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Tribunali: diminuiscono i fallimenti (-20%) nel primo semestre 2022, ma ancora 64mila procedure pendenti

I dati dell’osservatorio Cherry Sea sui tribunali fallimentari: nuove procedure in diminuzione in tutta Italia, pendenti in aumento solo a Roma e Firenze, Milano invece è prima per pratiche chiuse

Tribunali: diminuiscono i fallimenti (-20%) nel primo semestre 2022, ma ancora 64mila procedure pendenti

Nei primi sei mesi del 2022 sono stati iscritti nei tribunali italiani 3957 nuovi fallimenti, circa il 20% in meno di quelli aperti nello stesso periodo del 2021. Inoltre, sono stati definiti 7264 procedimenti, dato leggermente inferiore a quello del 2021 (-6%), e lo stock è stato ridotto a quota 64mila pendenti, in netta diminuzione (-11%) rispetto al dato della fine dello scorso. Dalla fine del 2019 a oggi, in particolare, il volume dei fallimenti giacenti nei tribunali italiani è stato ridotto di quasi il 23%.

È quanto emerge dalla rilevazione di Cherry Sea, l’osservatorio realizzato dalla startup fintech Cherry srl, che ha analizzato l’andamento dei fallimenti nei 140 tribunali italiani alla data del 30 giugno 2022.

L’analisi di Cherry Sea prende quindi in esame l’attività delle prime venti sezioni fallimentari per volume di attività, ovvero Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Roma, Torino, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza. In questi tribunali nel primo semestre dell’anno sono stati aperti complessivamente 2014 procedimenti e ne sono stati chiusi 3465, circa la metà dei rispettivi valori totali nazionali, e al 30 giugno lo stock ammonta a 29100 pendenti. 

Roma primo tribunale per nuovi procedimenti, Milano per pratiche chiuse

Il primo tribunale per numero di nuovi procedimenti è Roma con 387, numero tuttavia inferiore di oltre il 50% rispetto a quello del primo semestre 2021 (878); seguono Milano con 317 (-60% rispetto a giugno 2021) e Catania con 138 (-45%). In coda alla classifica ci sono invece Treviso (38), Busto Arsizio (36) e Cagliari (35). In generale, per tutti i venti tribunali in questi sei mesi si è registrata una diminuzione di nuove pratiche aperte rispetto al primo semestre del 2021. Quanto a procedimenti definiti, il primo tribunale in Italia è Milano, che nel semestre ha portato a termine 709 pratiche, dato tuttavia nettamente inferiore (-44%) rispetto a quello della prima metà del 2021. Seguono Roma con 353 (-53%) e Bergamo con 225 (-43%). Le sezioni che hanno chiuso meno procedimenti, invece, sono Modena con 89 (-60%), Genova con 79 (-43%) e Firenze con 74 (-71%). 

Treviso il tribunale più efficiente, stock in aumento solo a Roma e Firenze

Il capoluogo toscano e Roma sono gli unici due tribunali tra i primi venti a chiudere meno procedimenti di quanti ne siano stati aperti: a Firenze, in particolare, al 30 giugno sono stati aperti 128 procedimenti, per un Clearance Rate (rapporto tra procedimenti definiti e procedimenti sopravvenuti) pari a -42%. Il tribunale, invece, con il valore più alto di Clearance Rate è Treviso (260%), seguito da Padova (200%) e da Cagliari (194%). Il CR medio dei venti tribunali è del 103%.

Firenze e Roma sono anche le sole due sezioni che hanno visto aumentare il proprio stock, che si attesta rispettivamente a 1530 pendenti (+3%) e 5066 (+0,6%); i tribunali, viceversa, che hanno inciso maggiormente sul proprio arretrato sono Bergamo, che lo ha ridotto di quasi il 10% rispetto a fine 2021 portandolo a quota 976 pendenti, Treviso (887, pari a -8,5%) e Vicenza (839, pari a -8%). Mediamente, nei primi venti tribunali italiani lo stock è stato ridotto del 4,5%.

La mappa regionale dei pendenti

I tribunali con lo stock più voluminoso al 30 giugno 2022 sono Roma (5066), Milano (3993) e Bari (1802). Le regioni, invece, in cui è concentrato il maggior numero di pendenti sono Lombardia (11234), Lazio (8403) e Campania (6578); viceversa, quelle più “scariche” sono Basilicata (721), Trentino – Alto Adige (615) e Molise (342). A livello territoriale, lo stock è distribuito per il 26% nel Centro Italia, per il 24% al Sud, per il 23% nel Nord Ovest, per il 15% nel Nord Est e per il restante 12% nelle Isole.

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