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Unicredit: creare ricchezza e opportunità di crescita nell’industria creativa

L’ad di Unicredit Ghizzoni rileva che l’industria creativa debba diventare un’opportunità per far crescere il Paese ma precisa che serve un nuovo modo di interazione fra pubblico e privato – Non basta conservare il patrimonio artistico – L’esempio di project financing

Valorizzare il patrimonio culturale, artistico e architettonico di Roma e di tutta la regione Lazio senza limitarsi semplicemente alla conservazione e tutela del patrimonio ma puntando alle opportunità di generare da esse ulteriore ricchezza. Parte da questo obiettivo il Forum del Territorio Centro organizzato da Unicredit e intitolato non a caso “L’industria della grande bellezza”.

Ma in quale maniera è possibile creare ulteriore valore nel settore? Gli attori presenti al Forum non hanno dubbi: creando sinergie virtuose tra i settori portanti di questa industria nella Capitale e nella regione. Attraverso una maggiore e migliore interazione fra settori come la moda, l’audiovisivo e il sistema museale e con una proficua collaborazione tra il pubblico e il settore creditizio è possibile creare nuova ricchezza. È di questo avviso, ad esempio, l’amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni che sottolinea come sia necessario un “nuovo modo di interagire” fra pubblico e privato per quanto riguarda la valorizzazione dei beni culturali. Per Ghizzoni il tema dell’industria creativa non deve portare solo a uno sviluppo culturale ma deve “diventare un’opportunità per far crescere il Paese”. Per il ceo di Unicredit bisogna passare dunque “da una logica di mera conservazione del patrimonio culturale, in cui l’unico attore protagonista è il settore pubblico a un approccio che punti alla sua piena valorizzazione economica, coinvolgendo anche i privati”.

Su quest’ultima considerazione Ghizzoni cita l’esempio del project financing come ipotesi di collaborazione fra privati e musei e inoltre riporta il caso della sponsorizzazione e restauro dell’Arena di Verona (finanziato assieme alla Fondazione CariVerona), per cui Unicredit ha recuperato fiscalmente il 65% di quanto speso grazie all’ArtBonus e ha fatto operazioni di marketing a costo zero inserendo il logo dell’istituto di credito sui biglietti e sulle locandine degli spettacoli teatrali.

E tornando sul contesto di Roma e del Lazio l’ad di Unicredit ha rimarcato la rilevanza dell’industria creativa e del patrimonio culturale del territorio per l’intera economia locale. “Sono oltre 53mila le imprese della regione che operano in ambito artistico culturale” e tali imprese sottolinea Ghizzoni “occupano circa 160mila lavoratori”.

Delle 53mila imprese creative che operano nel Lazio quasi 45mila, secondo i dati forniti da Unioncamere, operano all’interno della Provincia di Roma a testimonianza della fortissima vocazione a livello artistico e culturale della città e del territorio che circonda la Capitale.

Un segmento, quello dell’industria creativa, che crea ricadute positive sull’economia italiana e del Lazio. Secondo uno studio di Unioncamere e della Fondazione Symbola in Italia per ogni euro di valore aggiunto che proviene da una delle attività del segmento dei sistemi culturali se ne attivano, mediamente, sul resto dell’economia altri 1,67 con un picco di 2,1 euro per l’industria creativa e di 2 euro per il patrimonio storico e artistico. Dati ancora migliori per la città di Roma per cui si attivano 2,5 euro per ogni euro di valore aggiunto nell’industria creativa e 2,4 per il comparto del settore storico e artistico.

Cifre che avvalorano ulteriormente la tesi di coloro che ritengono dal sistema dell’industria creativa si possa creare ricchezza e opportunità di crescita per Roma, la regione Lazio e tutto il Paese.

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