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Ucraina: la Crimea vuole diventare russa, domenica è atteso il referendum

Continua il lavoro diplomatico in Ucraina: il premier ad interim ucraino, Arseniy Yatseniuk, interverrà giovedì davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha assicurato che la Russia presenterà agli occidentali le sue proposte – La Crimea vuole l’annessione alla Federazione russa, domenica il referendum

Ucraina: la Crimea vuole diventare russa, domenica è atteso il referendum

Alcune voci ieri avevano riferito la notizia che il deposto presidente ucraino Viktor Yanukovich era ricoverato in gravi condizioni in una clinica moscovita per un sospetto infarto. Oggi l’ex presidente ha fatto sapere, attraverso l’agenzia Itar-Tass, che domani farà una dichiarazione a Rostov sul Don, a sud della Russia.

Intanto la diplomazia sta lavorando e il premier ad interim ucraino, Arseniy Yatseniuk, interverrà giovedì davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, riunito per valutare la situazione nel Paese. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha assicurato che la Russia presenterà agli occidentali le sue proposte per una soluzione della crisi ucraina, ma ha bocciato le idee avanzate dagli Usa. Sul fronte economico, la Banca Mondiale ha fatto sapere che provvederà a un contributo di tre miliardi di dollari per l’Ucraina in sostegno del processo di riforme e dei progetti di sviluppo.

In Crimea le truppe russe o filorusse controllano sempre più basi aeronautiche e navali dell’esercito ucraino, estromettendo Kiev e avanzando verso le frontiere. La Nato risponde alzando in volo i suoi aerei radar Awacs sui cieli di Polonia e Romania per monitorare la crisi in Ucraina, e Washington ribadisce le richieste di Kerry, la prima delle quali è la cessazione dell’avanzata militare russa.

Domenica si terrà il referendum sullo status territoriale della regione, che fa parte dell’ucraina ma è a maggioranza russofona. Potrebbe derivarne l’indipendenza da Kiev e la probabile associazione con la Federazione russa, e proprio per questo il voto è duramente osteggiato dagli occidentali.

Questo non ferma le autorità locali in Crimea, che vogliono l’annessione alla Russia: l’amministrazione comunale di Sebastapoli, seconda città e porto dove è di stanza la flotta russa del Mar Nero, ha annunciato che tutti i documenti d’ora in poi saranno in lingua russa e non più in ucraino. Si respira un clima di tensione tra le autorità della Crimea e le minoranze, in particolare i tatari, la comunità turcofona musulmana che ha annunciato il boicottaggio del referendum.

Il vice premier della repubblica autonoma di Crimea ha detto di essere pronto a collaborare con gli osservatori internazionali per monitorare il voto, ma non con i “provocatori”. Nei giorni scorsi una trentina di osservatori militari dell’Osce sono stati più volte respinti al confine.

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