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Tria: non c’è solo la flat tax per ridurre le tasse alla classe media

Il ministro al Forum di Bloomberg: “I pilastri della manovra sono gli investimenti, lotta a povertà e il taglio delle tasse” – Al vicepremier Di Maio però sembra non bastare: “Non ho chiesto le dimissioni ma un ministro serio i soldi li deve trovare”

Tria: non c’è solo la flat tax per ridurre le tasse alla classe media

“Ci stiamo impegnando a ridurre il carico fiscale e questa azione va oltre la flat tax. Siamo a uno stadio molto avanzato di un’imposta sul reddito personale che ridurrà il carico fiscale sulla classe media, mantenendo un impatto sul budget gestibile”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, intervenendo al Forum di Bloomberg.

“La strategia politica che stiamo seguendo – ha aggiunto –  si basa su tre pilastri: maggiori investimenti pubblici e privati, lotta alla povertà e riduzione del carico fiscale. L’economia italiana ha solide fondamenta. Siamo ancora la terza economia europea e il secondo paese manifatturiero e per export”.

Quanto al reddito di cittadinanza, “bisogna risolvere i problemi sociali che hanno portato alla nascita del bisogno di questo reddito – ha sottolineato ancora il numero uno del Tesoro – Il governo italiano, pur rispettando gli impegni europei, si impegna a tracciare un percorso bilanciato che tenga in considerazioni diversi bisogni sociali e requisiti economici per creare una solida base per una crescita di lungo termine”.

Parole che però non sembrano aver soddisfatto il vicepremier, Luigi Di Maio, che nel pomeriggio entra a gamba tesa nel dibattito sulla Manovra, lanciando una vera e propria bordata al ministro dell’Economia.

“Nessuno ha chiesto le dimissioni del ministro Tria”, ha detto il leader del M5s all’Ansa sulle tensioni per scrivere la Manovra, non sforando – come vuole il titolare del Tesoro – i paletti Ue. “Ma pretendo che il ministro dell’Economia di un governo del cambiamento trovi i soldi per gli italiani che momentaneamente sono in grande difficoltà. Gli italiani in difficoltà non possono più aspettare, lo stato non li può più lasciare soli e un ministro serio i soldi li deve trovare”.

Tornando alle parole del numero uno del Mef, l’obiettivo del Governo, ha ribadito Tria, “è ottenere una crescita più forte e sostenibile attraverso riforme strutturali. Il Governo è impegnato nell’orizzonte di una legislatura di 5 anni, con una implementazione graduale delle riforme. L’economia italiana sta continuando a crescere, ma a un ritmo più lento. Il Governo punta quindi a eliminare il gap di crescita dell’1% che ci separa dai Paesi dell’eurozona”.

In ogni caso, “le misure di cui ho parlato” in vista della Legge di Bilancio “non cambieranno l’impegno del governo sulla riduzione del debito”. Allo stesso tempo, però, “è essenziale che gli investimenti pubblici diventino la voce principale del bilancio: devono tornare almeno al 3% del Pil. Il livello attuale del 2% è troppo basso perché l’Italia possa colmare il divario con il resto del mondo”, ha concluso il ministro.

(Ultimo aggiornamento: ore 17.18 del 18 settembre). 

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