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Tour: Sagan centra tappa e maglia gialla

Oggi la temuta crono a squadre che dovrebbe favorire Froome, Porte e Dumoulin – Per Nibali sarà importante limitare i danni

Tour: Sagan centra tappa e maglia gialla

Secondo a Fontenay-le-Comte dietro Kittel, Peter Sagan si è preso subito la rivincita vincendo la seconda tappa del Tour con uno spettacolare colpo di reni per superare Sonny Colbrelli sul traguardo di La Roche-sur-Yon. Il campione slovacco, grazie al gioco degli abbuoni, conquista anche la maglia giallia che Kittel non ha potuto difendere a causa di una foratura che l’ha appiedato a due km dal traguardo, mettendolo fuori gioco nella volata.

Maglia iridata da tre anni, maglia gialla da ieri, ma quella che Sagan insegue in questo Tour è la sua sesta maglia verde per eguagliare il primato di Eric Zabel. Per il leader della Bora-Hansgrohe il successo di ieri è anche il modo migliore per cancellare definitivamente il ricordo di Vittel, quando Il giorno dopo il successo a Longwy venne addirittura espulso dal Tour per aver stretto alle transenne, facendolo carambolare per terra, Mark Cavendish che a sua volta travolgeva John Degenkolb.

A differenza della tappa di apertura, questa seconda non ha causato grossi danni tra gli uomini di classifica. Froome è stato ben protetto e pilotato dai suoi evitando le insidie che ogni giorno il Tour nasconde. Oggi nella crono a squadre di Cholet il vincitore del Giro d’Italia ha subito l’opportunità di recuperare i secondi persi nel caotico finale di venerdì nei confronti di Nibali, Valverde e Landa: il Team Sky è tra i favoriti della tappa che misura 35,5 km assieme alla Bmc di Richie Porte (attardato anche lui nel capitombolo di Froome) e alla Sunweb di Tom Dumoulin.

Per la Bahrain-Merida di Nibali e la Movistar di Quintana, Valverde e Landa una giornata tutta da correre puntando a limitare i danni. In particolare per Quintana c’è il reale pericolo di vedere più che raddoppiato il suo distacco di oltre un minuto accusato a Fontenay-le-Comte per una maledetta foratura a 3,2 km dall’arrivo. Gli dei del ciclismo da un po’ di tempo pare davvero non abbiano più in simpatia il piccolo Condor delle Ande dalle ali bagnate.

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