Condividi

TOUR DE FRANCE: ecco le pagelle finali – La maglia gialla Froome merita 10, Nibali 7

TOUR DE FRANCE – Chris Froome vince con pieno merito per la seconda volta il Tour: voto 10 – Molta sfortuna per il nostro Vincenzo Nibali che si riscatta solo nel finale ma è fermato da una foratura all’inizio dell’Alpe d’Huez – Bene Quintana e Valverde – Discreti Pinot e Bardet – Bocciatura secca per Contador

TOUR DE FRANCE: ecco le pagelle finali – La maglia gialla Froome merita 10, Nibali 7

Con la volata principesca di André Greipel sugli Champs Elyséès, il Tour 2015 si è chiuso con il secondo trionfo del britannico Chris Froome. Solo Alejandro Valverde, terzo, si è inserito nel poker d’assi (Froome, Quintana , Nibali e Contador) che erano dati come favoriti per la vittoria finale. Finita la battaglia, ecco le pagelle dei protagonisti della 102esima edizione della corsa a tappe più importante del mondo.

Chris Froome: 10. Chi vince il Tour merita il massimo dei voti ma quest’anno il britannico ha trionfato senza fare il marziano del 2013. Gli è bastata una delle sue tremende frullate nella prima tappa pirenaica per mettere in riga la concorrenza mascherando bene nell’ultima settimana una condizione non al top tanto da subire gli attacchi tardivi di Quintana come non era mai capitato prima. Si è comunque confermato nell’arco delle 21 tappe l’uomo più forte del Tour anche grazie al sostegno di una squadra, il Team Sky, compatta e di qualità. Dopo il ritiro dell’anno scorso, bissa così il successo del 2013, questa volta battendo una concorrenza ancora più agguerrita.

Nairo Quintana: 7,5. Il colombiano è il più forte grimpeur in circolazione ma rinuncia ad attaccare Froome sui Pirenei sperando di risolvere la partita a suo favore sulle Alpi. Riesce a staccare Froome sia alla Toussuire che sull’Alpe d’Huez ma non basta. Alla fine non conquista la maglia gialla ma nemmeno una vittoria di tappa né la maglia a pois degli scalatori finita a Froome. Come due anni fa si deve accontentare del secondo posto a 1’12” dal britannico e di un’altra maglia bianca di miglior giovane. Dalla sua ha però l’età e quindi tutto il tempo per vincere il Tour e rivincere il Giro.

Alejandro Valverde: 8. A 35 anni compiuti, all’ottava sua partecipazione alla Grande Boucle corre il suo migliore Tour, finendo terzo e salendo per la prima volta sul podio. Aiuta Quintana senza perdere d’occhio la sua classifica, il campione murciano, che a inizio Tour non era nella rosa dei grandi favoriti, fa meglio di due dei fantastici quattro della vigilia, cioè di Nibali e Contador. Mai un giorno di défaillance come spesso gli capitava nelle precedenti edizioni, ecco perché lo spagnolo della Movistar merita almeno mezzo voto in più dello stesso Quintana.

Vincenzo Nibali: 7. Corre le prime due settimane del Tour soffrendo anche su semplici strappi tanto da fare arrabbiare Alexander Vinokourov, il team manager della sua squadra, l’Astana. Poi sulle Alpi torna lo Squalo che l’anno scorso vinse il Tour. Con la straordinaria cavalcata iniziata sulla Croix de Fer e trionfalmente conclusa in solitario in cima alla Toussuire rivaluta un Tour che altrimenti sarebbe stato un mezzo disastro. Solo la sfortuna, sotto forma di una foratura ai piedi del’Alpe d’Huez, fa svanire il suo sogno di podio. Quarto al Tour, davanti a Contador, il campione italiano cercherà di rifarsi puntando alla Vuelta.

Alberto Contador: 5,5. Dispiace dare l’insufficienza a un campione di razza come il Pistolero, ma in questo Tour il vincitore del Giro ha fatto poco o nulla per tentare di vincerlo centrando la storica doppietta. Di lui si dice che quando le gambe non ci sono, ci mette il cuore ma le fatiche del Giro si sono evidentemente fatte sentire più del dovuto. Spesso staccato nei momenti in cui la corsa si incendiava, solo sul Glandon Contador ha tentato un’azione offensiva ma è durata troppo poco per incidere.

Thibaut Pinot: 6. Era l’uomo su cui puntavano le speranze dei francesi che non vincono il Tour dal lontano 1985: caparbietà, classe e tanto cuore non gli mancano ma l’inizio del Tour tra distrazioni e infortuni è stato fallimentare. Uscito fuori classifica ha cercato almeno una vittoria di tappa. Dopo mille tentativi, riesce a coglierla nell’arrivo più affascinante di questo Tour de France sull’Alpe d’Huez, quarto francese ad arrivare primo sulla mitica montagna dopo Hinault, Riblon e Rolland.

Romain Bardet: 6,5. Il migliore dei francesi, nono a 16 minuiti da Froome. Mezzo voto in più di Pinot non solo per questo ma anche perché oltre che a centrare la tappa di Saint-Jean-de-Maurienne con una coraggiosa fuga solitaria, il giovane transalpino dell’Ag2r  è stato spesso nel vivo della corsa guadagnandosi il premio di “supercombattivo” del Tour, dopo aver perso per pochi punti la maglia a pois. Se continua così, sarà certamente un protagonista dei prossimi Tour al pari di Pinot e Barguil, un altro galletto francese in crescita.

Joaquim Rodriguez: 6. Come ha vinto sul Mur d’Huy e a Plateau de Beille, meriterebbe un voto molto più alto. Ma Purito si è inspiegabilmente perso per strada nelle prime due tappe pirenaiche finendo nelle retrovie della classifica. Ma nelle giornate di vena è uno dei grandi corridori che esaltano il ciclismo.

André Greipel: 10. Come Froome perché lui, il Gorilla tedesco, non è venuto per vincere il Tour ma le tappe. E con la splendida volata sui Campi Elisi ha portato a quattro le vittorie in questo Tour. Era il massimo che poteva fare e lo ha fatto con un’autorevolezza sorprendente annientando rivali dello sprint come Kristoff, Cavendish, Degenkolb, Cocquard. Come dire il meglio dei velocisti attualmente in attività. Con il bottino realizzato il tedesco sale a quota 10 di successi nei Tour disputati. 

Peter Sagan: 8. Qualcuno può storcere il naso davanti a questo bel voto per uno che l’ultima vittoria al Tour l’ha ottenuta ad Albi nel 2013. Ma chi ha seguito tutti i giorni Sagan al Tour capisce il perché: il corridore slovacco è arrivato 11 volte su 21 tappe nei primi cinque, accumulando cinque secondi posti, finendo due volte terzo, tre volte quarto, una volta quinto. Nella volata finale parigina è terminato settimo ma per la quarta volta consecutiva ha conquistato la maglia a verde come leader della classifica a punti distanziando lo stesso Greipel e raggiungendo nella storia del Tour un altro grande velocista come Sean Kelly. Avendo solo 25 anni, c’è tutto il tempo perché Sagan possa insidiare e superare il record di maglie verdi – ben sei – detenuto dal tedesco Erik Zabel.

Commenta