Il turismo italiano sta registrando flussi record. Nel 2023, i dati Istat confermano 133,6 milioni di arrivi. Nel 2024 il trend cresce del 2,5%, segnando un altro primato: 458 milioni di presenze turistiche. L’Italia si posiziona seconda solo alla Spagna per flussi registrati, terza la Francia. Economia Pulita, l’iniziativa italiana che promuove la sostenibilità ambientale e sociale, attraverso il suo convegno tenuto a Bologna, consegna un’analisi su un tema che è l’altra faccia della medaglia del turismo: la mobilità. Se negli ultimi anni si è parlato molto di overtourism e dei fenomeni connessi, come il sovraffollamento delle città, la polemica delle keybox nelle principali città turistiche italiane e il rischio di degrado dei siti storici, il convegno di Bologna pone invece l’attenzione su un aspetto centrale e direttamente collegato: come è organizzata la mobilità?
Come arrivano i turisti in Italia: auto e aereo dominano
Economia Pulita fornisce dei dati chiari per spiegare il fenomeno del turismo, partendo dai mezzi utilizzati dai turisti per raggiungere il Belpaese: il 50% dei viaggiatori arriva in macchina, il 47% in aereo. Solo l’1,7% arriva via mare e l’1,9% via treno.
Una volta però arrivati in Italia, per i viaggiatori la questione si complica. Da quanto emerge, Economia Pulita presenta una problematica legata all’organizzazione del sistema dei trasporti nazionali che, allo stato attuale, non sarebbe sufficiente a gestire il grande flusso causato dal fenomeno, e per estensione dall’overtourism.
Mobilità sostenibile e digitalizzazione: la visione di Economia Pulita
Ripensare la mobilità è “un compito fondamentale”, soprattutto vista la crescente domanda di trasporto. Il rischio è che se questa trasformazione non viene completata, i risultati potrebbero danneggiare uno dei settori cardinali dell’economia italiana: il turismo. Un settore che, secondo le stime, porta nelle casse dello Stato fino a 368 miliardi di euro, ovvero il 18% del Pil.
Tra le indicazioni emerse durante il convegno, la necessità principale è quella di investire nella digitalizzazione dei sistemi per rendere i servizi sempre più integrati. In un’ottica di distribuzione più eterogenea dei flussi turistici, è stato anche ipotizzata la promozione di siti meno conosciuti del territorio così come una rivalutazione della mobilità lungo i cammini, per riportare i viaggiatori a un turismo naturalistico.
Ripensare la mobilità: un’occasione per la sostenibilità
Nonostante i dati Istat confermino che il 59% di chi si muove nel Paese utilizzi la propria auto, il trend è in diminuzione. La ragione si può ricondurre all’incremento nell’uso dei mezzi pubblici.
Secondo Pierluigi Coppola, Professore di Pianificazione dei Trasporti al Politecnico di Milano, è quindi necessario sviluppare ulteriormente i collegamenti tra porti, aeroporti e stazioni verso le città, per un paese sempre più intermodale.
Per Alessio Claroni, Professore di Diritto dei Trasporti e del Turismo dell’Università di Trento, la revisione della mobilità in atto può rappresentare un’occasione per orientarla verso una maggiore sostenibilità e un rispetto ambientale più responsabile.