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Trump vieta la vendita di Qualcomm. Tim-Elliott, duello rovente

Trump vieta l’acquisto di Qualcomm da parte di Broadcomm, troppo vicino ai cinesi di Huawei – Forse già in settimana si chiude l’affare Abertis con l’accordo Atlantia-Acs – In Telecom Italia il fondo Elliott punta al 9,9% e a chiedere la decadenza di almeno 5 consiglieri – Oggi test sui BTp 7

Trump vieta la vendita di Qualcomm. Tim-Elliott, duello rovente

L’euforia di ieri sui mercati asiatici è già svanita. Le Borse orientali stamane segnano il passo, in attesa di sviluppi su vari fronti, primo fra tutti il dato sull’inflazione Usa (presta in salita al 2,2% da 2,1), ma anche dagli sviluppi delle offensive di Donald Trump.

Ieri sera il presidente Usa ha posto il veto, per motivi di sicurezza nazionale, all’acquisto per 142 miliardi di dollari di Qualcomm Qda parte di Broadcomm, il colosso dei chip di Singapore, troppo legato ai produttori cinesi, in particolare a Huawei. “Se non ci muoviamo – è stata la motivazione – tra dieci anni la tecnologia degli smartphone dipenderò da Pechino”. Non è stata sufficiente la decisione del ceo del gruppo asiatico, Hock Tan, di spostare la sede del gruppo negli Usa. Intanto, secondo Wall Street Journal, Intel potrebbe a sua volta lanciare un’offerta su Broadcomm (+3,6%).

DEBOLI ASIA E WALL STREET IN ATTESA DELL’INFLAZIONE USA

Tra poche ore, intanto, si vota in Pennsylvania, lo Stato delle acciaierie, dove Trump spera di raccogliere i primi frutti della svolta protezionista e rafforzare le posizioni in vista delle Midterm Elections d’autunno. Ma perdono colpi Boeing (-2,9%) e Caterpilar (-2,4%), condizionati dalla prospettiva di ritorsioni sui dazi in arrivo da Europa e della Cina.

Le grandi manovre geo-politiche contribuiscono a complicare il quadro dei mercati. A Tokyo l’indice Nikkei sale dello 0,4%. Hong Kong -0,3%. Indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,3%. Taiwan +0,7%. Seoul -0,2%. Mumbai +0,2%.

Contrastata anche Wall Street. Il Dow Jones ha chiuso in ribasso dello 0,62%, S&P -0,13%. Sale il Nasdaq (+0,36%) sostenuto dalla guerra dei chips.

Chiude in rialzo Goldman Sachs (+0,96%). Il gruppo ha annunciato un nuovo cambio al vertice, oltre alle dimissioni del ceo, Lloyd Blankfein. La battaglia per la sua successione si è già concluso: si ritira Harvey Schwartz, attuale presidente e direttore generale, il vincitore è David Salomon.

Il dollaro si è leggermente indebolito a 1,233. Rendimento del Treasury Bill a dieci anni al 2,87%, da 2,90% di ieri. Da circa un mese ormai, il decennale statunitense vivacchia poco sotto quota 3% di rendimento.

GIÙ IL PETROLIO: BENE ENI, VOLA SARAS

A frenare i listini contribuisce il calo del petrolio: il Brent tratta a 64,85 dollari al barile, Wti a 61,25 ollari. Ci sono segnali di rallentamento dell’attività estrattiva negli Stati Uniti. Il numero di impianti di trivellazione attivi è in calo da sei settimane consecutive.

A Piazza Affari in progresso Eni +1%. La società ha annunciato di aver ceduto il 10% del giacimento di Zohr al prezzo di 930 milioni di dollari. Il campo egiziano è stato valutato 9,3 miliardi di dollari, quasi il doppio della valutazione di due anni fa. La stessa società ha anche annunciato l’acquisto di quote in due giacimenti petroliferi ad Abu Dhabi: totale investimento 875 milioni di dollari.

Tra i titoli più brillanti anche Saras (+7%) che ha presentato i conti 2017 e il nuovo piano. Proposto un dividendo pari a 0,12 euro per azione, corrispondente a un “dividend yield” di circa il 7% rispetto agli attuali corsi del titolo. Il piano Industriale 2018 – 2021 prevede uno scenario positivo per l’industria della raffinazione nei prossimi 4 anni.

FRANCOFORTE GUIDA L’EUROPA. PIATTA MILANO

Inizio di settimana con il segno più per le Borse europee grazie alla carica “elettrica” del listino di Francoforte.

A Milano l’indice Ftse Mib +0,08% ha chiuso a quota 22.764,91%, dopo aver superato più volte quota 22.800. frenato dall’incertezza sulla soluzione della crisi politica.

Il mercato più brillante è stato quello tedesco (+0,58%), seguito da Madrid. Poco mossa Parigi (+0,04%). Fuori dall’area euro arretra Londra (-0,14%).

