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Ue: sì agli aiuti di Stato per le banche in difficoltà

L’organismo di Bruxelles ha prorogato il termine di applicazione delle norme anti-crisi per gli istituti di credito. “Questi provvedimenti – ha spiegato Joaquin Almunia, vicepresidente della Commissione – si applicheranno per tutto il tempo richiesto dalle condizioni di mercato, ma assolutamente non oltre. Non deve diventare una respirazione assistita”

Ue: sì agli aiuti di Stato per le banche in difficoltà

Bruxelles, 1 dic. – La Commissione europea dice “sì” agli aiuti di stato per le banche in difficoltà. L’organismo di Bruxelles ha infatti prorogato il termine di applicazione delle norme anti-crisi per gli istituti di credito. Più in particolare si tratta principalmente del chiarimento delle modalità da rispettare per garantire che lo Stato riceva una remunerazione adeguata in caso gli Stati membri decidano – come “avverrà probabilmente sempre più spesso in futuro” – di ricapitalizzare le banche ricorrendo a strumenti per i quali la remunerazione non viene fissata in anticipo, come le azioni ordinarie.

Inoltre in base al pacchetto approvato oggi, inoltre, si prevede l’obbligo per le banche di presentare all’Europa un piano di ristrutturazione per quegli istituti di credito che intendano cambiare il proprio ‘business model’. Ancora, ha spiegato in conferenza stampa Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione e commissario responsabile per la politica di concorrenza, è stata concordata una metodologia riveduta relativa alla remunerazione delle garanzie per le esigenze di finanziamento delle banche, che, ha ricordato Almunia, rappresentano “la maggior parte del sostegno concesso finora”.

Ciò per per garantire che le commissioni versate dalle banche riflettano il loro rischio intrinseco piuttosto che il rischio connesso allo Stato membro interessato o al mercato nel suo insieme. Queste norme, prese di concerto con la Banca centrale europea (Bce) e l’Autorità bancaria europea (Eba) “si applicheranno per tutto il tempo richiesto dalle condizioni di mercato”, vale a dire finchè il mercato dei titoli sovrani sarà di tensioni. Almunia ha usato un paragone medico per sintetizzare la situazione e gli strumenti utilizzati per affrontarla, un paragone che ben rende l’idea della delicatezza del momento. La proroga della norme salva-banche sono un “respiratore artificiale”, e “noi non vogliamo prolungare questa respirazione assistita”. Per questo “staccheremo tutto quando la situazione si sarà normalizzata”.

 Del resto, ha rimarcato il vicepresidente della Commissione Ue, “l’inasprirsi delle tensioni sui mercati del debito sovrano ha messo ulteriormente sotto pressione le banche nell’Unione europea, giustificando la proroga delle norme adottate nel contesto della crisi”. Ciò per “contribuire a realizzare il pacchetto concordato dal Consiglio europeo ad ottobre volto a ripristinare la fiducia e proseguire la necessaria ristrutturazione del settore”. In tal senso “continueremo ad insistere sulla ristrutturazione e il risanamento dei bilanci ove necessario, per spezzare il circolo vizioso tra crisi del debito sovrano e debolezza del settore finanziario”. Nel dare applicazione alle norme la Commissione Ue, ha quindi detto Almunia, “terrà pienamente conto degli elementi che indicano che le banche possono essere redditizie a lungo termine senza la necessità di una ristrutturazione significativa”.

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