove quote Fineco (che risente delle voci e in Borsa è entrata in volatilità a -4,92%).

“Crediamo che il piano sia ancora in fase di elaborazione e che Mustier non escluda nessuna potenziale mossa strategica, ma che nessuna decisione definitiva sia ancora stata presa”, sottolinea Mediobanca, notando inoltre che dopo le recenti vendite di quote Fineco e Pekao “UniCredit non può realizzare ulteriori cessioni per tre mesi”.

Secondo gli analisti, inoltre, “il principale ostacolo saranno i tempi, dato che il management probabilmente preferirà evitare di andare sul mercato in concomitanza con il Referendum costituzionale italiano” in calendario in ottobre.

Equita nota invece che l’ipotesi di combinare la ricapitalizzazione con la vendita di Pekao “rappresenta una novità rispetto allo scenario di base che ipotizziamo visto che l’aumento di capitale dovrebbe escludere cessioni di dimensioni rilevanti”.

Dal punto di vista strategico, aggiungono gli esperti, “la cessione di Bank Pekao priverebbe UniCredit della leadership in un mercato con tassi di crescita e rendimenti notevolmente superiori alla media di gruppo, riducendo il potenziale di rerating dei multipli”.

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