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Trump incriminato per i pagamenti occulti alla pornostar Stormy: potrebbe essere arrestato martedì

E’ la prima volta che succede a un ex Presidente Usa – “Persecuzione politica: rieleggetemi e sarete vendicati”

Trump incriminato per i pagamenti occulti alla pornostar Stormy: potrebbe essere arrestato martedì

Donald Trump è stato incriminato dalla procura di New York per la vicenda legata al pagamento di 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels per farla tacere sulla loro relazione. Donald Trump diventa così il primo ex presidente a essere incriminato nella storia americana.

La decisione del gran giurì, dopo giorni in cui lo stesso Trump soffiava sul fuoco ipotizzando un suo imminente arresto, è arrivata quando nessuno più se l’aspettava visto che i giurati avrebbero dovuto valutare altri casi e poi prendersi una pausa fino alla fine di aprile. È un fatto che è destinato ad avere ripercussioni senza precedenti sulla politica Usa oltre che a influenzare la corsa alla Casa Bianca per il 2024, anche se non fermerà la corsa di Trump a quanto pare. The Donald ha subito reagito attaccando: “È una persecuzione politica e una interferenza elettorale”, “una caccia alle streghe che si ritorcerà contro Biden”, “rieleggetemi e sarete vendicati”.

Trump incriminato si presenterà martedì: eviterà l’arresto?

Il voto del Gran Giurì è arrivato a sorpresa visto che i giurati avrebbero dovuto valutare nella giornata altri casi e poi prendersi una pausa fino alla fine di aprile. La decisione ha colto di sorpresa anche lo staff di Trump mentre l’ex presidente in queste ore a Mar-a-Lago sta valutando le sue prossime mosse. Le accuse precise che gli vengono rivolte non sono ancora state rese note pubblicamente dal tribunale di New York. La Cnn, citando due fonti a conoscenza del caso, informa che l’ex presidente deve affrontare oltre 30 capi di accusa di frode aziendale nell’inchiesta da parte della procura di Manhattan.

Cosa accadrà ora e quando Trump è chiamato a presentarsi alla procura non è ancora chiaro: i dettagli devono essere definiti dal Secret Service con le autorità di New York, anche se il legale dell’ex presidente ha assicurato che il suo assistito si presenterà spontaneamente e si sottoporrà alle procedure del caso, dalle impronte digitali alle foto. In tal caso dovrebbe essergli risparmiata l’umiliazione dell’arresto. Uno dei suoi avvocati, Susan R. Necheles, citata dal New York Times, ha detto che Trump potrebbe consegnarsi alle autorità di Manhattan martedì prossimo per la formalizzazione delle accuse a suo carico.

Polizia di New York allertata, si temono manifestazioni

La polizia di New York è da giorni in allerta per possibili manifestazioni e proteste visto che l’ex presidente, rievocando una retorica simile a quella dell’assalto al Congresso, ha invitato i suoi sostenitori a scendere in piazza e a farsi sentire. Il timore di assalti tipo quello del 6 gennaio al Congresso Usa hanno spinto le forze dell’ordine di New York a rafforzare le misure di sicurezza e i controlli online, dove c’è chi da giorni grida alla guerra civile in difesa di Trump. “Nessuno è al di sopra della legge. Questa incriminazione è solo l’inizio”, ha commenta a caldo Michael Cohen, l’ex legale Di Trump divenuto poi il suo principale accusatore. I repubblicani gridano già allo scandalo pur non conoscendo le accuse precise: parlano di una decisione “oltraggiosa”. Eric Trump, il figlio dell’ex presidente, definisce l’incriminazione come un attacco a un rivale politico. Il suo riferimento è ai democratici e a Alvin Bragg, il primo afroamericano procuratore di Manhattan. Silenzio in casa dei democratici, così come nessun commento arriva dalla Casa Bianca di Joe Biden. L’incriminazione in seguito alla vicenda della pornostar è solo una delle inchieste aperte a carico di Trump, la cui situazione legale potrebbe complicarsi con l’avvicinarsi del voto. Fra le indagini aperte ci sono quelle sulla rivolta del 6 gennaio, quelle sulle interferenze sul voto in Georgia e quelle sulle carte segrete trovate a Mar-a-Lago. Un appoggio a Trump è arrivato dallo speaker della Camera, Kevin McCarthy dall’arcinemico dell’ex presidente, Ron DeSantis in corsa per le presidenziali. Anche l’ex vicepresidente Mike Pence ha commenatto che “Accusare un ex presidente è un disservizio al Paese che dividerà ulteriormente gli americani”.

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