BANKITALIA: UN ITALIANO SU QUATTRO A RISCHIO POVERTÀ

L’indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane segnala che, nel 2016, si è interrotta la contrazione del reddito medio che andava avanti dal 2006. Ma la quota di persone a rischio povertà è salita al 23%. “Il reddito equivalente medio – si legge nell’analisi- è cresciuto nel 2016 del 3,5% (…), ma il reddito equivalente è ancora inferiore di 11 punti percentuali a quello registrato nel 2006”.

DRAGHI: AVANTI SULL’ASSICURAZIONE DEI DEPOSITI

“C’è stata una riduzione dei rischi bancari significativa e sufficiente per passare al negoziato sulla prima fase del sistema di assicurazione europeo dei depositi bancari”. Lo ha sostenuto Mario Draghi alla riunione dell’Eurogruppo. La prima fase, di durata triennale, prevede un sistema di garanzia nazionale che potrà accedere ai fondi Ue solo dopo aver esaurito le risorse proprie. I fondi Ue, a quel punto, erogheranno finanziamenti supplementari ma solo fino ad un certo livello.

Intanto, sul tema dei tassi si sono pronunciati membri della Bce e banchieri nazionali. “Ci è molto chiaro che i tassi di interesse di breve termine, quelli controllati dalla banca centrale, rimarranno a livelli molto bassi, ben oltre l’orizzonte dei nostri acquisti di asset, ha detto ieri Benoit Coeuré, membro del direttorio della Bce, parlando alla radio francese Bfm. Valutazione analoga da parte del governatore della banca centrale belga, Jan Smets: “La risalita dell’inflazione della zona euro – ha dischiarato a Reuters – potrebbe richiedere tempi più lunghi di quanto anticipato. Il livello dell’output potenziale è probabilmente diventato più alto per via delle riforme strutturali e quindi il gap da colmare è più ampio”.

ASTA BOT OK, OGGI IL TEST SUI BTP 7

Recuperano nel finale i Btp dopo una seduta fiacca, segnata dalle attese per le aste a medio termine di oggi. Lo spread, dopo una punta a 139, si assesta a quota 137. Il decennal tratta al 2%.

In mattinata c’è comunque stata un’ottima accoglienza all’asta dei Bot annuali: i 6,5 miliardi offerti hanno attratto una domanda di oltre 10 miliardi. Il Buono è stato assegnato al tasso medio ponderato di -0,403%, due millesimi al di sotto dell’asta di metà febbraio e non lontano dal minimo record di -0,42% di due mesi fa

Nelle aste a medio e lungo termine di oggi (offerta tra 7,25 e 8,75 miliardi) debutterà il nuovo Btp a sette anni, indicato sul mercato grigio di Mts al rendimento di 1,516%, da confrontare con l’1,43% del collocamento di metà febbraio.

Il Btp a 3 anni è stato trattato ieri ad un tasso pari allo 0,061% (contro 0,05% di febbraio). Il titolo a 15 anni ha segnato, sempre sul grey market, un rendimento del 2,51% contro il 2,38% di novembre.

Nuovo passi in avanti sul debito della Grecia. Il presidente dell’Eurogruppo, il portoghese Mario Centeno, dopo aver annunciato che il fondo di salvataggio della zona euro pagherà la prossima tranche da 5,7 miliardi di euro di aiuti nella seconda metà di marzo, ha aggiunto che i colloqui proseguiranno ad aprile.

VOLANO E.ON E RWE: LA GERMANIA SPINGE SULLE RINNOVABILI

È stato il giorno delle Utility sulla spinta della ristrutturazione del settore in Germania tra le società elettriche, specie per quel che riguarda la green energy. L’indice Eurostoxx di settore è salito dell’1,5%.

E.On, una delle principali utility tedesche, è salita del 5,7% dopo aver acquistato dalla concorrente Rwe (+9,4%) il 76,8% di Innogy (+15%) per circa 22 miliardi di euro. Innogy raggruppa le attività di Rwe nelle rinnovabili, nelle reti di distribuzione di elettricità e le attività di distribuzione. E.On pagherà 40 euro per ogni azione Innogy inclusi i dividendi attesi di 3,24 euro per azione per gli esercizi 2017, 2018 e 2019. Al termine della complessa operazione (43 miliardi di euro complessivi) E.on diventa leader nelle rinnovabili, Rwe, che acquisisce una quota del 16,67% nel capitale della rivale assume la leadership dell’energia a tariffe regolamentate. La Germania, dopo l’addio al nucleare, costato perdite e svalutazioni pesantissime, si sta così progressivamente spostando verso le rinnovabili e l’energia pulita.

