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Tragedia Morosini: muore in campo a Pescara. Sospesi tutti i campionati

Il 25enne centrocampista del Livorno viene colto da un arresto cardiocircolatorio in campo durante la partita di serie B contro il Pescara – Sgomento nel mondo del calcio, rinviate tutte le partite del weekend.

Tragedia Morosini: muore in campo a Pescara. Sospesi tutti i campionati

Il dramma è diventato tragedia alle 17 di un sabato che purtroppo ricorderemo a lungo. Piermario Morosini è morto. Il ragazzo non è riuscito a riprendersi dall’aritmia cardiaca che lo ha colpito verso le 15.30, durante la partita di serie B Pescara – Livorno. Correva il 31° minuto, gli amaranto vincevano a sorpresa 2 a 0 allo stadio Adriatico, quando Piermario, giocatore del Livorno, ha iniziato a barcollare, cadendo a terra due volte, rialzandosi altrettante, prima di accasciarsi esanime sul terreno di gioco. Sono state queste le ultime gesta di lotta di Morosini, che ha provato invano a resistere alla morte.

In un attimo in campo si è scatenato il panico: i sanitari presenti hanno immediatamente praticato al ragazzo un massaggio cardiaco, sotto il controllo del Professor Leonardo Paloscia, responsabile dell’Unità Coronarica dell’ospedale di Pescara, presente allo stadio per vedere la partita ed immediatamente accorso sul terreno di gioco. Successivamente Morosini è stato trasportato all’Ospedale Santo Spirito, dove gli sono state praticate manovre di ventilazione e rianimazione, prima di intubarlo. Tentativi disperati e quantomai vani di salvare una vita che si è spenta solo ufficialmente alle 17: “Quando sono sceso in campo Morosini era in arresto cardiaco e respiratorio, abbiamo praticato il massaggio cardiaco per un’ora e mezza prima solo manualmente e poi con diversi strumenti, ma non c’è stato nulla da fare. – ha spiegato successivamente Paloscia. – Non si può dire se la causa sia cerebrale o cardiaca, questo può stabilirlo solo un’eventuale autopsia”. Che è già stata disposta dal pm della Procura pescarese Valentina D’Agostino e che è stata affidata all’anatomopatologo Cristian D’Ovidio, per capire con esattezza cosa abbia provocato l’aritmia.

Tutto ciò purtroppo non servirà a riportare in vita questo ragazzo di appena 25 anni, che fino a gennaio era sotto contratto con l’Udinese. In Friuli Piermario non trovava spazio, tanto che nella sessione di mercato invernale aveva accettato la proposta del Livorno, che gli avrebbe garantito spazio oltre che una vetrina importante in chiave azzurra. Morosini infatti aveva fatto parte dell’Under 21 di Casiraghi, con la quale aveva partecipato all’Europeo 2009 tenutosi in Svezia, e in cuor suo sognava un giorno di far parte della nazionale maggiore. Nato a Bergamo il 5 luglio 1986, Piermario era tifosissimo dell’Atalanta, club nel quale era cresciuto calcisticamente. Aveva talento, ma la vita non era certo stata generosa con lui: nel 2001, a soli 15 anni, era rimasto orfano della mamma Camilla, e due anni più tardi anche del papà Aldo. Come se non bastasse, poco dopo è morto anche il fratello disabile e Piermario è rimasto solo con la sorella maggiore, anche lei disabile. Una vita difficilissima, che però lo aveva temprato nel suo lavoro, quel mondo del calcio che oggi si è fermato per lui. Alle 17.31 infatti, la Figc ha comunicato ufficialmente lo stop di tutti i campionati di calcio, serie minori comprese, a partire da Milan-Genoa, che doveva essere il primo anticipo delle 18. A prendere la decisione è stato il presidente federale Giancarlo Abete, in piena sintonia con il presidente del Coni Gianni Petrucci, che ha invitato tutte le federazioni degli altri sport a ricordare Morosini con un minuto di silenzio.

Dopo tante critiche, è giusto attribuire un applauso alle istituzioni del nostro calcio, che hanno mostrato la dovuta sensibilità verso una tragedia che ha scosso davvero tutti. Resta da capire se la morte di Morosini potesse essere evitata. I quesiti sono tanti: possibile che un atleta professionista, costantemente sottoposto ai più svariati controlli, possa morire in questo modo? Dopo i casi di Vigor Bovolenta (pallavolista scomparso lo scorso 24 marzo) e Fabrice Muamba (giocatore del Bolton colpito da malore il 17 marzo, salvo per miracolo), non sarebbe il caso di rimettere in discussione il sistema medico del mondo sportivo? Tematiche importanti, che ci auguriamo vengano approfondite nelle sedi opportune. Da par suo intanto, il comune di Pescara ha deciso di avviare un’indagine interna per fare chiarezza sull’incresciosa vicenda che vede coinvolta la Polizia Municipale. Già, perché mentre Morosini era a terra e il Paese col fiato sospeso, l’ambulanza non riusciva ad entrare allo stadio a causa di una macchina dei vigili (!) che bloccava l’ingresso.

Inutili i tentativi di rintracciare gli agenti affinché spostassero l’auto, tanto che ad un certo punto un carabiniere ha sfondato il finestrino, così la macchina è stata rimossa. I sanitari hanno dovuto trasportare la barella a mano, il che basta a rendere l’idea di quanto l’episodio sia stato vergognoso, per non dire indecente. L’obrobrio organizzativo non ha però compromesso la vita di Morosini: secondo i medici infatti, il ritardo è stato ininfluente, perché il giocatore era già da considerarsi morto. Piermario ci ha lasciati in un maledetto sabato di aprile, ma ci piace pensare che se ne sia andato col sorriso. Mentre giocava a calcio, nel tentativo di realizzare il suo sogno.

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