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Ue aperta all’Ucraina ma divisa sul gas: tutti i retroscena del Consiglio Europeo e del pressing di Draghi

L’Unione europea diventa più attrattiva con la veloce apertura all’Ucraina ma sul price gas l’accordo non si trova malgrado il pressing di Mario Draghi

Ue aperta all’Ucraina ma divisa sul gas: tutti i retroscena del Consiglio Europeo e del pressing di Draghi

Nella notte tra giovedì e venerdì a Bruxelles ce l’ha messa davvero tutta il premier Mario Draghi (spalleggiato dal presidente francese Emmanuel Macron e dal presidente del Consiglio Ue Charles Michel) per convincere gli altri partner che un consiglio straordinario in luglio sul cosiddetto “price cup” per il gas si rendeva assolutamente indispensabile. 

Scholz: potremmo perdere anche l’altro 50% del gas

In un primo tempo il cancelliere tedesco Olaf Scholz non si era opposto in linea di principio ma alla fine avrebbe manifestato tutti i suoi timori per una possibile reazione russa su nuove riduzioni delle forniture di gas. “Ma vi rendete conto – avrebbe detto Draghi – che stiamo pagando gli stessi soldi per avere da Mosca metà del gas di qualche mese fa? Solo l’Italia è passata dal 40% di forniture al 25%”. “Lo sappiamo bene – è stata la risposta di Scholz – ma c’è il rischio che la Russia blocchi pure l’altra metà del gas”.

Rutte preoccupato per le sue ferie

Preoccupazioni analoghe anche da parte del premier olandese Mark Rutte anche se nei corridoi di Justus Lipsius circolava tra i diplomatici la voce secondo la quale Rutte era più che altro preoccupato di dover rinunciare alle proprie ferie nel caso di un vertice straordinario. Essendo luglio, per i Paesi del Nord Europa il mese tradizionale per le ferie estive, un po’ come da noi l’agosto. Sta di fatto che la Commissione, per non ripetere le conclusioni del vertice di maggio ma tenendo presenti delle resistenze di alcuni Paesi, si è impegnata a predisporre entro settembre una proposta complessiva su tutti i problemi dell’energia dal gas alle rinnovabili sul quale i 27 si pronunceranno nel vertice di ottobre.

Se situazione si aggrava vertice straordinario inevitabile

Ma non è un po’ troppo tardi? È stato chiesto a Draghi in conferenza stampa. “Certo – ha risposto il presidente del Consiglio – potrebbe essere tardi. Soprattutto se avvengono altre cose sul fronte dell’energia. Ma su questo il Consiglio europeo è stato aperto: se la situazione dovesse aggravarsi è chiaro che ci sarà un Consiglio straordinario. È stato detto esplicitamente, non è che stiamo lì a far passare due mesi e mezzo senza fare niente”. Il price cap secondo Draghi “è la cosa che chiunque suggerisce di fare in questa situazione. Nei confronti della Russia l’Ue ha un potere di mercato che deve esercitare attraverso il price cap. Non lo fa perché c’è paura da parte di qualcuno che la Russia tagli le forniture di gas ancora di più. Ma quello è già successo”.

Anche al G7 si parla di price cap (ma per il greggio)

Di sicuro Draghi punterà a tenere caldo il tema da domenica al vertice G7 di Schloss Elmau in Germania facendo leva sulla posizione americana espressa dal segretario al Tesoro Usa Janet Yellen a favore di un price cap per il prezzo del greggio.

Ue più attrattiva ma restano divisioni su gas

Insomma l’Europa che, secondo Draghi con la crisi ucraina ha compiuto un vero “salto identitario” nella sua dimensione esterna divenendo sempre più attrattiva per Paesi come Ucraina, Moldova e Georgia rischia tuttavia di fare i conti con mancanza di unità su temi centrali rimasti da tempo irrisolti (politica comune in campo energetico come in quello fiscale). 

Le preoccupazioni di Draghi sul rischio inflazione

Draghi è preoccupato anche per gli effetti che il prezzo del gas potrebbe avere sulla ripresa dell’inflazione. “Ci stiamo preparando proprio in funzione di questo inverno – osserva Draghi – le misure che si stanno pensando in Italia assicurano che vi sia emergenza durante l’inverno. Tutti gli studi che ho visto finora danno un quadro che, grazie proprio alla ricerca di altri fornitori, dal punto di visto dei volumi noi siamo in una posizione buona”. “Noi – ha aggiunto Draghi – siamo stati molto rapidi nei primissimi giorni dell’inizio della guerra: abbiamo assicurato una rete di fornitori all’Italia e siamo relativamente ottimisti che tutto ciò possa compensare pienamente le importazioni di gas russo entro un anno, un anno e mezzo. Comunque, i risultati si vedono anche ora e sono migliori di quello che ci si aspettava”.

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