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Ue, via libera alla bad bank: “Non sono aiuti di Stato”

Se uno Stato membro della Ue interviene come farebbe un investitore privato ed ottiene una remunerazione per il rischio assunto equivalente a quella che avrebbe accettato l’investitore privato, l’intervento non costituisce un aiuto di Stato: così ha deciso la Commissione Ue approvando i piani di Italia e Ungheria.

Ue, via libera alla bad bank: “Non sono aiuti di Stato”

La Commissione Europea ha dato via libera ai piani presentati dai Governi di Italia e Ungheria per la gestione delle attività deteriorate delle banche che, si legge in una nota, “non comportano aiuti di Stato”. La Commissione ha concluso che, in base ai modelli utilizzati per la determinazione dei prezzi, la società di gestione patrimoniale ungherese acquisirà i prestiti in sofferenza a prezzi di mercato.

Per l’Italia, la Commissione ha deciso che “nell’ambito dello schema di garanzia statale scelto dalle Autorità italiane, lo Stato sarà remunerato in linea con le condizioni di mercato per il rischio assunto concedendo una garanzia sui prestiti cartolarizzati in sofferenza”. In questo modo, si formalizza l’accordo raggiunto dal commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager, e dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, lo scorso 26 gennaio.

Se uno Stato membro della Ue, continua la nota della Commissione Europea, interviene come farebbe un investitore privato ed ottiene una remunerazione per il rischio assunto equivalente a quella che avrebbe accettato l’investitore privato, l’intervento non costituisce un aiuto di Stato. Pertanto, la Commissione ha concluso che le misure proposte da Ungheria e Italia non comportano aiuti di Stato ai sensi della normativa dell’Unione Europea.

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