L’effetto “elettrico” in Piazza Affari ha provocato reazioni contrastanti tra le utility: Enel ha chiuso in parità. Italgas ha messo a segno un guadagno del 2%, dopo la pubblicazione dei dati del 2017. L’Ebitda rettificato è pari a 781 milioni di euro, +14%. Il consiglio di amministrazione propone un dividendo di 0,208 euro per azione (yield 4,4%), in crescita rispetto al precedente di 0,20 euro. Snam +1,3%. Terna +0,4%.

Sotto i riflettori anche Erg (+2%) e Falck Renew (+9%). Kepler-Cheuvreux ha alzato la raccomandazione a Hold da Reduce, portando il prezzo obiettivo a 2,0 euro da 1,80 euro. Electro Power Systems +5%, Enertronica -2%.

ABERTIS-ATLANTIA, IN SETTIMANA SI CHIUDE

Sul fronte delle utility sembra vicino, forse già in settimana, l’epilogo della partita per il controllo di Abertis. Atlantia (-0,43%) e Acs stanno negoziando per arrivare nei prossimi giorni a un accordo che preveda il controllo congiunto del gruppo autostradale attraverso una newco che dovrebbe lanciare un’Opa migliorativa dell’oferta del gruppo Benetton e di quella, autorizzata iri di Hochtieff (controllta di Acs). Due i nodi da sciogliere: Atlantia chiede il 51% della newco per poter consolidare gli asset; i fondi, a partire da Blackrock minacciano azioni legali, anche contro la Cnmv, la Consob spagnola, per aver nascosto agli mercato informazioni decisive sul dossier.

Telecom Italia -1,5%. Secondo indiscrezioni, il fondo Elliott avrebbe circa i 5% del capitale, il suo obiettivo è 9,9%. Entro il 20 marzo, il nuovo socio chiederà la decadenza di almeno cinque consiglieri. Vivendi potrebbe rispondere facendo decadere il consiglio di amministrazione.

Mediaset -0,1%.

BANCHE: PIÙ PRESTITI ALLE IMPRESE. IN RIPRESA CARIGE E CREVAL

Tra le banche in gennaio c’è stato un balzo dei prestiti alle imprese (+1,9%), più un calo delle sofferenze nette, scese sotto quota 60 miliardi di euro (-17,6% anno su anno), lo ha comunicato Banca d’Italia.

Unicredit -0,4%: da ieri è efficace la conversione delle risparmio in ordinarie. Intesa +0,1%. Banca Carige +2,3%. Creval (+3,9%) ha continuato a salire dopo il +6,62% di venerdì scorso, sempre grazie al buon esito dell’aumento di capitale da 700 milioni euro.

FinecoBank +0,1%, con nuovo massimo storico a 10,435 euro.

POSTE AI MASSIMI. CATTOLICA APRE AGLI UOMINI DI BUFFETT

Poste italiane +1,5%, su nuovi massimi storici, promossa da alcuni impostanti broker.

Generali -0,1%. Cattolica Assicurazioni (+2,5%) è stato uno dei titoli migliori. L’amministratore delegato del gruppo, Alberto Minali, intende aprire il Cda a rappresentanti di Warren Buffett e spiega di voler puntare a una compagnia meno tradizionale, aperta ad esempio al settore del trasporto delle opere d’arte. Il piano industriale, che prevede per il 2020 una raccolta premi Vita a 5,4 miliardi, il doppio di quanto registrato nel 2016.

RIALZA LA TESTA FERRAGAMO, PROMOSSA ENAV

Nel lusso rimbalza Ferragamo (+1,78%) sull’onda del rally del balzo ieri di Prada +14,04% alla Borsa di Hong Kong dopo l’annuncio dei risultati.

Leonardo +1%. L’Arabia Saudita ha firmato un accordo preliminare per l’acquisto di 48 Eurofighter con BAE Systems. Per la società italiana, la commessa potrebbe valere circa 1,7 miliardi di euro.

Enav +2,3% dopo la pubblicazione dei risultati del 2017 che hanno evidenziato un utile netto pari a 101,5 milioni (+32,9%). Il dato ha superato le attese. Il Cda ha anche approvato il piano industriale 2018-2022, che prevede un totale di 650 milioni di investimenti. Nel periodo la società prevede di proporre un dividendo in crescita annua del 4% a partire da quello 2018, pari a 101 mln euro.

ASTALDI: L’AUMENTO VA SU, IL TITOLO GIÙ

Astaldi -3,8%. Il gruppo delle costruzioni intende aumentare fino a 300 milioni di euro l’aumento di capitale dai precedenti 200 milioni, senza procedere con l’emissione di strumenti finanziari per altri 200 milioni.

Maire Tecnimont (+0,4%) ha annunciato di aver ricevuto una commessa nelle Filippine del valore di 180 milioni di dollari. I lavori in ambito petrolchimico saranno svolti da una joint venture.

MolMed -5%: la biotech company specializzata nelle terapie innovative sul cancro ha riportato i conti del 2017. Perdita netta in calo del 39% a 8,5 milioni di euro. Ricavi operativi +5,1% a 24 milioni.

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