Terrore in Germania. Dieci morti, di cui uno è l’attentatore, tutti giovani e 27 feriti nella strage perpetrata nel pomeriggio a Monaco di Baviera in un ristorante McDonald’s e poi nell’affollato centro commerciale Olympia della periferia nord della città. A sparare, come annunciato in nottata dalla polizia, è stato un tedesco-iraniano di 18 anni , Ali Sinboly, per motivi che dovranno essere chiariti: terrorismo o follia le due ipotesi. E’ la strage più grave, nel cuore della Baviera, dopo l’attentato delle Olimpiadi di Monaco del 1972. In Germania è stato proclamato il lutto nazionale, solidarietà da tutti i leader politici internazionali.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha espresso il “grande cordoglio” del governo e della Germania verso “le famiglie di coloro che non torneranno più a casa, a nome di tutti condividiamo il vostro dolore, soffriamo con voi. Il pensiero ai numerosi feriti che possano guarire completamente”, ha aggiunto in conferenza stampa dopo l’attentato di Monaco, al termine della riunione del Consiglio di sicurezza nazionale. “Chiunque di noi poteva essere lì e posso capire chi si sente insicuro”, ha aggiunto, prima di assicurare: “Scopriremo cosa c’è esattamente dietro questo atto di Monaco. Lo Stato farà di tutto per assicurare la sicurezza e la libertà di tutte le persone in Germania”.
Il killer, con doppia cittadinanza tedesca e iraniana e da diversi anni residente a Monaco, che ha iniziato a sparare con una pistola poco prima delle 18 davanti al fast food Mac Donald’s. E’ stato inseguito da agenti in borghese e poi, come confermato dal capo della polizia di Monaco, Hubertus Andrae, si è suicidato a circa un chilometro dal centro commerciale “Olympia” dove ha completato la strage. Le vittime sono tutte giovani, alcune non avevano compiuto 18 anni, e tra i feriti non mancano i bambini. Nonostante prime informazioni, generate dalle testimonianze su un’auto partita a forte velocità con tre persone a bordo e poi risultate estranee alla strage, viene escluso che il giovane tedesco-iraniano avesse complici o ci fossero altri due attentatori. Proprio la supposta fuga di altri complici aveva scatenato venerdì sera lo stato d’emergenza a Monaco, la chiusura della metropolitana, l’invito alla cittadinanza a restare chiusa in casa e l’invio dei nuclei speciali antiterrorismo sul posto.
In un comunicato ufficiale la polizia di Monaco aveva infatti dichiarato una “grave situazione terroristica”. Ed era scattato l’allarme ai più alti livelli.
Ora che la strage è finita, rimangono aperti molti interrogativi sulle possibili motivazioni alla base dell’attacco che ha seminato terrore e panico. Terrorismo o follia? Sui social era oltretutto apparso un invito, poi cancellato, a trovarsi dal Mac Donald’s da cui la strage è partita. Quasi un tentativo di convogliare famiglie per poi colpire e raggiungere più persone, fra cui bambini.
Una testimone oculare sentita dalla Cnn ha raccontato di aver sentito il killer del McDonald’s urlare ‘Allah Akbar’, Allah e’ grande, prima di aprire il fuoco sui bambini seduti. “Non sono potuti fuggire”, afferma la donna piangendo e spiegando di non avere dubbi sulle urla dello sparatore perché musulmana. Il diciottenne autore della strage viene descritto come un ragazzo tranquillo ed era sconosciuto alla polizia. Il padre è sotto interrogatorio dalla notte di venerdì.
Alcuni dei video che circolano in rete sono considerati attendibili dalla polizia di Monaco che ha messo a disposizione una pagina web, riferisce il Corriere della Sera.it, per caricare i filmati che possano aiutare a fare luce sulla sparatoria. In uno di questi filmati, un cittadino, dal tetto del palazzo adiacente al centro commerciale, insulta il killer chiamandolo con l’equivalente tedesco di «stronzo». Lo scambio fra i due avviene in dialetto bavarese. L’attentatore dice: «Sono tedesco», nato in Germania, in un quartiere povero e abitato da percettori di sussidio pubblico (Harz IV). E ancora: «Sono stato in cura». Particolare al quale il cittadino bavarese risponde: «Quello è il posto in cui dovresti stare, in cura psichiatrica». Il 18enne sparatore avrebbe anche lanciato strali contro gli stranieri e i turchi.
«È stato il giorno più difficile della mia carriera», ha detto il comandate della polizia di Monaco, Hubertus Andrä che ha seguito per tutta la sera l’intervento dei suoi uomini disorientati dalle decine di falsi allarmi che si susseguivano uno dopo l’altro. Nell’operazione sono stati impegnati 2.300 uomini della polizia di Monaco e i rinforzi antiterrorismo dai Land vicini, l’Assia e il Baden Wüttemberg.